Così abbiamo potenziato la sanità pubblica con il Cura Italia

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Fin da subito, quando il nuovo coronavirus ha iniziato a diffondersi nel nostro Paese, abbiamo deciso che avremmo messo in campo tutte le misure possibili, per quanto straordinarie, per tutelare la salute delle persone, bene supremo. I vari provvedimenti e le iniziative realizzate finora ne sono la dimostrazione: ogni sforzo è stato indirizzato in via prioritaria a rafforzare il sistema sanitario e sostenerlo nella gestione dell’emergenza, reperire disinfettanti, mascherine e tutti gli strumenti necessari per la cura dei pazienti.

Non eravamo pronti, come non lo è nessun Paese la mondo, a questo virus, ma quanto abbiamo fatto finora e continueremo a fare è davvero importante e fondamentale per limitare il più possibile i danni di questa pandemia. Con il decreto Cura Italia abbiamo destinato 3.5 miliardi in più alla sanità e alla protezione civile, percorrendo con ancora più convinzione la strada, intrapresa nelle precedenti due leggi di bilancio, dell’aumento dei finanziamenti al servizio sanitario nazionale.

Queste risorse serviranno a gestire nel miglior modo possibile l’emergenza. In particolare, abbiamo previsto 240 milioni per aumentare i posti letto negli ospedali: in tutto il territorio nazionale saranno il 50% in più nei reparti di terapia intensiva, e il 100% in più nei reparti di rianimazione e malattie infettive.

Per rimediare alla mancanza di personale sanitario, il Cura Italia contiene una serie di misure: tra queste, l’aumento del numero di medici, infermieri e dispositivi sanitari facendo affidamento anche sulle risorse delle strutture private, accreditate e non. Ma anche lo stanziamento di 250 milioni per gli straordinari del personale, la norma che considera direttamente abilitati alla professione i neolaureati in medicina e quella che prevede, qualora non ci fossero alternative, di trattenere in servizio quei medici e infermieri che hanno maturato i requisiti per andare in pensione.

In una situazione così drammatica, abbiamo ritenuto necessario il contributo anche della sanità militare. Per questo abbiamo inserito nel decreto Cura Italia risorse pari a oltre 34 milioni per potenziare tutte le strutture sanitarie militari e alleggerire, così, il carico della cura dei pazienti più gravi negli ospedali.

Inoltre, abbiamo previsto l’assunzione di 320 unità tra medici e infermieri militari e stanziato 704mila euro per lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze per la produzione e distribuzione di disinfettanti.

4 milioni di euro andranno all’Istituto superiore di sanità, che aumenterà il suo personale di 50 ricercatori, mentre poteri speciali andranno alla protezione civile e ai prefetti affinché, in questa fase di emergenza, possano requisire dispositivi sanitari e spazi, pubblici e privati, da utilizzare per la sorveglianza sanitaria dei pazienti.

Non si poteva e non si può pensare di uscire da questa crisi senza un sostegno forte al sistema sanitario come quello contenuto nel Cura Italia: ora ben vengano i miglioramenti che il Parlamento apporterà al decreto per la sua conversione in legge. Le istituzioni stanno dando il massimo in questa fase difficilissima, e mettono la salute dei cittadini al primo posto.

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