Come sarebbe la città senza auto

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di Beppe Grillo – Affrontiamo sfide enormi nei trasporti. Tutto, o molto, sembra non andare nel verso giusto. Il trasporto pubblico non riesce a soddisfare le richieste dei cittadini. Non sono economici, non arrivano in orario, insomma sarebbe folle oggi pensare di muoversi in città senza avere a disposizione un’ auto.

Il motivo?

La nostra infrastruttura è sovraccarica, e il traffico continua ad aumentare. L’inquinamento è ovunque alle stelle. Negli Stati Uniti, i trasporti sono diventati la causa numero uno delle emissioni di gas serra. Oltre a questo c’è da aggiungere che sia il trasporto pubblico, che quello privato, sono investimenti a perdere.

Dobbiamo fare meglio. Il problema è capire come.

Facciamo una premessa importante. Sebbene siano stati introdotti miglioramenti nel trasporto pubblico, come il ticketing da mobile e il monitoraggio in tempo reale, praticamente il servizio continua a rimanere uguale. Fornisce gli stessi percorsi statici, agli stessi orari. Due fattori, che non hanno mai funzionato. Perché lasciano l’utente con due sole opzioni: o sprecare ingenti somme di denaro per possedere un’auto, o spendere tempo prezioso per muoversi con i mezzi pubblici.

Precisiamo che i mezzi pubblici sono una grande cosa. Il fatto è che oggi non riescono a soddisfare le mutevoli esigenze delle persone. Inoltre sono scomodi, lenti e non proprio pratici. Il trasporto pubblico non è sbagliato in sè, ma come le strade, è sovraccarico.

Ma oggi in molte grandi città appaiono dei mezzi alternativi. Si ritorna alla bici, al monopattino e affini, soprattutto grazie all’elettrico e compaiono i primi mezzi in sharing. Molti, sono certi della capacità di questa tecnologia di trasformare l’intera mobilità.

Un recente studio della società di ricerca KPMG rileva che molte città trarrebbero un beneficio enorme dalle modalità condivise. Un’alternativa valida a un veicolo a occupazione singola in termini di comodità per il consumatore. Lo studio riflette ciò che le città, le agenzie di transito, e gli operatori a terra già sanno da tempo. Cioè che questi veicoli misti possono contribuire ad eliminare i maxi ingorghi, la congestione, le connessioni dell’ultimo miglio. Insomma non più solo pubblico o privato, ma una forma mista. Questa è la nuova realtà. Perché nessun mezzo riesce da solo a risolvere e colmare le varie esigenze quotidiane.

Pensate ad una persona che esce la mattina per andare a lavoro, poi nel pomeriggio deve andare a prendere i figli per portarli in piscina. Mentre aspetta va a prendere un caffè da una amica non troppo distante, che abita in una isola pedonale. Poi torna a casa la sera. Sarebbe ridicolo immaginare una normalissima giornata di questo tipo, con a disposizione solo i mezzi pubblici o i mezzi privati.

Sicuramente alcune soluzioni non trovano terreno facile per fattori culturali. Status symbol e vandalismo in primis, ma il futuro è fatto di soluzioni miste. Anche le grandi case automobilistiche dovranno capire che si trovano di fronte a un momento epocale. Dovranno passare dal vendere auto a vendere mobilità. Quello di cui oggi le città hanno bisogno.

 

La foto allegata è stata realizzata dall’International Sustainable Solutions nel 2015. L’esperimento originario è di Frederic Vester presente nel libro “Mobilità, I Segni del Collasso”. Ecco l’immagine: 

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Fonte Il Blog di Beppe Grillo

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