Il prezzo dei servizi gratuiti: uscire dal paradosso

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Nell’era dell’Intelligenza Artificiale e della Machine learning, la tecnologia non può che essere “smart”, sempre più semplice da utilizzare, intuitiva, costantemente presente in qualsiasi attività del nostro quotidiano.

Pochi click sul nostro smartphone e, ad esempio, scegliamo automaticamente il locale con il rapporto qualità prezzo più competitivo, dove la bravura dello chef è condivisa da mille fotografie di pietanze pubblicate sui social, a discapito della cortesia dei camerieri che, purtroppo, attraverso cinquecento recensioni, è valutata solo due stelle. Veloci, “connessi”, in poche parole ci sentiamo “smart” ma, di fatto, accettiamo il compromesso di diventare noi stessi delle fonti di informazioni.

In questa continua offerta di servizi apparentemente gratuiti, si cela, infatti, un uso quotidiano delle nostre preferenze, dei nostri spostamenti, dei nostri desideri. I grandi player di Big Data li utilizzano per testare i propri algoritmi ed alimentare nuovi modelli di business ritagliati sulle nostre esigenze e, proprio per questo, destinati a tornare a noi sotto forma di prodotti e servizi di cui non potremo più fare a meno. Un esempio su tutti: abbiamo imparato l’importanza del cloud. Abbiamo lasciato che innumerevoli fotografie dei nostri viaggi, degli eventi più significativi della nostra vita e … dei nostri piatti preferiti, venissero custoditi in un ambiente unico condiviso. Se oggi tutto questo spazio ci venisse tolto, cosa saremmo disposti a fare per mantenere al sicuro i nostri archivi? Forse saremmo disposti a pagare?

Per uscire da questo “loop tecnologico” con il quale rischiamo costantemente di sentirci in trappola, la sola soluzione è data dalla costruzione di un’alternativa ai grandi player. Un “ecosistema” costituito da una rete di realtà aziendali di ogni dimensione, capaci di confrontarsi anche con grandi imprese, per offrire servizi ugualmente validi dal punto di vista della qualità ma ovviamente meno noti.

Nell’era delle grandi piattaforme (Facebook, Google, Amazon) si è persa la capacità e la voglia di ricercare soluzioni forse meno note ma più sofisticate e specifiche per i diversi settori. Nel mondo delle mappe stradali, ad esempio, la pervasività di colossi come Google o Waze, hanno, di fatto, uniformato il modo di concepire i nostri spostamenti, di rappresentare le condizioni di viabilità stradale, analizzando, prendendo informazioni dalle nostre stesse abitudini per poi condizionare le nostre scelte verso servizi sempre più idonei al nostro profilo comportamentale.

L’Italia ha una struttura commerciale costituita anche da piccole aziende capaci di realizzare servizi di grande qualità. Tra queste oggi diamo spazio e visibilità a QMap: una realtà che, attraverso una piattaforma proprietaria, dedicata alla viabilità, porta su web e mobile, mappe e traffico stradale.

Nella sezione “TRAFFICO IN TEMPO REALE”, che rimarrà permanente sul nostro Blog, potete trovare il traffico in tempo reale relativo alle principali città su scala nazionale.

A breve saranno disponibili altri servizi sempre basati su cartografia.

http://www.qmap.it/

Grazie a QMap per il servizio messo a disposizione per il mio Blog.

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Fonte Il Blog di Beppe Grillo

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