Allevamenti intensivi, giornalisti Rai attaccati dall’industria della carne

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Lettera aperta delle Associazioni ai vertici Rai per esprimere piena solidarietà ai giornalisti che indagano su verità scomode.

Animal Equality Italia, CIWF Italia, ENPA, Essere Animali, Greenpeace Italia, Humane Society International Italia, LAV, Legambiente, esprimo massima solidarietà a Sabrina Giannini, conduttrice di Indovina chi viene a cena, Mario Tozzi, conduttore di Sapiens, Luca Chianca e Sigfrido Ranucci di Report.

In una lettere aperta consegnata ai vertici della Rai, le associazioni appoggiano i giornalisti al centro di aspre polemiche nei giorni scorsi a causa delle loro inchieste che portano alla luce scomode verità, come l’impatto ambientale e il problema sanitario legato agli attuali consumi di carne e al metodo di allevamento intensivo. 

Cosa è successo

Sabato 28 marzo, la trasmissione Sapiens condotta su Rai 3 da Mario Tozzi ha mandato in onda il servizio “I divoratori del pianeta”, in cui si è parlato di come la produzione di carne su scala globale contribuisca a deforestazione, inquinamento, danni alle riserve idrogeologiche e ai terreni, perdita di interi habitat naturali che da sempre sono elemento fondamentale del nostro ecosistema.
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Domenica 29 marzo e 5 aprile, la trasmissione Indovina chi viene a cena condotta da Sabrina Giannini su Rai 3, ha diffuso un’inchiesta in cui sono state approfondite diverse tematiche oggi più che mai attuali. Si è parlato di come le conseguenze dell’impatto ambientale delle produzioni animali favoriscano la diffusione dei virus e di come l’enorme utilizzo di antibiotici somministrati agli animali negli allevamenti sia collegato all’antibiotico resistenza, ovvero la resistenza dei batteri agli antimicrobici conosciuti e utilizzati per combattere le infezioni anche negli esseri umani. Un fenomeno che ha gravi ripercussioni sulla salute pubblica.
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Entrambi i giornalisti per realizzare le rispettive inchieste si sono basati su dati ufficiali e interviste a esperti e professionisti. D’altronde, a mettere in guardia su quanto deforestazione e allevamento intensivo abbiano reso negli anni più facile il passaggio di specie delle malattie, creando molte pericolose epidemie, sono istituzioni come Fao, Oms e anche Virginijus Sinkevičius, commissario per l’ambiente e gli oceani per la commissione europea.
link di riferimento alla dichiarazione di Virginijus Sinkevičius

Eppure, a pochi giorni dalla diffusione di questi servizi, Mario Tozzi e Sabrina Giannini sono stati accusati dalle organizzazioni di categoria che proteggono gli interessi dei produttori di carne, tra cui Assica, Assalzoo, Assocarni, Una Italia, Unica, Carni Sostenibili, di condurre trasmissioni ‘spesso animate da personalistica volontà di propagandare un modello di vita alternativo a quello comunemente diffuso’ e di ‘saturare i telespettatori con informazioni imprecise, frammentate e non contestualizzate’.
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Parole gravissime, anche perché rivolte ai vertici Rai e al ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova con il chiaro intento di creare pressioni per influenzare i palinsesti televisivi e zittire giornalisti scomodi.

E, pochi giorni dopo, anche Sigfrido Ranucci, conduttore di Report e il giornalista Luca Chianca sono stati attaccati da Coldiretti e Cia – Agricoltori Italiani, per il servizio andato in onda lunedì 13 aprile in cui è stata approfondita la relazione tra lo smaltimento dei liquami animali, che producono grandi quantità di ammoniaca e nitrati e l’inquinamento atmosferico, un fattore che favorisce la diffusione dei virus.
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La lettera aperta delle associazioni

Animal Equality Italia, CIWF Italia, ENPA, Essere Animali, Greenpeace Italia, Humane Society International Italia, LAV, Legambiente considerano inaccettabili queste accuse ed esprimono la loro solidarietà ai giornalisti attaccati dall’industria della carne.

Chiedere alla Rai di farli tacere o impedire che trattino specifici argomenti è contrario al concetto di libertà d’informazione, su cui è basata ogni vera democrazia.

Pretendere che informazioni di interesse per la salute di tutti siano tenute nascoste al pubblico è un fatto di una gravità inaudita. Equivale a difendere i propri interessi, a scapito di quelli della collettività e dell’umanità intera.

E nel momento così difficile che stiamo vivendo, una vera e sana informazione è cruciale per tutta la nostra comunità.

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Fonte Legambiente

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