Comunità energetiche, sfide recepimento Direttiva 2018/2001

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Comunità energetiche: i progetti in partenza e le sfide del recepimento della Direttiva 2018/2001 nel webinar organizzato da Legambiente e ITALIA SOLARE oggi dalle 15.00 alle 17.30 sulla piattaforma keyenergy.it.

 Si è aperta una fase di grandi cambiamenti per la produzione e la condivisione di energia da fonti rinnovabili. L’attuazione del Decreto Milleproroghe, con l’anticipazione per i progetti fino a 200 kW, rende possibile la sperimentazione e realizzazione delle prime comunità energetiche nel nostro Paese. Inoltre, procede in Parlamento il percorso di recepimento integrale della Direttiva 2018/2001/UE, dove si dovranno affrontare i diversi aspetti energetici, tecnici e normativi fondamentali per rendere possibile la realizzazione di interventi diffusi di autoconsumo collettivo da fonti rinnovabili e di configurazioni di comunità energetiche per famiglie, imprese, enti locali e associazioni, in ogni parte del territorio italiano.

Con l’obiettivo di accelerare e rendere trasparente il percorso decisionale, su questi temi si confrontano oggi gli interlocutori del webinar organizzato da Legambiente e ITALIA SOLARE, sulla piattaforma keyenergy.it dalle 15.00 alle 17.30, nell’ambito delle giornate di Key Energy. Proprio in occasione della scorsa edizione alla Fiera di Rimini, Legambiente e ITALIA SOLARE presentarono a interlocutori istituzionali ed economici una proposta di recepimento anticipato della Direttiva 2018/2001/UE, che è diventata Legge nel Decreto Milleproroghe.

Legambiente e ITALIA SOLARE chiedono al governo di garantire un confronto trasparente e pubblico sugli obiettivi che si vogliono portare avanti con il recepimento della Direttiva 2018/2001/UE, in modo da consentire il rilancio diffuso delle rinnovabili in queste nuove configurazioni di energia condivisa in ogni parte d’Italia.

“Le configurazioni di comunità energetiche, autoconsumo individuale e collettivo – spiega il vice presidente di Legambiente Edoardo Zanchini, che coordinerà il dibattito – possono diventare una straordinaria opportunità sia in ambito urbano nei quartieri e nei condomini, sia nei distretti produttivi, sia nelle aree agricole e periurbane. Se consideriamo il milione di condomini che esiste nel nostro Paese, gli oltre 140 distretti industriali, mille tra centri commerciali e outlet, le aree artigianali nei Comuni e quelle agricole, si può stimare un potenziale di circa 40 GW di solare fotovoltaico installabile con questo modello. Per questo, insieme a ITALIA SOLARE, chiediamo di accelerare il recepimento della direttiva, perché le comunità energetiche possano diventare un pilastro del rilancio sostenibile dell’economia italiana post Covid”.

“Le comunità energetiche – aggiunge Paolo Rocco Viscontini, presidente di ITALIA SOLARE – rappresentano non solo un’opportunità per un contributo significativo alla sempre più urgente decarbonizzazione, ma anche un modo per avvicinare i cittadini al mondo dell’energia e in particolare dei mercati dell’energia, che hanno bisogno di revisioni sostanziali per consentire energia sempre più pulita e conveniente”.

 Le potenzialità sono enormi in un Paese come il nostro, con ricadute positive sia da un punto di vista industriale, energetico e ambientale legate alla possibilità di autoprodurre e condividere l’energia prodotta da fonti rinnovabili, di creare sistemi efficienti di accumulo e integrazione di mobilità elettrica. L’attuazione della direttiva rinnovabili dovrà fornire gli strumenti per garantire una produzione di energia rinnovabile in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione e per garantire che gli investimenti effettuati per tale produzione siano sostenibili dal punto di vista ambientale ed economico, che creino sviluppo e occupazione a livello locale e diano benefici quanto più diffusi.

Legambiente e ITALIA SOLARE hanno redatto, e presentano oggi, un documento con i punti più importanti che dovranno essere chiariti con il recepimento. Perché occorre dare certezze allo scenario, semplificando l’autorizzazione degli impianti, creando la corretta cornice per la creazione di comunità di energia rinnovabile, attuando il prima possibile le comunità energetiche dei cittadini che possono mettere anche l’energia degli impianti di media dimensione al servizio del territorio e sbloccando i meccanismi di mercato che valorizzano il minore costo di produzione dell’energia rinnovabile, come i prezzi dinamici e i contratti di vendita di energia rinnovabile a lungo termine.

Per seguire online il convegno iscriversi a questo link: https://www.keyenergy.it/visita/organizza-la-tua-visita/reserved-area/iscrizione

In diretta sulla piattaforma interverranno Emilio Sani (ITALIA SOLARE), Andrea Galliani (ARERA), Maurizio Delfanti (AD RSE), Tommaso Barbetti (Elemens), Fabio Zanellini (Anie), Chiara Candelise (Ecomill). Poi il dibattito coordinato da Edoardo Zanchini (Vicepresidente Legambiente), con Paolo Arrigoni (Responsabile energia Lega, Commissione ambiente Senato), Chiara Braga (Responsabile ambiente Pd, Commissione ambiente Camera), Gianni Girotto (Presidente commissione industria Senato, M5S), Rossella Muroni (Vicepresidente commissione ambiente Camera, Leu), Paolo Viscontini (Presidente ITALIA SOLARE), Andrea Zaghi (Direttore Elettricità Futura), GB Zorzoli (Presidente Coordinamento Free).

NOTA – Il documento di Legambiente e ITALIA SOLARE

Gli obiettivi e le questioni da affrontare con il recepimento della Direttiva 2018/2001/UE

  • Premiare i consumi istantanei da fonti rinnovabili. Le configurazioni di comunità energetiche e autoconsumo collettivo possono spingere soluzioni efficienti di produzione di energia, progettate per soddisfare la domanda istantanea e contribuire a ridurre l’esigenza di capacità di riserva della rete. È proprio questo tipo di consumi che dovrebbe beneficiare di incentivi, tra diretti e indiretti, perché massimizza l’uso dell’energia rinnovabile e spinge modelli capaci di garantire la massima efficienza nell’uso degli impianti e delle reti.
  • Prevedere ambiti territoriali capaci di mettere assieme più utenze. L’attuazione del Decreto Milleproroghe sta evidenziando un limite nella previsione di comunità energetiche contenute all’interno delle stazioni di scambio di bassa tensione e media tensione. Ambiti ridotti limitano la possibilità di realizzare configurazioni capaci di soddisfare consumi elettrici di utenze con caratteri e funzioni diverse. Inoltre, occorre far partire quanto prima le comunità energetiche dei cittadini che potranno operare su ambiti più vasti e che a regime si estenda anche alle reti di media tensione.
  • Differenziare gli incentivi delle comunità energetiche sulla base delle dimensioni degli impianti e delle fonti. Il recepimento delle due Direttive dovrà portare ad articolare le scelte di supporto a queste nuove configurazioni. I criteri di riferimento dovrebbero essere di differenziare in funzione delle dimensioni e delle tipologie (condomini, comunità energetiche, autoconsumo collettivo, ecc.) e delle fonti utilizzate, visto che si dovranno fissare le regole sia per le comunità energetiche sia per quelle dei cittadini (che possono anche non prevedere impianti a fonti rinnovabili)
  • Consentire lo scomputo direttamente in bolletta dell’energia autoprodotta e condivisa. Per semplificare i processi occorre ridurre i passaggi tecnici ed economici. In questa direzione è auspicabile che si individuino soluzioni semplificate – considerando le innovazioni digitali oggi possibili nella gestione dei dati – di scomputo della quota di energia autoprodotta e condivisa direttamente dalle bollette che i cittadini e le imprese continueranno a pagare agli operatori con cui hanno il contratto.
  • Permettere alle comunità di operare servizi di dispacciamento. Una delle innovazioni di queste configurazioni sta nella possibilità di realizzare soluzioni integrate, con rinnovabili e accumulo, sistemi efficienti e allaccio di mobilità elettrica. Occorre quindi consentire la possibilità di realizzare configurazioni capaci di autobilanciarsi rispetto alla rete.
  • Fornire servizi alla rete attraverso nuove configurazioni con impianti di stoccaggio. Gli stoccaggi all’interno di queste configurazioni devono poter scambiare energia con la rete fornendo servizi e spostando nelle ore di mancata produzione rinnovabile l’energia rinnovabile prodotta anche per evitare congestioni sulle reti e prezzi negativi. È dunque urgente la approvazione della delibera che elimina gli oneri per i prelievi destinati alla successiva re-immissione e la previsione di servizi standardizzati che spingano a evitare congestioni e prezzi negativi.
  • Semplificare l’approvazione dei progetti e rendere possibile l’accesso al credito. Queste configurazioni potranno diffondersi in tutta Italia se verranno introdotte semplificazioni per la realizzazione degli impianti – oggi il più grande ostacolo allo sviluppo delle fonti rinnovabili – e se si aiuterà l’accesso al credito da parte di cittadini, imprese, associazioni. Il Recovery Fund prevede l’accesso a rilevanti risorse in forma di prestito che possono diventare, come negli altri Paesi europei, fondi per il credito a tassi agevolati capaci di rendere possibili investimenti che si ripagano grazie ai benefici che producono, nonché strumenti per garantire adeguate coperture al rischio dei trader che decidano di concludere con i produttori di energia rinnovabile accordi a lungo termine di produzione di energia.

 

 

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Fonte Legambiente

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