L’attentato subito da Giuseppe Antoci la notte del 18 maggio 2016 era stato ideato per bloccare l’idea di una legge nazionale sul modello del cosiddetto ‘protocollo Antoci’, che combatte il lucroso affare dei fondi europei per l’agricoltura in mano alle mafie.
La sentenza del maxiprocesso d’appello conferma la tenuta dell’impianto accusatorio e il buon lavoro svolto da magistratura e forze dell’ordine.
Ad Antoci hanno tolto libertà e serenità, costringendolo ad una vita complicata e a vivere con la famiglia in una casa blindata e presidiata dall’esercito. Due cose però non sono riusciti a togliergli: la vita e la dignità e grazie a quest’ultima porterà avanti il suo mandato in Parlamento europeo. La battaglia contro le mafie non finisce qui.
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Fonte MoVimento 5 Stelle Europa on Facebook