La “nuova IMU”

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L’A.C. 1429, all’esame della Commissione VI Finanze, intende riformare l’assetto dell’imposizione immobiliare locale, unificando le due vigenti forme di prelievo (l’Imposta comunale sugli immobili, IMU e il Tributo per i servizi indivisibili – TASI) e facendo confluire la relativa normativa in un unico testo. 
Alla luce dell’attuale quadro normativo, la tassazione immobiliare locale è particolarmente complessa e dispersiva: si veda, per ulteriori informazioni, il dossier sulla tassazione immobiliare in Italia. Essa è disciplinata infatti in numerosi provvedimenti – anche d’urgenza – succedutisi velocemente nel tempo, con largo uso di rinvii incrociati a provvedimenti anche risalenti (tra cui la disciplina dell’Imposta Comunale sugli Immobili – ICI del 1992). Ciò ha comportato inevitabili difficoltà conoscitive ed applicative sia per i contribuenti, sia per gli operatori fiscali.

La proposta prevede un’unica imposta patrimoniale immobiliare che ricalca, in gran parte, la disciplina IMU. L’effetto principale della proposta è dunque di eliminare la TASI, senza innovare significativamente sull’attuale disciplina positiva dei vigenti tributi, che per molti aspetti rimane parallela stanti le analogie nell’individuazione dei soggetti passivi, l’esenzione della “prima casa non di lusso” da TASI e IMU, nonché la sovrapponibilità di agevolazioni ed esenzioni. 
Guarda qui il dossier.

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Fonte Camera dei deputati – Attività parlamentare nella XVII Legislatura

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