Fine del bailout in Grecia: non c’è nulla da festeggiare

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traduzione di un editoriale pubblicato su www.eurointelligence.com

“Niente da festeggiare riguardo alla fine del programma di salvataggio Oggi (ndr. il 20 agosto) terminerà il terzo programma di salvataggio della Grecia, otto anni dopo aver ricevuto il primo aiuto nel 2010. Nessuno è davvero in vena di festeggiamenti. Festeggiare cosa poi? L’economia greca è ancora traballante, la politica ha polarizzato l’opinione pubblica, le ultime misure di salvataggio devono ancora essere attuate e il programma di sorveglianza post-salvataggio non lascerà la Grecia libera di agire come meglio crede.

Potrà essere un traguardo nella lista delle cose fatte dalle Istituzioni, ma non è il risultato che tutti si aspettavano nel 2012. Aspettatevi invece che tutti i soggetti coinvolti raccontino la propria versione dei fatti e puntino il dito contro quelli ritenuti essere i responsabili del fatto che la ripresa economica sia debole. Klaus Regling (ndr. direttore del meccanismo europeo di stabilità) ha già dato la sua lettura a Kathimerini, accusando Syriza di essere costata al Paese una cifra fra gli 86 e i 200 miliardi di euro, creando un problema più grande del previsto e non essendo capace di attuare riforme.

Nick Makoutzis (ndr. analista politico) sostiene che questi ultimi otto anni sono stati contrassegnati da una sofferenza che poteva essere evitata e da divisioni non necessarie. Se non altro, oggi dovrebbe essere un momento utile per riflettere piuttosto che per celebrare: i politici europei non hanno mai trovato una soluzione definitiva per la Grecia, invece si sono nascosti dietro una foglia di fico che proteggeva i loro Paesi e preveniva il peggio per la Grecia.

Per molti esperti e commentatori la Grecia è diventata un esperimento socioeconomico per verificare le loro teorie sull’austerità o sulla zona euro. Molti, dentro e fuori la Grecia, hanno osservato gli eventi svolgersi come se fosse una soap opera, intrattenuti dai giochi politici del governo greco verso i creditori e le istituzioni internazionali, o gli scontri sul metodo di salvataggio fra Syriza e i partiti tradizionali.

In una situazione così polarizzata nessuno poteva concordare su cosa possa essere andato storto e cosa sarebbe stato necessario fare. Invece l’economia greca è peggiorata: il debito pubblico ha continuato a crescere, l’economia si è ridotta di circa un terzo, la disoccupazione è salita al 25%, le persone sono state colpite da tasse più alte e tagli di salari e pensioni con ulteriori tagli che stanno per arrivare, mentre i giovani greci lasciano il Paese per trovare un lavoro all’estero.

FAZ ha aggiunto la propria versione di una previsione cupa per la Grecia. Il giornale tedesco ha concluso che non è cambiato molto per i greci, poiché anche Syriza non è migliore degli altri partiti quando si tratta di clientelismo. Almeno la Grecia è rimasta una democrazia, a differenza della Turchia. Questo verdetto impietoso ci mostra quanto sia facile cambiare le regole durante il gioco se i risultati che coinvolgono il processo decisionale europeo sono deludenti. L’articolo ci dice che saranno necessari decenni per sciogliere il bandolo della matassa di questa crisi e molti di quelli che ne hanno visto l’inizio non ne vedranno la fine durante la loro vita. Questa è una sorta di empatia di cui i greci potrebbero tranquillamente farne a meno”.

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Fonte Il Blog delle stelle

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