Decodificare i segnali cerebrali in parole

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Questo è un vero passo verso un sistema che permetterebbe alle persone di inviare messaggi direttamente dal loro cervello.

Ora gli scienziati di San Francisco dicono di aver sfruttato questi segnali cerebrali per creare un dispositivo in grado di creare frasi complete (Esempi dei test effettuati: “Non fare i piatti sporchi di Charlie” e “Le attrezzature importanti richiedono una manutenzione adeguata”).

Ma le conseguenze potrebbero essere incredibili.

La ricerca è un passo verso un sistema in grado di aiutare le persone gravemente paralizzate a parlare e, forse un giorno, permettere a chiunque di inviare un testo direttamente dal cervello.

Una squadra guidata dal neurochirurgo Edward Chang dell’Università della California, ha registrato alcuni segnali, direttamente dal cervello di cinque persone con epilessia, mentre ripetevano un elenco di 100 frasi. Successivamente il team ha analizzato al computer quei segnali registrati e li ha utilizzati per generare un discorso sintetizzato di senso. Lo strumento ascolta i nervi mentre gli organi vocali si muovono. In precedenza, i ricercatori hanno utilizzato tali segnali motori da altre parti del cervello per controllare le braccia robotiche.

“Stiamo attingendo alle parti del cervello che controllano questi movimenti e stiamo cercando di decodificare quei segnali”, dice Chang.

Questo è probabilmente il miglior lavoro svolto in questo ambito in questo momento.

Altri sforzi precedenti avevano cercato di ricostruire parole o suoni da segnali cerebrali. Nel gennaio di quest’anno, ad esempio, i ricercatori della Columbia University hanno misurato i segnali nella parte uditiva del cervello. Alcuni soggetti dovevano ascoltare un oratore che ripeteva numeri da 0 a 9. I segnali registrati erano perfettamente comprensibili, tanto da poter risalire al numero che era stato udito.

Queste interfacce cervello-computer non sono ancora sufficientemente avanzate, né abbastanza semplici da poter essere utilizzate da persone paralizzate, sebbene questo sia il primo obiettivo degli scienziati.

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Fonte Il Blog di Beppe Grillo

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