La lotta ai cambiamenti climatici è la soluzione ai nostri problemi economici

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Ogni milione investito nell’energia pulita crea il triplo dei posti di lavoro rispetto allo stesso ammontare speso nei combustibili fossili. E inoltre, le infrastrutture connesse a fonti rinnovabili come eolico e solare sono più “resistenti” agli effetti perversi della globalizzazione, come le delocalizzazioni. Ecco perché per risollevare le economie colpite dal Covid-19 occorre puntare sulle politiche “green””.

E’ quello che emerge da un nuovo studio  del Prof. Cameron Hepburn dell’Università di Oxford condotto con più ricercatori, tra cui il premio Nobel Joseph Stiglitz e l’economista ambientale Nicholas Stern della London School of Economics.

Il documento cataloga oltre 700 politiche di stimolo e fa un confronto con la crisi finanziaria globale del 2008. Più di 230 esperti, tra cui alti funzionari di ministri delle finanze e banche centrali di 53 paesi, ha risposto a un sondaggio sul potenziale di benefici per il clima e misure di recupero fiscale.

Lo studio di Oxford ha confrontato i progetti green con quelli tradizionali e ha scoperto che i progetti green creano più posti di lavoro, offrono maggiori rendimenti nel breve termine per ogni dollaro speso e portano a un maggiore risparmio sui costi sul lungo termine, rispetto agli stimoli fiscali tradizionali.

“La lotta ai cambiamenti climatici è la soluzione ai nostri problemi economici”, ha dichiarato il Prof Hepbur.

Ne sono un esempio gli investimenti nella produzione di energia rinnovabile, come l’eolico o il solare. Come hanno dimostrato le ricerche precedenti, già nel breve termine, la costruzione di infrastrutture per l’energia pulita richiede molta manodopera, creando il doppio dei posti di lavoro per dollaro rispetto agli investimenti nei combustibili fossili, oltre ad essere meno suscettibile alla delocalizzazione. Si legge, infatti, che ogni milione di dollari di spesa genera 7,49 posti di lavoro a tempo pieno nelle infrastrutture per le energie rinnovabili, 7,72 nell’efficienza energetica, ma solo 2,65 nei combustibili fossili.

Oltre alla riqualificazione dei lavoratori in settori come le nuove tecnologie e le energie rinnovabili per sopperire anche alla disoccupazione dovuta al coronavirus, altre politiche auspicabili includono spese per la ricerca e lo sviluppo nelle energie rinnovabili, così come gli investimenti in infrastrutture di connettività degli edifici, quali, ad esempio, la banda larga e la ricarica dei veicoli elettrici, nonché investimenti per la resilienza e la rigenerazione degli ecosistemi. Per i paesi in via di sviluppo, anche gli investimenti per l’agricoltura sostenibile, sono stati stati classificati al primo posto.

Le misure invece che non tengono conto della riduzione delle emissioni, come i salvataggi incondizionati delle compagnie aeree, sembrano avere risultati più scarsi sia in termini di impatto economico che dal punto di vista climatico.

A questo link lo studio completo

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Fonte Il Blog di Beppe Grillo

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