ECCO DOVE SONO FINITI I 49 MILIONI che devono essere restituiti ai cittadini italiani La sparizione dei 49 milioni di euro da …

Tempo di lettura: 2 minuti

ECCO DOVE SONO FINITI I 49 MILIONI
che devono essere restituiti ai cittadini italiani

La sparizione dei 49 milioni di euro da parte della Lega è secondo gi inquirenti frutto di una truffa ai danni dello Stato.

Secondo i calcoli della Guardia di finanza di Milano, una parte consistente dei 49 milioni è stata trasferita dalla Lega ad alcune società di proprietà di Di Rubba e Manzoni. Risultato: quando il Tribunale di Genova ha ordinato il sequestro del malloppo, a fine 2018, sui conti del partito sono state trovate solo le briciole.

La linea difensiva di Salvini finora è sempre stata la stessa: “I 49 milioni sono stati spesi in anni e anni di iniziative elettorali”.

I documenti giudiziari raccontano una storia diversa. Tra il 2015 e il 2018 tre società di Di Rubba e Manzoni hanno ricevuto dalla Lega 1,7 milioni di euro.

Si chiamano Studio Dea Consulting, Studio Cld e Non Solo Auto. Nulla sembrano avere a che fare con le “iniziative elettorali”: le prime due si occupano di fornire servizi di contabilità, la terza affitta automobili.
Tutte e 3 devono il proprio fatturato in buona parte ai bonifici fatti dalla Lega Nord e dalle sue società collegate.

Poi c’è la Barachetti Service, azienda edile controllata da Francesco Barachetti, anche lui imputato per la vicenda della Lombardia Film Commission.
Sempre tra il 2015 e il 2018 l’azienda di Barachetti riceve dalla Lega bonifici per 1,6 milioni di euro. Pure in questo caso, vista l’attività svolta dall’impresa (installazione di impianti idraulici), non dovrebbe trattarsi di denaro speso per iniziative elettorali.

Secondo gli investigatori tutte queste aziende, che hanno incassato ricchi pagamenti da parte della Lega prima del sequestro dei conti da parte del Tribunale di Genova, “si pongono come mero tramite, rendendo conseguentemente dubbia l’effettività, oggettiva e soggettiva, delle prestazioni rese”.

La procura sospetta dunque che il partito abbia usato le imprese intestate a Di Rubba, Manzoni e Barachetti come casse parallele, necessarie per spostare il denaro dai conti ufficiali per evitarne il sequestro.

Un’ipotesi avvalorata da un’email inviata dal tesoriere leghista Giulio Centemero nel gennaio del 2017 per informare Di Rubba e Manzoni che la Lega Nord “verrà messa su un binario morto giusto per stare in giudizio fino al terzo grado”. Per verificare i sospetti, i magistrati dovranno ora incrociare le fatture emesse dalle varie aziende con i servizi effettivamente forniti al partito.
[D un articolo di G. Salvini]

(Feed generated with FetchRSS)

Leggi Tutto

Fonte Dario Violi on Facebook

Commenti da Facebook
(Visited 9 times, 1 visits today)
Vai alla barra degli strumenti