Gli onorevoli furbetti del bonus rendano conto ai propri elettori

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In questi giorni stiamo affrontando un altro di quegli scandali della politica che purtroppo buttano fango sulle istituzioni e non salvano purtroppo nessuno. Stiamo parlando di cinque deputati che hanno chiesto il bonus destinato alle partite Iva.

Se ne stiamo parlando e sta facendo così tanto clamore è perché azioni del genere fanno del male alle nostre istituzioni. Il tema non è i cinque deputati. Come abbiamo sempre detto, non possiamo assolutamente accettare che ci siano dei comportamenti del genere. Le partite iva avevano diritto a quel bonus per una semplice e unica ragione: perché quando è iniziata la pandemia è iniziato il lockdown, le attività si sono fermate e ci sono stati quindi lavoratori autonomi, in particolare le partite Iva, che non hanno più avuto la possibilità di avere entrate regolari.

E diciamocelo pure, era anche un bonus minimo, piccolo, forse troppo piccolo per le partite Iva che sono i nuovi proletari, sono quelli che non si possono ammalare, sono quelli che non hanno mai giorni di ferie, che non riescono mai a staccare dal lavoro, che sacrificano la famiglia per il lavoro che fanno. Non stiamo parlando soltanto dei professionisti che fanno un grandissimo lavoro, ma ci sono tante forme di lavoro autonomo in Italia e il bonus serviva appunto per cercare di dar loro un’entrata regolare per poter portare avanti la propria vita, in molti casi la propria famiglia.

Ora cinque deputati della Repubblica hanno fatto la richiesta di questo bonus, in quanto erano delle partite Iva, ma io voglio ricordare sempre una cosa: il bonus è stato ideato per chi non aveva entrate regolari, per chi per effetto della pandemia ha dovuto sospendere le attività. I parlamentari sono stati pagati anche durante la pandemia, i parlamentari hanno ricevuto strumenti e stipendi (perché ci sono diaria, rimborsi spese e l’indennità) per diverse migliaia di euro, fino a 13mila euro al mese. Questi soldi sono entrati nelle tasche dei deputati e dei parlamentari che hanno continuato la loro attività da parlamentari, che hanno fatto in molti casi l’azione di mediazione tra territorio e istituzioni centrali, che hanno convertito decreti, nessuno lo discute questo, ma ciò non li autorizza a richiedere anche il bonus per le partite Iva.

In queste ore si dice che noi non possiamo sapere questi nomi, che gli italiani non possono venire a conoscenza dei nomi dei cinque che ne hanno fatto richiesta perché c’è la legge sulla privacy, ma qui la privacy non c’entra niente. Qui stiamo parlando del rapporto di fiducia tra cittadino-elettore. Se un cittadino ha mandato in Parlamento una persona, quella persona è giusto che renda conto ai propri elettori e in questo momento questo dobbiamo fare.

Noi come Movimento 5 Stelle, su iniziativa di Vito Crimi, stiamo firmando tutti una delibera come parlamentari, un’autocertificazione come parlamentari, in cui rinunciamo alla privacy. Controllateci. Controllate se abbiamo fatto la richiesta del bonus, controllate chi ha fatto richiesta del bonus e tutto il gruppo parlamentare nel giro di pochi giorni farà questo. Noi chiediamo la stessa cosa a tutte le forze politiche, utilizzando un semplice modulo, che abbiamo già usato in passato come Movimento per riuscire a far venir fuori qualche furbetto che non restituiva lo stipendio, e che ha funzionato.

Si dice che siano tre leghisti ad averlo richiesto, uno di Italia Viva e uno del Movimento 5 Stelle, ma non interessa quale sia la forza politica, questo è un fatto di cui dobbiamo rendere conto ai cittadini italiani. Inoltre non è una bellissima figura che fa la politica di fronte ad un momento di difficoltà economica per tutto il Paese. Ricordiamoci sempre che stiamo affrontando una crisi economica, ricordiamoci sempre che la classe politica è chiamata a fare del suo meglio per affrontare questa crisi economica, nel rappresentare le istituzioni, che non è solo una crisi sanitaria. E ricordiamoci anche, perché l’indignazione è tanta, che ci sono tanti padri e madri di famiglia che chiedevano quel bonus perché non riuscivano ad arrivare a fine mese. C’erano tante partite Iva che avevano entrate con cui riuscivano a sostenere le spese di quel mese e poi dovevano guadagnarsi il mese dopo. Questo di sicuro non è un problema dei parlamentari. Parlamentari a cui tutti, del Movimento 5 Stelle, chiediamo che si taglino lo stipendio ormai da anni. Noi lo facciamo, noi dimezziamo la nostra indennità, abbiamo fatto la battaglia per i vitalizi, abbiamo fatto la battaglia per il taglio dei parlamentari e lasciatemi dire che a questo punto il referendum del 20 e 21 settembre, il referendum al quale sarete chiamati come italiani a votare sarà un altro segnale di sobrietà che i cittadini chiederanno alle istituzioni.

I nomi devono uscire fuori. I nomi devono venire fuori, perché quelle persone si devono dimettere. Perché chiederemo le dimissioni e non mi interessa se c’è qualcuno del Movimento 5 Stelle. Si dice sia un ex del Movimento già al Misto, non lo so, ma quelle persone si devono dimettere perché tanta gente ha avuto difficoltà nel periodo della pandemia e tante persone nel periodo della pandemia hanno mantenuto la loro dignità nonostante non riuscissero a sfamare i propri figli. Di fronte a questo non possiamo che allontanarli – lo ha detto il Presidente della Camera, lo abbiamo detto come forza politica, lo dico io come ministro degli Esteri – perché l’Italia non può fare questa figura agli occhi di tutto il mondo. Questi parlamentari vanno allontanati per il buon nome delle istituzioni.

Per questa ragione io ho già inviato la mia richiesta di rinuncia alla privacy rispetto al bonus. Nelle prossime ore dobbiamo fare in modo che vengano fuori questi nomi anche perché la privacy non c’entra niente quando c’è da salvare la reputazione delle istituzioni e dello Stato italiano. E non vorrei che alle partite Iva oltre al danno andasse la beffa, perché in queste ore ho visto qualche forza politica di opposizione che ha fatto trapelare un retroscena in cui diceva: “no, ma non è colpa dei parlamentari, è colpa dei commercialisti”. Portate rispetto a quella gente, non facciamo lo scaricabarile adesso sui professionisti che già hanno visto questa scena indegna, che già hanno visto dei bonus irrisori e adesso si devono vedere anche colpevolizzati. I professionisti agiscono su mandato del cliente, quindi portate rispetto alle partite Iva, portate rispetto ai nostri professionisti, perché quelle persone lì, in generale non solo i commercialisti, sono quelli che stanno facendo le pratiche per la cassa integrazione, sono quelli che stanno facendo le pratiche per le aziende per farle accedere ai prestiti, per farle accedere ai finanziamenti agevolati, quella gente non ha mai staccato durante questa pandemia e merita il nostro rispetto.

Un grande abbraccio a tutte le partite Iva, a tutti i professionisti e noi faremo in modo che quei nomi possano venire fuori. Ovviamente se è rimasto a queste persone, chiamiamole ancora persone, un briciolo di decenza, di correttezza, dovrebbero venir fuori, chiedere scusa e andarsene a casa.

 

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