Combattere gli sprechi anche in Europa

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Buon pomeriggio Roma.

Io vi voglio ringraziare di vero cuore per un motivo, perché so che tanti hanno fatto sacrifici per essere qui oggi, sono partiti anche prestissimo la mattina. Vedo gli amici della Sicilia, dal Piemonte, dal Friuli, dal Trentino, siete venuti da ogni angolo d’Italia.

Vi voglio ringraziare soprattutto perché in un paese normale voi, noi, non dovremmo essere qui. In un paese normale non ci sarebbe bisogno di venire in una piazza al centro di Roma per dire che i privilegi in democrazia non possono e non devono avere residenza. Però purtroppo noi ancora nonostante gli sforzi, i sacrifici fatti in questi anni di governo, non siamo ancora un paese normale, e lo dimostra chi si arrocca ancora su posizioni insostenibili, cerca di giustificare l’ingiustificabile.

Vedete, Churchill, mi veniva in mente questa citazione oggi mentre ero in taxi. Diceva che gli italiani sono un popolo strano. Lo disse dopo una partita di calcio a un mondiale di quasi un secolo fa. Disse: “Gli italiani sono un popolo che prende una partita di calcio come se fosse una guerra è una guerra come se fosse una partita di calcio.” Questo purtroppo è in parte vero, ma vi dico anche un’altra cosa, che a guardare questa Piazza, vi dico, che Churchill aveva anche torto, perché non tutti gli italiani sono così è una grande maggioranza non è così. E vogliamo dare anche un messaggio molto chiaro a livello europeo, perché sapete la battaglia contro gli sprechi, la battaglia contro i privilegi, non è una battaglia solo italiana. Anche in Europa qualcuno si è troppo e mal abituato. Fin da quando siamo entrati nel 2014 abbiamo studiato le carte, ogni bilancio del Parlamento, e da quando sono nell’ufficio di presidenza dal 2017 abbiamo fatto iniziative per tagliare i vitalizi anche al Parlamento Europeo. Sì perché ancora oggi a Bruxelles dopo un anno di mandato, anche solo un anno, al compimento dei 63 anni scatta un piccolo vitalizio. E dopo, arrivando a un mandato intero, si arriva a vitalizio ben più consistente. Ma dovete sapere ancora questo, è incredibile, che c’è stata una riforma al parlamento Europeo nel 2009, prima erano i singoli stati nazionali a pagare i vitalizi per i loro parlamentari europei, e questa riforma l’ha superato il precedente sistema per inserirne un altro, per dire, diciamo  parlamentare pagava un terzo, ma due terzi lo pagava il parlamento europeo, cioè i cittadini europei, cioè anche i cittadini italiani. Ebbene, per tenere in piedi questo fondo un pochino più trasparente, un pochino più equilibrato, ma dal precedente si è creato tramite un fondo di contribuzione volontaria, lo chiama così, però pensate come giocano con le parole, contribuzione volontaria di cui ilche sta in Lussemburgo, oggi c’è un buco di 362 milioni di euro. Noi abbiamo detto una cosa molto semplice all’interno di quell’ufficio di presidenza, che quei soldi non li pagheranno mai i cittadini italiani.

Non li pagheranno mai i cittadini europei. Con le nostre tasse, con il nostro contributo, con tutto quello che viene dal nostro paese loro non andranno a coprire il privilegio di pochi. E abbiamo scritto anche una lettera al Presidente del Parlamento, era ancora Tajani, e quella lettera non ha avuto di fatto risposta. Sì perché la cosa assurda sapete qual è? Che proprio quei partiti di destra, di centro destra, gli stessi che durante la crisi economica hanno detto “tagliamo le pensioni, tagliamo il Welfare, tagliamo i diritti alla Grecia, all’Italia, al Portogallo, alla Spagna, sono gli stessi che, quando si parla di privilegi, ti rispondo: “diritti acquisiti”, ti rispondono: “no li abbiamo già maturati”, “Allora faremo ricorso alla Corte di Giustizia”, bene, lo hanno anche rifatto alcuni perché è un piccolo taglio lo abbiamo già effettuato, ma lo facciano anche avendo il coraggio di venire in questa piazza a giustificane le ragioni, perché si devono vergognare! Vergognare!

Io voglio ringraziare con tutto il mio trasporto e la mia riconoscenza, i colleghi nell’ufficio di presidenza a livello nazionale: Paola Taverna al Senato, Maria Edera Spadoni, tutti i colleghi che sono segretari all’interno dell’Ufficio di Presidenza perché non hanno mollato di un centimetro. E anche grazie al taglio dei vitalizi alla camera siamo riusciti a fare il ricalcolo sui parlamentari europei prima del 2009, e anche lì 120 ex parlamentari europei hanno visto finalmente un po’ più di vita normale rispetto al privilegio che avevano prima. Ma voglio dirvi anche una cosa molto importante, perché ho fatto uno studio, ho voluto capire visto che parlano di un attacco alla democrazia. In quanti paesi europei ancora oggi esiste questo privilegio, lo volete sapere? Bene, diciamo che non esiste alcuna forma di pensione speciale in 18 paesi su 27. E allora vi voglio fare una domanda: secondo voi la Danimarca, la Svezia, la Spagna, la Polonia, sono paesi antidemocratici? L’Austria è un paese antidemocratico? La Grecia è un paese antidemocratico? Ci hanno provato insomma a renderlo un paese antidemocratico, ma fortunatamente il popolo comunque ha risposto. In tutti questi paesi o non c’è mai stato, oppure, sotto la spinta della pressione popolare, sono state fatte delle riforme negli ultimi vent’anni ed è stato soppresso. E allora io voglio farvi una seconda domanda: noi che cosa dobbiamo andare a dovere invidiare alla Spagna, alla Polonia, alla Danimarca o alla Svezia o all’Austria? Perché noi dobbiamo ancora consentire che qualcuno si arrocchi a Palazzo Madama, si crei una commissione compiacente per cercare di ripristinare ciò che non è solo sbagliato politicamente ma ancor di più è immorale rispetto ai sacrifici che sono stati imposti al nostro popolo nel corso degli ultimi anni. Non è giustificabile sul piano interno, non è giustificabile sul piano europeo, non c’è alcun appiglio.

Persino nei paesi in cui esiste si parla di importi ben inferiori rispetto a quelli che noi abbiamo avuto nel nostro paese. Come si fa ancora oggi a dire che questa è una battaglia per cui ci si deve mobilitare. Io penso che queste persone che la stanno difendendo, sono anni che non mettono piede in un mercato rionale, penso che sono anni che non mettono piede in una scuola pubblica, penso che sono anni che non mettono piede in un ospedale in cui magari piove dentro le stanze a gennaio e febbraio mentre i pazienti aspettano un intervento. Noi abbiamo avuto il coraggio di farci carico di problemi che non sono stati creati dal nostro Governo, ne da noi come forza politica. Abbiamo avuto il coraggio di farlo e magari abbiamo perso anche qualche consenso. Ma questa Piazza sappiatelo, sta mandando un messaggio molto chiaro al nostro paese e all’intera Europa, ci hanno dato per morti, per finiti, per distrutti, per abbattuti, non hanno capito una cosa, che possono anche provare a seppellirci ma noi siamo un seme e stiamo già tornando a fiorire. E più ci combatteranno, più ci diranno che la nostra spinta è esaurita, e più noi torneremo nel luogo in cui avremmo sempre dovuto essere, nel luogo in cui siamo nati, e nel luogo in cui continueremo a costruire il nostro futuro, cioè nelle piazze della Repubblica Italiana. Perché le piazze della nostra Repubblica non sono proprietà privata di Matteo Salvini, di Giorgia Meloni, di Berlusconi, del PD o di qualsiasi altro schieramento politico. Le piazze sono del popolo italiano e noi non abbiamo paura di rivendicare quello che abbiamo fatto in questi anni, non abbiamo paura di chiedere scusa anche se ci sono stati degli errori, perché siamo persone umili e sappiamo molto bene che questa nostra battaglia è una rivoluzione culturale, non è soltanto una rivoluzione politica.

E come tutte le rivoluzioni culturali avrà bisogno di tempo, ma noi questo tempo lo vogliamo difendere, perché è il tempo dei nostri figli, è il tempo dei nostri nipoti, è il tempo delle generazioni che hanno diritto di non trovare un’Italia devastata dalla malapolitica, dal dissesto idrogeologico, dalla crescita delle diseguaglianze. Ecco questa è una diseguaglianza quella dei privilegi che forse non risolverà tutti i problemi dell’Italia, ma può servire a ridare fiducia, a ridare appoggio, a ridare sostegno, a ridare volontà a un paese che vuole riscossa e noi vogliamo riscossa dentro quelle aule, dentro il Parlamento Europeo, dentro il Parlamento nazionale. Il messaggio che vi chiedo di portare dal nord al sud della nostra penisola a tutti gli amici che non sono potuti venire in piazza con noi oggi è un messaggio molto semplice, è un messaggio di speranza, è un messaggio di riscatto, è il messaggio di chi non si arrenderà mai. Ditelo che anche se non sono potuti venire qui sappiamo che il loro cuore, il loro impegno, la loro passione è tutti i giorni con noi.

Ditelo a chi viene a raccontarvi che il MoVimento è finito che invece il bello deve ancora venire. Diteglielo che cercheranno con magheggi di far cadere questo governo, ma che noi lavoreremo con forza fino al 2023. Diteglielo, perché noi non abbiamo intenzione di mollare, saranno loro a mollare il privilegio, loro a mollare diritti che non meritano, loro a dover fare un passo indietro. Non abbiate paura, noi non abbiamo paura. Finché sapremo che ci siete voi, insieme a noi, a spingere insieme come una falange compatta, per far uscire questo paese dal medioevo degli abusi, delle diseguaglianze e portarlo in un futuro di uguaglianza di giustizia sociale, un futuro in cui saremo finalmente di nuovo orgogliosi con grande forza di definirci italiani con la I maiuscola anche in Europa. Noi non molleremo sulla battaglia dei privilegi al Parlamento Europeo, ma voi non dovete mollare, noi non dobbiamo mollare sul territorio, ci saranno elezioni comunali e regionali forse difficili, ci saranno altri momenti di difficoltà, chi non ne ha nella vita. Ma noi siamo il MoVimento 5 Stelle, noi siamo nati dal basso e con il basso continueremo a guardare a questo futuro, con la volontà di mandare finalmente a casa chi ha occupato le istituzioni in modo abusivo, scorretto e facendo solo i suoi interessi personali.

Chiudo dicendovi soltanto una cosa: a tutti gli amici che hanno avuto dei momenti di dubbio, di esitazione, di scoramento, non diciamo che siamo perfetti, abbiamo commesso degli errori, in parte sono stati riconosciuti e ad altri ancora emenderemo, ma ditegli pure che noi siamo qui a fare questa battaglia, la continueremo perché dobbiamo impedire che il profitto di pochi vada a discapito del diritto di tutti. Dobbiamo impedire che il vitalizio di pochi schiacci la qualità della vita di un intero popolo. Non ci arrendiamo, non vi arrendete, non permettiamo a queste di persone di far tornare al potere il partito più pericoloso di tutti in questo paese, “il partito preso”, il partito preso noi non lo tolleriamo più! Forza Movimento 5 Stelle! Forza! Forza! Forza! Forza e in alto i cuori. Un abbraccio forte.

L’articolo Combattere gli sprechi anche in Europa proviene da Il Blog delle Stelle.

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