Le storie drammatiche riportate dalla cronaca quotidiana risvegliano le nostre coscienze sui comportamenti violenti e discriminatori che hanno conseguenze fisiche, psicologiche ed economiche sulle vittime, pregiudicando la piena ed equa partecipazione nella società. Una donna su tre nell’Unione europea ha subito violenze fisiche e/o sessuali. Ad oggi, purtroppo, il fenomeno è stato affrontato con misure giudiziarie e repressive non sufficienti. È inoltre intollerabile che alcuni Stati Membri si rifiutino ancora oggi di ratificare e attuare la Convenzione di Istanbul.
L’Unione europea deve perseguire ogni azione legislativa, sociale e culturale per consentire alle donne di difendersi, superare la paura di denunciare e essere giudicate. Dobbiamo aiutare le vittime con misure di sicurezza e di supporto psicoterapeutico. Dobbiamo metterle nella condizione di andare via da casa con i loro figli, di riconoscere la patologia del partner, la tossicità della relazione e i segnali dell’escalation violenta.
Ma non basta. Rafforzare la protezione e l’assistenza delle vittime, perseguendo i colpevoli, è solo un aspetto della battaglia da combattere. Dobbiamo fermare la violenza prima che si verifichi, con politiche di prevenzione in grado di affrontare le cause strutturali del fenomeno e promuovere una effettiva uguaglianza di genere. Dobbiamo insegnare ai più giovani, a partire dalle scuole, a sviluppare una coscienza culturale in merito.
La battaglia per l’eliminazione della violenza sulle donne si combatte tutti i giorni, non soltanto il 25 novembre.
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Fonte MoVimento 5 Stelle Europa on Facebook