Il nuovo quadro finanziario pluriennale 2021-2027

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Le dimensioni del bilancio
Lo scorso 2 maggio la Commissione europea ha presentato un pacchetto di misure nelle quali si delinea il prossimo quadro finanziario pluriennale dell’UE per il periodo 2021-2027, che tiene conto dell’uscita del Regno Unito dall’UE e intende apportare alcune innovazioni nel riparto delle risorse, alla luce delle nuove esigenze e sfide da affrontare. Inoltre, la Commissione europea prefigura parziali modifiche per quanto concerne le fonti attraverso le quali alimentare il bilancio UE (COM(2018)321 e COM(2018)322, relative al quadro finanziario pluriennale; COM(2018)325, 326 e 327, relative al sistema delle risorse proprie dell’UE; COM(2018)324 concernente i rischi finanziari connessi a carenze generalizzate negli Stati membri riguardanti lo stato di diritto). 
Per i complessivi sette anni, la Commissione europea prevede stanziamenti pari a 1.135 miliardi di euro in termini di impegni (1.279 miliardi espressi in prezzi correnti, tenendo conto dell’inflazione), pari all’1,11 % del Reddito nazionale lordo dell’UE-27 (RNL). Questo livello di impegni si traduce in 1.105 miliardi di euro (ovvero l’1,08% dell’RNL) in termini di pagamenti (1.246 miliardi espressi in prezzi correnti, tenendo conto dell’inflazione).
Si tratta di un aumento di oltre 100 miliardi di euro rispetto al bilancio settennale attualmente in corso (959,9 miliardi di impegni e 908 miliardi di pagamenti per il ciclo 2014-2020), con la differenza che, con l’uscita del Regno Unito, saranno richiesti maggiori sforzi ai Governi dei restanti 27 Stati membri.
La Commissione europea propone anche l’integrazione nel bilancio dell’UE del Fondo europeo di sviluppo, principale strumento con cui l’UE finanzia la cooperazione allo sviluppo con i paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico, che attualmente non rientra nel bilancio generale dell’UE, ma è finanziato dagli Stati membri, dispone di regole finanziarie proprie ed è diretto da un comitato specifico. Il FES nel quadro finanziario 2014-2020 ha una dotazione finanziaria di 30,5 miliardi di euro, finanziati dagli Stati membri (il contributo dell’Italia è pari a 3,8 miliardi).
Secondo le stime della Commissione europea, tendendo conto dell’inflazione e dell’integrazione nel bilancio UE del Fondo europeo di sviluppo (0,03% del RNL), l’ordine di grandezza (1,14% del RNL) sarebbe analogo a quello dell’attuale bilancio a lungo termine 2014-2020 (1,13% del RNL).

Il Regno Unito (nonostante l’applicazione del meccanismo di correzione volto a ridurne il contributo al bilancio UE), al pari e ancor più dell’Italia, è un contributore netto dell’UE, per cui riceve meno delle contribuzioni che versa al bilancio UE. Il contributo complessivo del Regno Unito al bilancio dell’UE per il 2016 (ultimo dato disponibile) è stato di 12,7 miliardi di euro, pari allo 0,55% del suo RNL. Secondo stime della Commissione europea, l’uscita del Regno Unito dall’UE potrebbe produrre una riduzione nel bilancio annuale dell’UE tra i 10 e i 12 miliardi di euro annui, corrispondente a circa il 10% del bilancio annuale dell’UE. I contributi dei principali contributori netti nel 2016 sono stati i seguenti: Germania 23,2 miliardi; Francia 19,4 e Italia 13,9.

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Fonte Camera dei deputati – Attività parlamentare nella XVII Legislatura

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