Biodiversità a rischio

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Legambiente fa il punto sullo stato di salute delle specie viventi, sui principali fattori di rischio e sulle strategie da adottare per far fronte alla perdita sempre più incalzante della diversità biologica.

Malgrado gli impegni presi dai Paesi di tutto il mondo, la biodiversità continua ad essere in pericolo e sta diminuendo a un livello senza precedenti anche perché le pressioni che guidano questo declino si stanno intensificando.  Perdita e frammentazione degli habitat, cambiamenti climatici, sovra sfruttamento delle risorse, introduzione di specie aliene invasive, e inquinamento sono le minacce principali che stanno causando questa perdita e danneggiando al tempo stesso gli ecosistemi natura. In tutto il mondo un milione di specie di piante, insetti, uccelli e mammiferi sono attualmente minacciate di estinzione. E ogni giorno si estinguono fino a 200 specie.

In Italia a preoccupare è lo stato di salute della flora italiana, in particolare quella appenninica al centro di diverse azioni di tutela, e della fauna marina e terrestre. Tra i fiori appenninici a rischio: la Scarpetta di Venere, l’Adonide ricurva, l’Iris Marsica, l’Aquilegia della Majella, solo per citarne alcuni. In pericolo anche diversi uccelli nidificanti che popolano la Penisola come il Cormorano Atlantico, il Capovaccaio, il Gipeto, la Bigia padovana, senza dimenticare quelle specie che popolano il Mar Mediterraneo come ad esempio tartarughe marine, delfini, uccelli ed elasmobranchi (squali e razze), sempre più oggetto di catture accidentali – il cosiddetto bycatch – della pesca professionale. Molte di queste catture avvengono nel Mar Adriatico, mare ricco di biodiversità marina, ma anche area intensamente sfruttata dalla pesca a strascico e dalle reti da posta.

 È quanto emerge in sintesi dal nuovo report di Legambiente Biodiversità a rischio 2021” .

Siamo nel decennio cruciale, 2021-2030, per invertire la rotta e fermare questa perdita mettendo davvero al centro delle future strategie nazionali e internazionali quelle otto grandi transizioni evidenziati dall’ultimo Global Biodiversity Outlook. In particolare Legambiente  indica come prima pietra miliare su cui lavorare la creazione di nuove aree naturali terrestri e marine protette entro il 2030 per la tutela della biodiversità, il rafforzamento della Rete Natura 2000 e il puntare al tempo stesso sulla bioeconomia.

> anteprima dei dati nel comunicato stampa  

> scarica il rapporto completo Biodiversità a rischio 2021

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