Europrogramma del Movimento 5 Stelle: più lavoro e meno vincoli di bilancio, cambiamo il mandato della BCE

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L’austerity ci ha reso tutti più poveri. Per l’Istat negli ultimi dieci anni – quelli che coincidono con l’imposizione dei vincoli di bilancio – il potere di acquisto delle famiglie italiane si è ridotto dell’8%. Oggi un lavoratore su dieci è sotto la soglia di povertà: in Europa siamo al quinto posto per numero di “working poors” dopo Romania, Grecia, Spagna e Lussemburgo, con una percentuale di lavoratori-poveri dell’11,7%. Tra il 2010 e il 2017 in Italia la retribuzione media oraria è cresciuta di appena 1 euro, solo in Spagna e Portogallo ci sono stati progressi minori dei nostri e solo in Grecia c’è stato un calo.

L’Europa non cresce in modo stabile, né riesce a contrastare la disoccupazione, la povertà e le diseguaglianze economiche e sociali. Gli squilibri dell’eurozona creano diffidenze e tensioni reciproche fra gli Stati membri. È arrivato il momento di intervenire.

 

RIDURRE GLI SQUILIBRI DELL’EUROZONA

Tramite il coordinamento delle politiche all’interno del semestre europeo, Bruxelles chiede sforzi di aggiustamento ai Paesi con disavanzi e debiti pubblici elevati, ma non richiede alcuno sforzo concreto ai Paesi con surplus eccessivi. Germania e Olanda vengono periodicamente graziati dalla Commissione europea che non applica per loro le regole previste dai Trattati e cioè un attivo delle partite correnti non superiore alla soglia del 6% del PIL. In questi Paesi gli investimenti e i consumi si bloccano e il saldo commerciale in avanzo non viene immesso nell’economia reale creando così squilibri che si riverberano principalmente in Italia, Spagna, Grecia e Portogallo. I surplus eccessivi condizionano pesantemente le esportazioni dei Paesi del Sud Europa.

Questo è un chiaro esempio di un’Europa che usa due pesi e due misure. Per ridurre i profondi squilibri tra Paesi all’interno dell’Eurozona servono meccanismi di aggiustamento che prevedano trasferimenti fiscali dai Paesi in surplus verso le economie più vulnerabili. Correggere i surplus rende l’Europa più stabile.

 

CAMBIAMO IL MANDATO DELLA BCE

Il mandato della Banca centrale europea è quello di assicurare che il tasso di inflazione di medio periodo all’interno dell’Unione europea sia inferiore e prossimo al 2%. L’ossessione per l’evoluzione dei prezzi come obiettivo principale non ha apportato alcun contributo alla crescita. La nostra proposta prevede che la crescita economica e la piena occupazione vengano inseriti tra gli obiettivi della BCE.

La Federal Reserve, per esempio, ha un doppio mandato. L’articolo 2 dello Statuto della BCE recita: “fatto salvo l’obiettivo della stabilità dei prezzi, esso sostiene le politiche economiche generali della Comunità al fine di contribuire alla realizzazione degli obiettivi della Comunità definiti nell’articolo 2 del trattato”. La BCE, al contrario, dovrebbe avere come primo obiettivo la crescita economica e solo dopo quello della stabilità dei prezzi.

Inoltre, la BCE deve poter agire come prestatore di ultima istanza (lender of last resort) agendo nel mercato primario dei titoli di Stato per fornire liquidità agli Stati Membri. Al contrario, adesso, la BCE può agire solo nel mercato secondario e questo comporta un supporto solo al settore finanziario. La BCE deve diventare una banca per i cittadini e non più per le banche.

 

NO AL FONDO MONETARIO EUROPEO

La Commissione europea ha proposto di trasformare il Fondo Salva Stati (MES) in un “Fondo Monetario Europeo” (FME). Il compito di questo fondo sarà quello di salvaguardare la stabilità finanziaria nell’Eurozona, attivando linee di credito per salvare gli Stati a rischio in cambio di (contro)riforme decise a tavolino. Così come concepito il FME può diventare uno strumento di punizione per gli Stati in difficoltà. Il trattamento riservato alla Grecia ne è la dimostrazione. Servono invece misure e strumenti che affrontino le cause profonde che sono all’origine dei crescenti squilibri macroeconomici. Per questo vogliamo intervenire ex-ante su queste asimmetrie all’interno di questa Unione monetaria che è incompleta.

Durante la prossima legislatura verranno modificati il Six Pack e il Two Pack, i principali regolamenti e direttive che hanno imposto l’austerity. Noi chiederemo che vengano varati meccanismi di condivisione del rischio senza imporre condizionalità e misure per implementare politiche fiscali pro-crescita. I falchi dell’austerity sono avvertiti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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