Il decreto inclusione è una rivoluzione copernicana per la disabilità a scuola

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Il consiglio dei ministri ha approvato la revisione del decreto legislativo 66/2017 sull’inclusione scolastica, un decreto che avevamo ‘congelato’ appena arrivati al governo perché irrigidiva le procedure e riduceva la partecipazione dei soggetti che vivono e lavorano accanto agli studenti con disabilità. Lo avevamo promesso nel programma di Governo del Movimento 5 Stelle, insieme a una generale revisione dei decreti delegati della cd “Buona scuola” e lo abbiamo fatto, mettendo a punto un correttivo in sinergia con l’Osservatorio permanente per l’inclusione scolastica e con la collaborazione delle maggiori associazioni e degli enti interessati all’inclusione scolastica e grazie all’impegno di tutti gli uffici del Miur.

Rendiamo così migliore l’inclusione scolastica, vale a dire la vita quotidiana di circa 200mila studenti con disabilità, con una vera e propria rivoluzione copernicana.  Affermiamo il principio, riconosciuto dalle Nazioni Unite, per cui la disabilità è data non solo e non tanto dalle condizioni di salute della persona ma da quanto il contesto sia in grado di garantire la massima autonomia e uguaglianza. Se il contesto è senza barriere e più ricco di opportunità, cambia il modo in cui la persona vivrà la propria condizione di disabilità. Estendiamo insomma l’attenzione dal soggetto a tutto ciò che gli sta intorno, affinché sia adeguato alle sue concrete ed effettive esigenze.

Una delle nostre priorità è stata quella di intervenire sui Gruppi per l’Inclusione Territoriale: il testo originario prevedeva che fossero questi ad autorizzare le ore di sostegno richieste da ogni scuola, sulla base della documentazione e lontano dall’istituto e dalla classe in cui l’alunno trascorre buona parte della sua vita scolastica. Noi abbiamo voluto fare un’operazione diversa: abbiamo creato dei gruppi di docenti esperti nell’inclusione, a disposizione delle scuole per supportarle in tutti i passaggi e per svolgere attività di formazione e miglioramento dei processi di inclusione.

Dunque le ore di sostegno le decide chi sta accanto allo studente e addirittura si decidono insieme a lui quando maggiorenne. A definirle, infatti, è come in passato quello che si chiamava GLHO, che ha il compito di redigere il Piano educativo individualizzato dell’alunno. Questo Piano, messo a punto da chi conosce sia le peculiarità dello studente sia le caratteristiche del contesto in cui apprende e vive la sua socialità, dovrà definire non solo le ore di sostegno, ma anche tutte le misure utili a rendere quanto più efficace possibile la partecipazione degli alunni con disabilità alle attività della classe e della scuola.

Il decreto che abbiamo messo a punto nei mesi passati ascoltando tutte le realtà coinvolte, e che oggi è stato approvato dal consiglio di ministri, ha indubbiamente dei beneficiari diretti, che sono gli alunni certificati ai sensi della legge 104 del 1992, ma cambiare la prospettiva dell’inclusione vuol dire intervenire sull’intero sistema scolastico rendendolo migliore per tutti. Siamo dunque orgogliosi di dire che da oggi cambia lo sguardo con cui guardiamo alla disabilità a scuola e nel Paese e dunque la cultura dell’inclusione fa un importante balzo in avanti.

 

 

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Fonte Il Blog delle Stelle

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