Con la ZEE restituiamo all’Italia la sovranità sul proprio mare

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La mia proposta di legge sull’istituzione di una Zona Economica Esclusiva è stata finalmente votata alla Camera. Adesso la palla passerà al Senato per l’approvazione finale del provvedimento. Intanto il primo step, il più importante, è stato superato. Una vittoria per il MoVimento 5 Stelle che si è sempre battuto per questo tema. È stato un lavoro lungo molti mesi, che rende orgogliosa me e chi ha creduto insieme a me nella necessità di stabilire un controllo sul mare che circonda il nostro Paese. Un provvedimento che l’Italia attendeva da ben 26 anni, dal 1994, data in cui la Convenzione ONU sul Diritto del Mare (firmata a Montego Bay nel 1982) è entrata in vigore.

Con questa legge, infatti, l’Italia si dota di uno strumento giuridico che consentirà al governo di gestire e sfruttare in maniera esclusiva le risorse naturali e minerarie presenti entro 200 miglia dalle coste italiane, o comunque entro i confini che reciprocamente stabiliremo nei vari negoziati con i Paesi adiacenti e frontisti.

La Zona Economica Esclusiva ci aiuterà a tutelare i diritti dei pescatori italiani, che spesso vedono vanificato il proprio lavoro a causa delle battute di pesca illegali condotte da imbarcazioni provenienti da aree diverse dal Mar Mediterraneo, e allo stesso modo avremo l’esclusività sul processo decisionale per lo sfruttamento delle risorse minerarie, dunque dei giacimenti di idrocarburi presenti al largo, limitando le attività estrattive di Stati limitrofi a ridosso delle nostre coste.

È dunque una legge che va a tutelare, oltre alla sovranità e all’interesse nazionale italiano nel Mediterraneo, anche tutto l’indotto economico delle nostre comunità costiere. La Blue Economy, ovvero tutte le attività economiche che ruotano intorno al mare, è un pezzo pregiato ed importante della nostra ricchezza, e vi è necessità di tutelarla e promuoverla con tutti i mezzi che lo Stato può mettere in campo. Un’altra importante funzione delle ZEE è infatti quella di avere la possibilità di installare delle piattaforme artificiali al largo, che vengono utilizzate per scopi scientifici e di ricerca, in virtù dell’importanza della tutela del patrimonio di biodiversità che abita il nostro mare, in un’ottica di salvaguardia del paesaggio marino e costiero.

È dunque una proposta di grande peso, quella della ZEE, avanzata con un altro importante obiettivo: avviare e consolidare, all’interno delle istituzioni, un processo politico e decisionale che tenga conto del mare che ci circonda molto di più rispetto al passato.

Un plauso ed un ringraziamento, in tal senso, vanno al Ministro Luigi Di Maio e al Sottosegretario Manlio Di Stefano, per aver avuto la lungimiranza di attivare proficui processi negoziali con gli Stati adiacenti, in particolare Grecia e Algeria, con i quali oggi il nostro Paese ha dato il via ad un processo di stabilizzazione delle relazioni marittime. Viviamo una stagione di grande rivalutazione del Mar Mediterraneo, e l’Italia deve essere in prima linea all’interno di uno spazio geografico che è habitat naturale della nostra tradizione, culla della nostra storia. Con questa legge siamo riusciti a restituire all’Italia la sovranità sul proprio mare!

 

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