IV Forum nazionale Agroecologia Circolare

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Agroenergie, filiere made in Italy sostenibili e biologico al centro: le richieste di Legambiente al Governo per una transizione ambientale, energetica e sociale del modello agricolo. 

Spinta su agrivoltaico e rinnovabili, riduzione del 62% dell’uso della chimica di sintesi, Piano strategico nazionale PAC in linea con strategie UE, adozione di un nuovo PAN e approvazione della legge contro le agromafie: le sfide da cogliere, tema per tema, nel focus dell’associazione.

Legambiente: “Agroecologia ricetta per un made in Italy più competitivo, strategica contro crisi climatica ed energetica e per un cibo più sano e giusto. Bene sovranità alimentare, se valorizza filiere corte e produzioni di qualità”

Nel pomeriggio il Premio agli Ambasciatoridell’Agroecologia 2022.  

Forum in diretta sui siti Legambiente Agricoltura e Nuova Ecologia e sul canale YouTube di Legambiente

L’agroecologia ricetta per un made in Italy che può diventare elemento importante nella strategia energetica del Paese e nella produzione di un cibo più sano e giusto: Legambiente chiede al nuovo Governo di tenere alta l’attenzione sulle priorità che possono rendere l’agricoltura volano della transizione ecologica e l’intero comparto più competitivo e incisivo nello scenario globale attuale.

Diversi i fronti su cui si gioca il futuro sostenibile del settore: da un lato, gli obiettivi riguardanti il biologico, garantendo una completa attuazione della legge recentemente approvata, la riduzione dell’uso della chimica di sintesi (secondo le indicazioni della Commissione europea, da tagliare del 62% entro il 2030), la salvaguardia del benessere animale e della biodiversità (con il 10% di aree agricole da destinare all’alta biodiversità entro il 2030); dall’altro, la riduzione delle emissioni climalteranti del comparto, degli input negativi legati all’agricoltura e alla zootecnia intensiva e il sostegno alle rinnovabili, coniugando innovazione tecnologica e produzione agricola di qualità.

Tra le priorità individuate da Legambiente, la valorizzazione della filiera corta e delle comunità locali, un Piano nazionale strategico della PAC più in linea con le strategie UE, l’adozione del PAN (il Piano nazionale di Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari), l’approvazione della legge contro le agromafie, l’applicazione della legge sul biologico, norme più adeguate e uniformi per una realizzazione corretta e trasparente degli impianti a rinnovabili, in primis agrivoltaico, impianti a biometano e biogas.

Tutti temi di cui si discute quest’oggi al IV Forum nazionale sull’Agroecologia Circolare di Legambiente, a Palazzo Falletti a Roma: un appuntamento che riunisce i principali stakeholder del settore, tra aziende, consorzi, soggetti istituzionali e politici. Possibile seguire l’evento in diretta streaming sui siti di Legambiente Agricoltura e della Nuova Ecologia e sui canali YouTube e LinkedIn di Legambiente. Nel pomeriggio, prevista la consegna del Premio agli Ambasciatori dell’Agroecologia – Storie di amministrazioni e realtà rurali modello di buone pratiche.

Bisogna ridurre l’impatto del settore sul clima e sulla perdita di biodiversità, rendendo il percorso verso la transizione non solo ambientalmente, ma anche socialmente ed economicamente sostenibile – dichiara Angelo Gentili, responsabile Agricoltura di Legambiente – Il made in Italy, in tal senso, può e deve diventare un pezzo importante sia della strategia energetica del Paese, per ridurre le emissioni e moltiplicare le rinnovabili, sia nella produzione di un cibo sano e giusto in un’ottica che non abbandoni le strategie europee. Dobbiamo farne un elemento incisivo contro la crisi ambientale e climatica e, al contempo, renderlo più competitivo a livello globale, unendo all’eccellenza l’innovazione e aumentando il livello dell’impegno sul biologico, apripista dell’intero sistema agroecologico nazionale”.

È tempo di dare gambe, attraverso i decreti attuativi, alla legge sul biologico approvata lo scorso marzo dopo un’attesa di ben 13 anni e mettere in campo azioni che favoriscano anche la crescita della domanda di prodotti bio, oltre che l’offerta. Contemporaneamente, bisogna entrare sempre più nell’ottica di un’agricoltura multifunzionale in cui le rinnovabili, in primis agrivoltaico, impianti a biogas e biometano, possono giocare un ruolo strategico nello scenario attuale – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di LegambientePerché questo avvenga, però, vanno definite delle linee guida e scongiurati i preconcetti che potrebbero rallentarne lo sviluppo. È importante che il Governo approvi al più presto norme adeguate e uniformi, che permettano una realizzazione degli impianti corretta e trasparente, rendendo il settore agricolo protagonista oltre che della filiera del cibo anche della rivoluzione energetica”.

Le sfide da cogliere, tema per tema

Rispetto al concetto di sovranità alimentare, Legambiente chiede al Governo di valorizzare la filiera corta e le comunità locali, il biologico e le produzioni di qualità, evitando l’importazione di foraggio e mangimi dall’estero e lavorando per un made in Italy sempre più espressione delle eccellenze dei territori.

Sul tema energia, per l’associazione bisogna conciliare agricoltura, produzione energetica e sostenibilità ambientale, favorendo impianti a biogas e biometano, promuovendo il fotovoltaico sui tetti dei capannoni agricoli e l’agrivoltaico, che, creando una sinergia tra produzione energetica e agricola, garantisce la coltivazione senza consumo di suolo ed emissioni inquinanti.

Sul fronte della PAC (Politica Agricola Comune), il Piano Strategico Nazionale (PSN) – che pure incentiva il settore biologico – non risulta altrettanto strategico nel ridurre gli input negativi legati ad agricoltura e zootecnia intensiva, né prevede un eco-schema specifico sulla biodiversità: per Legambiente occorre alzare l’asticella dell’impegno, in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo e le Strategie Farm to Fork e Biodiversity al 2030, che prevedono entro il 2030 la riduzione del 50% di fitofarmaci, del 20% di fertilizzanti, del 50% di antibiotici utilizzati per gli allevamenti, il 25% di superficie agricola dedicata al biologico e il 10% di aree ad alta biodiversità nei campi agricoli.

Prioritario, secondo l’associazione, adottare il nuovo PAN (Piano per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari), la cui ultima stesura risale al 2014, scaduto nel 2019, adeguandolo agli obiettivi stringenti delle strategie europee in termini di riduzione dell’uso dei pesticidi.

Sebbene l’approvazione della legge sul biologico e i dispositivi previsti da PNRR e PAC diano impulso a una filiera strategica per tutto il comparto agroalimentare, occorre disporre degli strumenti per applicare la normativa, registrando il marchio biologico made in Italy, istituendo i biodistretti e adottando un Piano nazionale per lo sviluppo del settore. Oltre all’aumento dell’offerta, serve facilitare anche l’aumento della domanda di prodotti bio, con un maggiore coinvolgimento dei cittadini che ne accresca la consapevolezza di consumatori.

In ambito zootecnico, occorre lavorare in maniera sempre più scrupolosa per garantire il benessere animale, ridurre gli antibiotici negli allevamenti, puntare con determinazione sull’indipendenza mangimistica e sulla riduzione dei carichi emissivi del comparto che rappresentano i due terzi di quelli del settore agricolo. Importante lavorare a un marchio ombrello che rappresenti una garanzia per i consumatori e operare per una loro sensibilizzazione, affinché si riducano i consumi di carne nella dieta quotidiana, puntando sulla qualità.

Per quanto concerne la chimica in agricoltura, bisogna puntare a una riduzione del 62% dell’uso della chimica di sintesi entro il 2030, come richiesto dalla Commissione europea, e della quantità di concimi chimici utilizzati, alzando l’asticella dell’agricoltura integrata e puntando sull’aumento della sostanza organica nei suoli.

Ancora, garantire un uso sostenibile delle risorse idriche in agricoltura, attraverso la realizzazione di piccoli invasi per trattenere le acque, l’adozione di pratiche colturali che aumentino la capacità di assorbire le piogge e trattenere umidità e nutrienti, il riutilizzo irriguo delle acque reflue depurate. Infine, l’etica del cibo che richiede di garantire con forza i diritti dei lavoratori in ambito agricolo, contrastando il caporalato e approvando la proposta di legge contro le agromafie.

Premio Ambasciatori dell’Agroecologia

Il forum di Legambiente è anche l’occasione per raccontare le storie di amministrazioni e di realtà rurali modello di buone pratiche, protagoniste del Premio agli Ambasciatori dell’Agroecologia, esempi concreti e modelli presenti nei territori che ci fanno comprendere come la transizione ecologica sia già realtà: il riconoscimento, quest’anno, viene assegnato a Claudia Antonucci, Azienda olearia vinicola di Orsogna (CH); Valentina Avvantaggiato, sindaca di Melpignano (LE); Silvia Chirico, Tenuta Chirico di Ascea (SA); Rita De Padova, Fondazione Siniscalco Ceci Emmaus Foggia; Loredana Lucentini, Azienda agricola sotto il Poggio, Orbetello (GR); Fulvia Mantovani, Cooperativa Iris Bio, Calvatone (CR); Anna Nardi, Perlage Winery Farra di Soligo (TV); Serena Peveri, Azienda agricola Ciaolatte Borghetto, Noceto (PR); Edoardo Prestanti, sindaco di Carmignano (PO); Franco Vita, sindaco di Nepi (VT).

Scheda vincitori

Claudia Antonucci – Cooperativa Orsogna – Orsogna (CH) 
Erano 90 nel 1995, oggi se ne contano 400, le aziende consorziate della cooperativa Orsogna, da sempre dedite alla produzione sostenibile e tutte certificate biologiche. Ma se la tutela del territorio e della salute pubblica sono da sempre stati i baluardi fondanti i principi aziendali, la cooperativa è oggi anche al fianco delle donne attraverso il progetto “eva – empowerment verso l’autonomia delle donne con vissuti di violenza di genere” con interventi e azioni concrete per l’inserimento lavorativo, al termine di un periodo di tirocinio, che si è rivelato una meravigliosa opportunità di rinascita

Valentina Avvantaggiato – Sindaca di Melpignano (LE) 
Lei stessa la chiama politica della cura, quella che mette il cuore anche nelle decisioni più difficili, attraverso la costruzione di un’economia nuova, attenta, sostenibile, circolare ed inclusiva, capace di stimolare il tessuto micro-imprenditoriale, di rilanciare le ricchezze enogastronomiche, di favorire forme di turismo lento e destagionalizzato. Un impegno che parte dal divieto di utilizzo di prodotti fitosanitari in area urbana e si sviluppa in progetti di filiera corta con un mercato rionale detonatore di nuove e sane economie e di una “Mensa Etica a Km0”, garanzia per i piccoli concittadini ed incentivo alla produzione biologica per i giovani agricoltori.

Silvia Chirico – Tenuta Chirico – Ascea (SA) 
La sua è una attività di famiglia immersa tra le colline del Cilento dove da 30 anni si allevano vacche, capre e bufale i cui prodotti vengono sapientemente trasformati in mozzarelle di latte di bufala, formaggio di vacca, provola affumicata, yogurt e gelato di latte di bufala nel rispetto delle tradizioni più autentiche. Una vera impresa Verde che punta anche sull’innovazione esempio concreto di filiera corta ed economia circolare. Una storia di lavoro, passione, dedizione e profondo rispetto per la terra che ha portato l’azienda ad aprire la strada della produzione di energia da fonti rinnovabili con il primo impianto di Biogas del Cilento nel 2013

Rita De Padova – Presidentessa Fondazione Siniscalco Ceci Emmaus – Foggia 
Con il suo impegno e la sua determinazione Rita ha saputo coniugare il rispetto dei valori sociali, ad un percorso di agricoltura biologica teso alla salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità. Un progetto di 500 ettari che si estende tra Foggia, Nocera e Manfredonia che nel tempo si è arricchito grazie anche alla sinergia tra gli agricoltori.  La Fondazione si annovera tra i primi produttori di grani antichi Italiani e grazie proprio al suo impegno nel mondo dell’agroecologia riesce a ricavare fondi da destinare al mondo dei minori in difficoltà ed all’accoglienza.

Loredana Lucentini – Az. Agr. Sotto al Poggio – Orbetello (GR) 
Dopo alcuni anni vissuti in Piemonte Loredana ha deciso nel 2013 di tornare a casa, nel podere di famiglia tra Capalbio ed Orbetello. La sua è quindi una scelta di ricordi, di voglia di tornare alle origini e mettervi radici per continuare li a prendersi cura di quel piccolo angolo della maremma in cui era cresciuta. Lo affatto insieme al suo compagno Giovanni ed insieme alle sue api con cui ha realizzato un importante progetto di vita. Sono passati alcuni anni ed oggi Loredana con sapienza svolge la sua attività di allevatrice, producendo e valorizzando il miele come racconto di una filiera consapevole e responsabile.

Fulvia Mantovani – Cooperativa Iris Bio – Calvatone (CR) 
La cooperativa agricola Iris è a produzione esclusivamente biologiche dalla sua fondazione ed è situata all’interno del Parco Naturale Oglio Sud, un’oasi ricca di biodiversità; così in azienda sono stati piantati siepi e filari di alberi per contornare i campi coltivati, ed i fossi di irrigazione naturalizzati per consentire ad insetti ed anfibi di riprodursi. Dal grano coltivato si produce la pasta biologica i cui scarti uniti al mais e l’orzo aziendali così come anche allo scarto della lavorazione degli ortaggi, vengono utilizzati per l’alimentazione dei suini allevati allo stato brado. Quando l’agricoltura non solo è custode ma è valorizzazione del territorio.

Anna Nardi – Perlage Winery – Farra di Soligo (TV)
Chi decide di produrre biologico in una zona vocata alla produzione di prosecco è alla continua ricerca di modelli economici positivi, basati sull’ innovazione, e così Anna progetta il futuro dell’azienda Perlage attraverso l’utilizzo di sensoristica innovativa e centraline metereologiche dotate di webcam, per la rilevazione di indicatori di campo sempre più specifici. Obiettivo la prevenzione della avversità in agricoltura, oggi di sempre più difficile gestione anche a causa dei cambiamenti climatici. Dalle uve biologiche si ottengono inoltre vini vegan e privi di solfiti per soddisfare le esigenze di un pubblico eterogeneo e sempre più attento alla salute propria e dell’ambiente

Serena Peveri – Az. Agr. Ciaolatte – Borghetto, Noceto (Pr)
L’azienda di famigli di cui Serena è responsabile amministrativa e commerciale è un fiore all’occhiello della zootecnia biologica nazionale; certificata biologica dal 1998, sorge sulle prime colline parmensi ed è gestita dalla famiglia Peveri, impegnata nel garantire l’intera filiera produttiva, dalla terra alla tavola. Produzione biologica, benessere animale e trasformazione del latte che avviene all’interno del caseificio di proprietà. Sacrifici e grandi soddisfazioni che ci regalano la consapevolezza che c’è davvero chi è in grado di lavorare allo stesso tempo per la famiglia e per l’intera comunità.

Edoardo Prestanti – Sindaco di Carmignano (PO) 
Il primo passo è stato quello dello stop al glifosato come pioniere nella difesa ambientale a livello comunale, oggi Carmignano, grazie soprattutto al coraggio del suo giovane Sindaco Edoardo ha avviato un importante percorso innovativo: Il Patto per lo sviluppo sostenibile locale che ha visto la nascita di un biodistretto, una gestione multifunzionale del territorio, il recupero della campagna, la valorizzazione del turismo sostenibile: aprirsi al futuro senza dimenticare le proprie origini, riqualificare l’esistente per cogliere così nuove opportunità di sviluppo.

Franco Vita – Sindaco di Nepi (VT) 
In una zona in cui i noccioleti la fanno da padrone, talvolta a scapito della popolazione e dell’ambiente, Franco ha capito che il suo territorio stava sopportando una situazione di forte pressione causata da una agricoltura tesa alla massimizzazione delle rese più che all’efficientamento delle produzioni ed ha agito con fermezza con un cambiamento di rotta. Stop al glifosato, stop ai neonicotinoidi, agricoltura integrata e nascita del biodistretto attraverso un atto assunto con lo scopo di mantenere la biodiversità nelle campagne, ridurre l’inquinamento dei terreni e soprattutto salvaguardare la salute dei cittadini.

 

Il Forum Agroecologia Circolare 2022 – IV edizione è realizzato da Legambiente.
Con il patrocinio di Ministero dell’Ambiente e Regione Lazio. 

Partner principali: ALCE NERO S.p.A., Barilla, Bonifiche Ferraresi S.p.A, Consorzio Parmigiano Reggiano, COPROB S.c.A. (Italia Zuccheri), Fileni BIO, Novamont S.p.A.

Partner sostenitori: CIB – Consorzio Italiano Biogas e Oleificio Zucchi S.p.A.

Partner: Almaverde Bio, Apo Conerpo S.c.A., AzzeroCO2, Ecomondo, NextEnergy Capital, Rigoni di Asiago

Media Partner: La Nuova Ecologia

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Fonte Legambiente

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