di Catharine Young – Ripensa a un ricordo davvero nitido. Magari qualcosa che riguarda la tua infanzia. Fatto? Ok, ora prova a ricordare cosa hai mangiato a pranzo tre settimane fa. Questo ricordo forse non è così forte. Ma perché no? Perché ricordiamo alcune cose, e non altre?
Per capirlo dobbiamo prima capire come si forma un ricordo.
Quando sperimentate qualcosa, come digitare un numero telefonico, l’esperienza si converte in un impulso di energia elettrica che sfreccia lungo una rete di neuroni. L’informazione arriva prima alla memoria a breve termine, dove rimane disponibile per un tempo che va da alcuni secondi a un paio di minuti. Si trasferisce poi alla memoria a lungo termine e infine immagazzinata in diverse regioni del cervello. I neuroni comunicano lungo il cervello in aree riservate chiamate sinapsi usando appositi neurotrasmettitori. Se due neuroni comunicano di continuo, succede una cosa eccezionale: la resa comunicativa tra di loro aumenta. Questo processo, chiamato potenziamento a lungo termine, è considerato un meccanismo con cui si conservano a lungo termine i ricordi.
Ma come mai alcuni ricordi si perdono? Un motivo è l’età. Invecchiando, le sinapsi iniziano a vacillare e indebolirsi, il che influisce sulla facilità con cui recuperiamo i ricordi.
Gli scienziati hanno diverse teorie su cosa ci sia dietro questo deterioramento, a partire da una riduzione del cervello, l’ippocampo perde il 5% dei suoi neuroni ogni decennio per una perdita totale del 20% quando si raggiungono gli 80 anni, fino al crollo dei neurotrasmettitori prodotti, come l’acetilcolina, che è cruciale per l’apprendimento e la memoria. Questi cambiamenti paiono influire su come le persone rievocano le informazioni. L’età influisce anche sull’abilità di creare i ricordi.
I ricordi sono codificati più saldamente se prestiamo attenzione, se siamo molto impegnati, e se l’informazione è significativa. I problemi di salute mentale e fisica, che tendono ad aumentare con gli anni, interferiscono sulla nostra capacità di prestare attenzione, e quindi agiscono come ladri di ricordi.
Lo stress cronico è un’altra causa principale dei problemi di memoria. Se siamo costantemente sommersi di lavoro e di responsabilità personali, il nostro corpo è in iperallerta. Questa reazione si genera dal meccanismo fisiologico progettato per assicurarci di sopravvivere in ogni tipo di crisi. Le sostanze chimiche dello stress aiutano a smuovere energia e aumentano i riflessi. Ma, con lo stress cronico, il corpo viene inondato di tali sostanze chimiche, causando una perdita di cellule cerebrali e l’impossibilità di formarne delle nuove, influendo sulla capacità di trattenere le nuove informazioni.
La depressione è un’altra causa. Chi è depresso ha una probabilità del 40% in più di sviluppare problemi di memoria. Bassi livelli di serotonina e un neurotrasmettitore collegato alla stimolazione possono rendere gli individui depressi meno attenti alle nuove informazioni. Rimuginare su eventi tristi del passato, altro sintomo di depressione, rende difficile concentrarsi sul presente, influendo sulla capacità di immagazzinare ricordi a breve termine.
L’isolamento, legato alla depressione, è un altro ladro di ricordi. Uno studio della Harvard School of Public Health ha scoperto che gli anziani con alti livelli di integrazione sociale hanno un declino della memoria più lento su un periodo di sei anni. Il motivo esatto non è chiaro, ma gli esperti sospettano che l’interazione sociale offra al cervello allenamento mentale. Proprio come la forza muscolare, dobbiamo usare il cervello o rischiamo di perderlo. Ma non disperate. Ci sono diversi passi che potete seguire per aiutare il cervello a conservare i ricordi. Assicuratevi di mantenervi fisicamente attivi. Un aumento del flusso di sangue al cervello è utile. E mangiate bene. Il cervello ha bisogno di tutti i giusti nutrienti per funzionare in modo corretto.
Infine, tenete il cervello in allenamento. Esporre il cervello a sfide, come imparare una nuova lingua, è una delle difese migliori per mantenere i ricordi intatti.
Ted Tradotto da Stefania Congiu
Fonte Il Blog di Beppe Grillo