Economia Circolare: ripensare la fase di progettazione

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di T. Domenech – Non sarebbe fantastico se non avessimo bisogno di avere una macchina, una casa o un telefono di proprietà? Cosa succederebbe se avessimo la possibilità di utilizzare gli oggetti nei modi e nei tempi in cui ci servono, e poi darli via o sostituirli quando non ne abbiamo più bisogno o se necessitiamo di qualcos’altro?

L’attuale modello economico si basa sul possesso, il consumo e infine lo scarto delle risorse. Questa economia, chiamata Economia Lineare, presenta due problemi principali: da una parte, la quantità di risorse consumate e l’energia utilizzata per trasformarle in prodotti, dall’altra il volume di rifiuti prodotto.

L’Economia Circolare cerca di risolvere questi problemi,  riducendo la quantità di risorse estratte dalla terra e utilizzando queste risorse in modo più efficiente, creando dei circoli chiusi per mantenerle più a lungo all’interno dei cicli produttivi e tagliare gli sprechi.

Tutti noi possediamo uno o più telefoni cellulari, e li utilizziamo tutti i giorni, sempre. L’economia lineare funziona in questo modo: ti compri un nuovo telefono, lo usi per un certo periodo di tempo, che sta diventando sempre più breve, e poi lo cambi per passare a un nuovo modello. Ma per produrre quello smartphone, servono tonnellate di materiali da estrarre, che determinano tutta una serie di problematiche ambientali e sociali.

Se guardiamo all’Economia Circolare invece, scopriamo un sistema totalmente diverso. Non abbiamo necessariamente bisogno di acquistare un telefonino: potremmo semplicemente affittarlo dal produttore. Il cellulare sarà stato progettato in modo da poter essere facilmente riparato o potenziato, senza che ci sia bisogno quindi di cambiare modello perché non è più possibile aggiornarlo. I vecchi telefoni potrebbero in questo modo essere tranquillamente tenuti al passo con le nuove tecnologie: non ha senso possedere un cellulare che non può essere aperto e riparato.

Adesso i prodotti non sono pensati per essere riutilizzati e modificati, ma per essere utilizzati e poi gettati via: abbiamo bisogno quindi di ripensare la fase di progettazione.

L’incentivo ai produttori a progettare in modo diverso potrà derivare dalla certezza che, dopo l’utilizzo, i loro prodotti torneranno alla fabbrica, e sarà possibile ricavarne materiali preziosi per produrne di nuovi.

Ripensare l’intero sistema di progettazione è quello su cui dobbiamo puntare.

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Fonte Il Blog di Beppe Grillo

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