Ipocrisie europee: austerity per i cittadini, privilegi per gli eurocrati

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L’Unione europea si comporta come una matrigna: ai politici concede assurdi privilegi, ai cittadini impone sacrifici nel nome dell’austerity. Il primo cambiamento che serve all’Europa è quello per affermare, in primis, la giustizia sociale. Non ci possono essere cittadini di serie A e di serie B. Ci sono troppi privilegi, spese inutili e sprechi che vanno cancellati così da restituire risorse per i cittadini. Ecco un elenco di questi sprechi:

LA PENSIONE DEGLI EURODEPUTATI
Tutti gli eurodeputati, al compimento dei 63 anni di età, hanno diritto a un pensione di anzianità a vita pari al 3,5% della retribuzione per ciascun anno completo di esercizio di mandato. Questo privilegio scatta dopo appena un solo anno di mandato e, in questo caso, l’importo ammonta a 296 euro al mese. Con una sola legislatura completa, invece (5 anni di mandato), ogni europarlamentare matura una pensione a vita pari a 1.484,70 euro al mese. Questo importo raddoppia se l’europarlamentare fa due legislature. Il costo delle pensioni dei deputati europei è a carico del bilancio dell’Unione europea. Il diritto a questo privilegio sussiste a prescindere da altri trattamenti pensionistici.

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Questi privilegi anacronistici devono finire. La nostra proposta è di cambiare al più presto l’articolo 14 dello Statuto dei deputati del Parlamento europeo che disciplina il trattamento pensionistico degli eletti. Il diritto pensionistico dei membri del Parlamento europeo deve essere in linea con i sistemi previdenziali previsti per i cittadini ordinari, sia per il calcolo dell’ammontare sia per i requisiti anagrafici e contributivi che definiscono l’età pensionabile. Questo significa che i parlamentari europei devono pagare i contributi pensionistici e devono maturare tutti quei requisiti richiesti ai cittadini che rappresentano.

SPESE SENZA RENDICONTAZIONE 
I deputati europei hanno diritto a un’indennità forfettaria mensile (denominata “indennità di spese generali”) a copertura delle spese risultanti dalle attività svolte nell’esercizio del loro mandato che non siano coperte da altre indennità previste. L’importo mensile dell’indennità è fissato a 4.342 euro. Questa indennità – che ammonta in totale a 40 milioni di euro – è destinata a coprire le spese effettuate nel Paese in cui il deputato è stato eletto, come per esempio le spese di locazione per uffici, spese telefoniche e informatiche. È inaccettabile che gli europarlamentari non abbiano nessun obbligo di pubblicare la rendicontazione di queste spese effettuate. Purtroppo, durante una riunione dell’Ufficio di Presidenza, è stata bocciata la nostra proposta di controlli più efficaci e puntuali sulle rendicontazioni delle spese generali.

LE TRE SEDI DEL PARLAMENTO EUROPEO
Sembra assurdo ma é così. Il Parlamento europeo ha tre sedi: Strasburgo, Bruxelles e Lussemburgo. Secondo la Corte dei conti, i costi di questa dispersione geografica ammontano a 114 milioni di euro l’anno (ma le stime sono controverse: la relazione Fox-Hafner del 2013 stimava questi costi tra i 156 e 204 milioni, ovvero un importo equivalente a circa al 10% del bilancio annuale del Parlamento) e, sempre secondo la relazione Fox-Häfner, il 78% di tutte le missioni del personale del Parlamento avvengono per spostarsi fra queste tre sedi. Inoltre la stima dell’impatto ambientale di questa dispersione è compresa tra le 11.000 e le 19.000 tonnellate di emissioni di CO2.

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Fonte Il Blog delle Stelle

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