Con il Reddito di Cittadinanza l’Italia rialza la testa

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Nelle ultime settimane abbiamo sentito di tutto sul Reddito di Cittadinanza. Per alcuni addirittura sarebbe un flop, eppure i numeri parlano chiaro. Fino al 30 aprile sono arrivate 1.016.977 domande. Il che vuol dire circa 3 milioni di persone a cui lo Stato offre finalmente un aiuto. I dati dell’Inps ci dicono che circa il 75% delle domande sono state accettate e grazie al lavoro di Inps e Poste, in coordinamento con il ministero del Lavoro, le famiglie hanno cominciato a percepire il beneficio dallo scorso 20 aprile. In due mesi soltanto, quindi, è stato raggiunto circa il 60% dei potenziali beneficiari. Davvero un successo, soprattutto se si prendono come riferimento i dati del Rei, che nei primi mesi raggiungeva solo il 10% dei beneficiari e che nell’ultimo mese arrivò a stento al 50% della platea prevista.

Ci sono anche quelli che vorrebbero far intendere che si tratta di una misura che aiuta solo il Sud, ma anche in questo caso i numeri non lasciano dubbi. Le domande pervenute provengono da tutto il territorio nazionale: circa il 54% dal Sud e il 46% dal Centro-Nord. Le prime sei regioni interessate sono Campania, Sicilia, Lazio, Lombardia, Puglia, Calabria e Piemonte. Un dato che fa capire quanto questa misura era necessaria ed attesa anche in tante regioni storicamente ricche.

Pagine di giornali riempite con articoli che parlano di persone che sarebbero “deluse” dalla misura e che in tanti casi avrebbero ricevuto un’integrazione di 40 euro. Eppure stiamo parlando del 5% delle persone che hanno fatto richiesta. Circa 35mila domande su oltre 1 milione! Un numero davvero esiguo, come si evince dalla seguente tabella:

 

 

Reddito di Cittadinanza

(importo in euro)

Erogato a
(% beneficiari)
 

Valore medio di reddito familiare già posseduto in euro

1. 40-50 7% 7.658
2. 50-75 2% 6.967
4. 75-100 3% 6.484
5. 100-200 8% 5.613
6. 200-300 7% 4.979
7. 300-500 29% 1.354
8. 500-750 21% 908
8. 750-1000 16% 364
9. > 1000 6% 204

Fonte: Inps

 

Non dimentichiamo che il Reddito di Cittadinanza è una misura che va ad integrare il reddito già percepito, che nel caso del single può arrivare fino 500 euro ai quali si aggiungono altri 280 euro se il beneficiario vive in affitto. Una somma che aumenta in base al numero di componenti della famiglia e che può arrivare fino a 1.380 euro al mese. Se una persona ha ricevuto una integrazione di 40 euro significa che il suo reddito è già di 740 euro al mese. Non c’è nulla di cui scandalizzarsi.

Una cosa è certa: circa il 72% dei beneficiari riceve più di 300 euro al mese di integrazione e il beneficio medio percepito è di 520 euro mensili. Soldi che stanno già consentendo a tantissime famiglie di guardare avanti, di rendere più felici i propri figli, di comprare qualche alimento in più e persino di affrontare qualche cura medica urgente.

Non sono nemmeno mancate paginoni di giornale con titoli del tipo “boom di richieste dagli stranieri!”. Sul punto è opportuno precisare due cose. La prima è che le domande che interessano i nuclei stranieri sono 125mila su oltre 1 milione, il che vuol dire un numero più contenuto rispetto ai circa 160mila stimati nella relazione tecnica della misura. Nessun boom quindi. La seconda è che in ogni caso gli stranieri che possono fare richiesta devono comunque risiedere in Italia da 10 anni di cui gli ultimi 2 in via continuativa. In pratica, si tratta di persone che potrebbero fare richiesta per ricevere la cittadinanza italiana. Non si regala niente a nessuno.

Altra bufala è quella sui numerosi beneficiari del Reddito che vorrebbero restituire la card ricevuta perché converrebbe lavorare in nero e perché avrebbero paura dei controlli. Non ci risulta, ma se così fosse, vorrebbe dire soltanto una cosa: il messaggio che lo Stato non aiuta i furbi è passato!

Altro dato importante, nella media delle stime iniziali, è quello della Pensione di Cittadinanza. Tra le domande presentate, oltre 125mila riguardano questa misura. Questo vuol dire un aiuto concreto per oltre 250mila pensionati che riusciranno ad accendere il riscaldamento o a mangiare un piatto caldo nella propria casa, senza dover andare alla Caritas.

Le bufale sono tante, ma a noi restano le sempre più numerose testimonianze di persone che ci contattano per ringraziarci dall’aiuto. Veniamo fuori da anni difficili di crisi, durante i quali la mancanza di uno strumento universale di sostegno al reddito ha alimentato sacche enormi di povertà e una distribuzione del reddito sempre più a sfavore delle classi più deboli. La disuguaglianza ha raggiunto livelli altissimi: in rapporto al Pil gli stipendi dei lavoratori sono sempre più bassi e i redditi individuali sono sempre più diseguali, fenomeno a cui hanno contribuito anche la riduzione del cosiddetto salario indiretto, la riduzione della spesa sociale e le politiche di austerità degli anni passati.

Sosteniamo il Reddito di Cittadinanza anche perché, come dimostrano sempre più studi e ricerche, la disuguaglianza e la povertà diffusa non solo sono un problema morale e sociale, ma rappresentano anche fattori che incidono in modo negativo sulla crescita economica di un Paese, sulle sue potenzialità. Le potenzialità del Reddito di Cittadinanza sui consumi, sulla domanda e sulla crescita sono enormi. Nel secondo semestre del 2019 questi effetti saranno visibili. Persone che non avevano capacità di consumo, oggi possono spendere e consumare, con una propensione al consumo pari al 100%.

Lo abbiamo sempre detto: il Reddito di Cittadinanza non è la panacea di tutti i mali, ma è sicuramente un punto di partenza per cominciare a tutelare le persone che erano rimaste ai margini. Sicuramente in futuro potrà essere ulteriormente potenziato, ma intanto dobbiamo prendere atto che grazie a questo strumento l’Italia rialza la testa. Andiamo avanti senza sosta, per migliorare la vita delle persone!

 

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Fonte Il Blog delle Stelle

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