I diritti strumentali alla cittadinanza digitale

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RICCARDO GENGHINI – I DIRITTI STRUMENTALI ALLA CITTADINANZA DIGITALE

Net-neutrality, Identità digitale e Reddito da profilazione sono i temi trattati da Riccardo Genghini esperto di firma e identità digitale, presiede la commissione ETSI (European Telecommunications Standards Institute) che redige gli standard sui servizi fiduciari digitali del regolamento eIDAS (electronic IDentification Authentication and Signature) e ha partecipato a varie consulenze per la Commissione Europea in materia di identità e di sicurezza digitale. Ecco cosa ha detto ⤵

Pubblicato da Associazione Rousseau su Mercoledì 3 aprile 2019

 

Sono Riccardo Genghini mi occupo di firma e identità digitale da vent’anni, presiedo la commissione ETSI (European Telecommunications Standards Institute) che redige gli standard sui servizi fiduciari digitali del regolamento eIDAS (electronic IDentification Authentication and Signature) e ho partecipato a varie consulenze per la Commissione Europea in materia di identità e di sicurezza digitale.

Quello che comincia già ad avere una maggiore e immediata fruibilità e concretezza sono alcuni diritti di cittadinanza o alcuni diritti da considerarsi strumentali alla possibilità di una cittadinanza digitale.

Il primo diritto che è stato individuato è quello relativo all’accesso al digitale che deve essere trasparente e uguale per tutti quindi diritto di accesso alla net-neutrality.
Un secondo diritto fondante è quello al sé digitale deve essere visto alla stessa stregua di come noi oggi consideriamo una società a responsabilità limitata cioè un soggetto giuridico a tutti gli effetti per il diritto, ma qualcosa di diverso da me.

Tutti sappiamo che società e soci sono persone giuridiche diverse. Ecco l’identità digitale è proprio una costruzione giuridica di questo tipo. Deve diventare un soggetto di diritto che viene capito e gestito per quello che è, senza essere confuso con la persona o le persone fisiche che ci sono dietro.

Un altro aspetto, che tra l’altro è stato già riconosciuto dalla Corte Costituzionale nel caso Riley vs. California, è che lo smartdevice, telefonino o tablet devono essere considerati parte della nostra persona fisica. Quindi il tema che emerge da questa importante decisione della Corte Suprema del 2016 è che la definizione del confine della nostra persona fisica in un mondo così tecnologico, come quello in cui viviamo, si è già espanso e quindi va delimitato affinché i nostri diritti possano essere esercitati con la necessaria libertà.

Un corollario di questo diritto di proprietà sui dati digitali è quello che si potrebbe chiamare in modo un po’ provocatorio il reddito da profilazione.

Cioè ottenere un beneficio economico per i dati che produco sulla rete e che vengono utilizzati da altri. In questo modo si crea una nuova economia, delle nuove professioni, delle nuove opportunità di lavoro, ma soprattutto non ci sarà più l’accesso indiscriminato e clandestino alle informazioni personali come invece oggi accade.

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Fonte Il Blog delle Stelle

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