Il Rapporto definitivo sul clima: il mondo è in pericolo

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A novembre il Rapporto National Climate Assessment del governo statunitense ha chiarito, più di ogni altro rapporto sul clima, gli effetti devastanti del cambiamento climatico sulla salute pubblica mondiale.

Non è la prima analisi che parla di scosse di assestamento generazionali e di ampia portata, soprattutto per i sistemi sanitari nei paesi in via di sviluppo.

Sembra che tutto quello che stiamo facendo sia insufficiente.

Le conseguenze sono disastrose, ma quel che ci aspetta è ancora peggio: negli Usa i danni causati dal cambiamento climatico sono stimati a più di 141 miliardi entro il 2100. I decessi dovuti al calore (solo nel 2100) supereranno i danni alle infrastrutture alle città costiere dall’aumento del livello del mare (stima a 118 miliardi).

Il risultato è semplice: o si cambia velocemente rotta, con approcci ben finanziati o le conseguenze sono facilmente misurabili. Questo dovrebbe essere soprattutto un peso per coloro che rifiutano di riconoscere l’esistenza dei cambiamenti climatici. I dubbi sul cambiamento climatico non dovrebbero più esistere.

Le soluzioni ci sono, e migliorano ogni giorno. Ci si dovrebbe concentrare sugli effetti devastanti dell’aumento dell’inquinamento atmosferico, delle temperature, della siccità e della mancanza di acqua, dell’aumento di cittadini con malattie croniche.

Due delle città americane più progressiste sul clima, Seattle e San Francisco, hanno avuto la peggiore qualità dell’aria al mondo quest’anno.

Ma questa non è la parte peggiore. In paesi come l’India e la Cina, oltre 3 milioni di cittadini muoiono prematuramente ogni anno per gli effetti combinati dell’inquinamento. Globalmente, l’inquinamento atmosferico derivante dalla produzione, dagli scarichi dei veicoli e dalla combustione del carbone rappresenta il quarto principale fattore di morte ogni anno.

Le prove ormai a disposizione dovrebbero essere sufficienti per costruire un consenso politico sul clima. Che è il vero nodo mancante nelle proposte nazionali e globali.

Quindi cosa ci riserva il futuro?

Nei prossimi 50 anni, il cambiamento climatico dovrebbe peggiorare significativamente. Il deterioramento dei servizi sanitari a livello globale causerà costi dai 2 miliardi a 4 miliardi all’anno, entro il 2030.

L’ex Segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Chuck Hagel, ha parlato del cambiamento climatico come un “moltiplicatore di minacce”. Il World Economic Forum ha identificato il cambiamento climatico come la più grande minaccia alla stabilità globale.

Forse non ci rendiamo conto, ma gli esempi abbondano. Uno dei principali precursori della guerra civile siriana è stata la più grave siccità mai registrata, che ha portato alla mancanza di cibo e acqua, malnutrizione e alla diffusione di malattie trasmissibili. In Congo e Yemen ci sono esempi simili e forse più drammatici.

C’è un nesso tra clima, salute e sicurezza. L’impatto dei cambiamenti climatici sui paesi vulnerabili portano a effetti devastanti sul sistema sanitario e sulle risorse disponibili. Questo si traduce in disordini sociali e indebolimento delle istituzioni statali.

Non possiamo davvero aspettare che il sistema economico si adegui pian piano in nome dello sviluppo. Uno sviluppo che comunque tarda ad arrivare perché le leve sono cambiate, il mondo è cambiato e proseguire ciecamente non farà che peggiorare le cose. Non c’è più spazio per inceneritori e trivelle, c’è bisogno di qualcosa di nuovo.

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Fonte Il Blog di Beppe Grillo

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