La macchina degli abbracci

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Siamo un popolo di persone sole. 8,5 milioni italiani vivono in completa solitudine (40% vedovi, 39% celibi o nubili, 21% separati), mentre più di una famiglia su tre, 31,6%, è composta da una sola persona. Secondo il Rapporto Istat del 2018, circa 3 milioni di persone dichiarano di non avere una rete di amici, né una rete di sostegno, né partecipano a una rete di associazioni di volontari.

I dati che arrivano dal mondo sono ancora più allarmanti, in testa c’è il Giappone, dove una persona su 3 è sola e in 15 anni sarà maggioranza assoluta. Altissimo è il tasso di suicidi, dovuti al super lavoro ma soprattutto ad una vita alienante, in cui il digitale ha preso il posto degli affetti.

Se in alcuni casi la solitudine è una scelta, il più delle volte è dettata dai tempi in cui viviamo. Un futuro in cui il crescente boom di tecnologia inizia ad avere un grande impatto sul benessere mentale delle persone, ci si chiede se il contatto meccanico, piuttosto che il contatto fisico con altri umani, diventerà la soluzione a questa solitudine.

L’artista americana, Lucy McRae, ha creato una macchina chiamata Compression Carpet, che offre abbracci a chi ne ha bisogno.

“Stiamo andando verso una crisi tattile in cui siamo inondati di tecnologia, fino al punto di vivere ogni giorno in ansia e completa solitudine”, ha affermato McRae. L’architetta del corpo, così come lei stessa si definisce, ha voluto riprodurre attraverso la sua macchina la sensazione di quello che avviene con un abbraccio.

I corpuscoli di Meissner sono i responsabili nel nostro corpo della ricezione sensoriale del contatto. Sono presenti nello strato superficiale del derma e inviano ciò che ricevono dall’esterno alla corteccia cerebrale. Il primo effetto che si ha con un abbraccio è la produzione di ossitocina, conosciuta anche come ormone dell’amore. L’ossitocina viene rilasciata in diverse situazioni (tra cui anche durante un abbraccio) ed è collegata ai rapporti affettivi. Il suo effetto sull’organismo è di potente antistress.

Secondo la scienza, l’ossitocina serve anche a rafforzare il legame e l’attaccamento, ovvero il desiderio di stare vicino alle altre persone.

La macchina degli abbracci è colorata con tonalità rosa e marrone, che ricordano le tonalità della pelle, per sottolineare l’illusione del tocco umano. Per utilizzare il dispositivo, è sufficiente sdraiarsi al suo interno. Un’altra persona – probabilmente un estraneo – girerà quindi una maniglia, facendo sì che la macchina si chiuda lentamente intorno al corpo.

Compression Carpet è stata presentata al Festival of the Impossible, una mostra di San Francisco che ha esplorato il futuro rapporto tra uomo e macchina. Gli ospiti sono stati invitati a provare la macchina da soli. La maggior parte se ne è andata, dopo pochi minuti di compressione, con uno sguardo vitreo negli occhi…

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Fonte Il Blog di Beppe Grillo

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