13 novembre 1974 – Karen Silkwood, una vittima del capitalismo – Lavorava in una fabbrica di plutonio dove, pur di lucrare il più possibile, lasciavano crepare gli operai… Morì in uno “strano incidente” mentre portava alla stampa i documenti su quello che aveva scoperto!

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13 novembre

 

 

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13 novembre 1974 – Karen Silkwood, una vittima del capitalismo – Lavorava in una fabbrica di plutonio dove, pur di lucrare il più possibile, lasciavano crepare gli operai… Morì in uno “strano incidente” mentre portava alla stampa i documenti su quello che aveva scoperto!

KAREN SILKWOOD DIFENDEVA LA SALUTE DEI LAVORATORI CONTRO UNO DEI GIGANTI DEL NUCLEARE. MORÌ IN UNO STRANO INCIDENTE MENTRE PORTAVA ALLA STAMPA DOCUMENTI CHE ACCERTAVANO LA FONDATEZZA DELLE SUE ACCUSE

Karen Silkwood è una ragazza ancora giovane quando, all’inizio degli anni ’70, va a lavorare per la Kerr-McGee, a Crescent, vicino a Oklahoma City. Lì l’azienda, che si occupa di produrre barre di plutonio per le centrali nucleari di Crescent, ha un grosso stabilimento. Karen, che ha una formazione scientifica, sembra perfetta per lavorare nel laboratorio di metallografia, quello in cui si analizzano i campioni prodotti e si preparano i dati da mandare a Washington per fare i test di controllo. Ma subito dopo essere stata assunta si accorge che ci sono parecchie cose che non vanno. Prima di tutto, gli operai stanno a contatto con il plutonio senza le adeguate misure di sicurezza. Molti di loro, cinquecento in cinque anni, risultano “hot”, cioè contaminati dalle radiazioni, ma l’unica cosa che fa l’azienda è dargli mezza giornata di lavoro libera e fargli fare una doccia decontaminante. Non solo, Karen pensa che i dati dei laboratori vengano appositamente falsificati per non incorrere in sanzioni. Per questo si iscrive al sindacato ed in breve tempo diventa attivissima. Si occupa di salute e sicurezza sul lavoro e gira per tutta la fabbrica annotando tutto quello che non è a norma di legge. La proprietà aziendale la definisce una piantagrane e, siccome alla KM i turni sono duri, le paghe basse e i licenziamenti facili, anche molti lavoratori sono preoccupati dalla sua azione. Ma Karen va avanti finché anche lei per tre giorni consecutivi non risulta positiva al test di routine sulle radiazioni. I vertici aziendali la accusano di essersi contaminata da sola per rafforzare le sue illazioni. Tirano fuori il suo vecchio matrimonio fallito, la chiamano nevrotica, depressa, perfino tossicodipendente. Karen non ci sta, raccoglie tutte le sue prove, chiama un giornalista del Times e un dirigente nazionale del sindacato e fissa un appuntamento per consegnare tutto alla Commissione Energia Atomica. Ma il 13 novembre 1974, alle sette e trenta del mattino, viene ritrovata morta sul sedile della sua Honda bianca dopo essersi schiantata contro un albero. La polizia stradale ne è certa: Karen ha avuto un colpo di sonno, incredibilmente, mentre stava andando a consegnare quei documenti. Documenti che però in macchina non ci sono più, mentre il parafango della vettura risulta danneggiato. Secondo molti in realtà è stata uccisa perché non parlasse. Ma il caso è archiviato come un incidente. Negli anni seguenti le denunce di Karen si dimostreranno fondate. La Commissione energia atomica farà chiudere il sito di Crescent e la KM sarà costretta a risarcire con un milione e mezzo di dollari la famiglia Silkwood per le false accuse rivolte a quella ragazza coraggiosa che aveva sfidato un colosso del nucleare.

 

fonte: https://www.facebook.com/cannibaliere/photos/a.989651244486682/1892177330900731/?type=3&theater

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Fonte Il Fastidioso

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