Autosufficienza alimentare e reddito con un giardino di città: la rivoluzione che parte dal locale

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di Paolo Ermani – Uno dei maggiori problemi di cui si dibatte a livello mondiale è come sfamare la popolazione in aumento. La famiglia americana Dervaes ha messo in pratica una soluzione estremamente efficace: The Urban Homestead Partendo dalla loro casa nella città statunitense di Pasadena a 15 km da Los Angeles, hanno iniziato a coltivare il giardino e con una superficie ridottissima di meno di 400 metri quadrati sono riusciti a raggiungere l’autosufficienza alimentare producendo anche un reddito. Coltivando in maniera biologica oltre 400 piante diverse tra ortaggi, frutta e fiori commestibili hanno ottenuto risultati eccezionali.

In media producono complessivamente 2700 kg di cibo così suddivisi, 2000 kg di ortaggi, 450 chili di pollo, circa 500 uova, miele e inoltre frutta in grande quantità. In questo modo oltre che avere una eccezionale produzione alimentare possono vendere le eccedenze con una entrata che è di circa 20 mila euro l’anno. Considerato che utilizzano fonti energetiche rinnovabili hanno spese estremamente basse quindi anche un reddito non elevato diventa assai interessante.

Agire in questo modo ha molti aspetti positivi tra i quali: cibo sano, riduzione delle spese familiari, riduzione degli sprechi alimentari, riduzione dell’inquinamento, relazione diretta con la natura e un aumento considerevole della qualità della vita sia per loro come famiglia, sia per la comunità circostante. I Dervaes hanno infatti creato relazioni e attività per il quartiere che coinvolgono adulti e ragazzi, diventando un punto di riferimento concreto di produzione locale e rinascita dei legami comunitari, aspetti che saranno i cardini del mondo che verrà. Con queste attività hanno avuto una eco che si è diffusa a livello internazionale.

L’esempio della famiglia Dervaes è assai importante, perché in merito all’agricoltura normalmente si pensa a grandi appezzamenti, monoculture che sono però sono totalmente legate all’utilizzo dei combustibili fossili, producono erosione e impoverimento dei suoli oltre che un grande inquinamento di terra e acqua a causa dell’uso di pesticidi e concimi chimici.

La monocultura poi si presta all’uso dissennato degli organismi geneticamente modificati. Inoltre è opinione diffusa che fare agricoltura sia una fatica enorme. Fortunatamente attraverso l’agricoltura biologica e un sapiente mix di tecniche innovative e saperi antichi, è ormai possibile coltivare senza doversi ammazzare di fatica e avere risultati simili a quelli della famiglia Darvaes.

Non necessariamente si deve fare come loro ma anche fare solo la metà o una parte di quello che fanno, sarebbe un cambiamento epocale sia per la propria qualità della vita, sia per la riduzione delle gravi problematiche a livello climatico e ambientale oltre che per aumentare la propria autosufficienza e diminuire le spese. Da non dimenticare poi la grande importanza che ha una attività fisica e manuale anche a livello di salute sia per i giovani che per gli adulti.

Se esperienze simili di autosufficienza alimentare ed energetica fossero diffuse ovunque ed esportate anche nei paesi del sud del mondo, di sicuro molte persone non sarebbero costrette a lasciare i loro paesi. Per i grandi problemi del nostro tempo le soluzioni sono a portata di mano, sono semplici e percorribili più di quanto si pensi. L’aspetto centrale non è quindi come e cosa fare ma se si vuole fare. L’importante è imparare dalla natura, non combattere contro di essa.

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Fonte Il Blog di Beppe Grillo

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