La pandemia e la giustizia telematica, una sfida vinta anche per il futuro?

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In questa rubrica vogliamo proporvi approfondimenti e spunti di riflessione sui temi più attuali inerenti la cittadinanza digitale, da sempre obiettivo di ricerca, studio e approfondimento della Rousseau Open Academy.


di Carla Giuliano, portavoce del MoVimento 5 Stelle alla Camera dei Deputati e capogruppo della Commissione Giustizia

La pandemia in atto nel nostro Paese ci ha costretti ad accelerare ed incrementare il percorso di digitalizzazione della Giustizia.

I problemi ci sono stati e ci sono. Ma ciò che conta è essere in grado di affrontarli e risolverli.

A volte le necessità ci impongono di ricorrere a strumenti che in realtà si rivelano risorse non utilizzate ovvero non sfruttate adeguatamente.

Il processo telematico in alcuni casi si è rivelato non solo un’ottima soluzione per affrontare le difficoltà oggettive legate all’emergenza sanitaria, ma anche una vera e propria risorsa – nei limiti della ragionevolezza e con le dovute accortezze e i necessari distinguo – utile al dialogo in prospettiva di un adeguamento dell’attuale sistema giudiziario anche a <<regime ordinario>>.

Emblematica è l’esperienza assolutamente positiva del processo amministrativo.

Va certo ammesso che tale tipologia di giudizio, principalmente incentrato sulla verifica di legittimità degli atti della Pubblica Amministrazione da parte dei Tribunali Amministrativi Regionali e del Consiglio di Stato, in grado d’Appello, già per impostazione e peculiarità propria, appare di natura prevalentemente scritta, senza con ciò voler sminuire o ritenere residuale la discussione orale.

In via generale, infatti, al ricorso presentato in forma scritta – sia per il primo grado che per l’appello – segue la discussione orale in Camera di Consiglio della istanza cautelare ove proposta (c.d. sospensiva) e la successiva discussione del merito in pubblica udienza.

Molto spesso tali udienze, soprattutto quelle di merito, si rivelano solo dei momenti di formale partecipazione dei Difensori, che si limitavano a chiedere il passaggio in decisione della causa.

In tale ottica vanno valutate le iniziative assunte per affrontare l’emergenza senza paralizzare l’attività della Giustizia Amministrativa.

Si è dunque prontamente intervenuti con il Decreto “Cura Italia” (decreto-legge n. 18 del 17 marzo scorso convertito in legge) che ha fornito la disciplina generale delle udienze da remoto anche nel settore della giustizia amministrativa e da ultimo, con il Decreto Ristori (decreto-legge n. 137/2020 dell’ottobre scorso) che ha ripristinato le misure già positivamente sperimentate, sempre in funzione emergenza Covid, dal 30 maggio al 31 luglio scorsi, estendendole sino al 31 gennaio del 2021.

In concreto, il sistema è stato improntato sull’attivazione della forma telematica di partecipazione alle udienze <<da remoto>> ove lo richiedano le parti o lo disponga il Presidente del Collegio giudicante.

Sostanzialmente si è sperimentata la riunione tra Giudici ed Avvocati, in videoconferenza, a mezzo dell’adeguamento rapido delle infrastrutture informatiche e dando copertura legale a tale innovativa metodologia.

Sono state quindi adeguate le regole tecniche attivando la piattaforma digitale Teams.

Confermativa della preziosa opportunità e della assoluta bontà degli strumenti digitali e telematici introdotti per la Giustizia Amministrativa, è stato il sollecito al ripristino della udienza da remoto pervenuto dal Presidente del Consiglio di Stato, nonché dalle Associazioni di categoria dei Magistrati ed Avvocati amministrativisti.

Invero l’apprezzamento di tale modalità era già pervenuto al termine del primo periodo di utilizzo di tale modalità conclusosi il 1 agosto scorso, allorquando il Consiglio di Stato, a mezzo del proprio responsabile della comunicazione istituzionale, il Magistrato Giulio Veltri, aveva confermato che: “Tutto ha funzionato senza intoppi ed è stato scongiurato il rischio di creare arretrati”.

Nella stessa direzione sono andate le considerazioni degli Avvocati specializzati nella materia.

Ad esempio, il noto Professore Filippo Lubrano, Presidente della Società Italiana Avvocati Amministrativisti (SIAA) ha dichiarato: “I due mesi di processo telematico sono stati positivi. Tutto si è svolto ordinatamente e anche i tempi di attesa di discussione delle cause si sono ridotti”. Inoltre sia il Prof. Lubrano che l’Avv. Daniela Anselmi, vice Presidente dell’Unione Nazionale Avvocati Amministrativisti (UNAA), in un’ottica di telematizzazione e di digitalizzazione del processo, si sono espressi favorevolmente alla introduzione, in via stabile e definitiva, di tali strumenti digitali ed in particolare dello strumento delle udienze da remoto (ovvero a distanza tramite videoconferenza), legando, però, l’utilizzazione di tali modalità e di tali strumenti a casi eccezionali, anche se meno gravi della pandemia in corso.

A questo punto è chiaro che tale approccio, oltre a dimostrarsi adeguato alla situazione attuale, apre la strada ad una riflessione politica circa il futuro della Giustizia oltre l’emergenza.

L’inserimento a regime delle udienze da remoto, all’interno del nostro sistema giudiziario, da utilizzare semmai facoltativamente, è tale da evitare agli Avvocati di recarsi a Roma o in giro per i TAR sparsi per l’Italia, al solo fine di mandare una causa in decisone, con un conseguente risparmio di energie e di tempo e un parallelo risparmio economico.

Anche la concorrenza tra Professionisti ne trarrebbe beneficio così come ha sottolineato l’Avv. Antonio De Angelis, Presidente Nazionale dell’Associazione Italiana Giovani Avvocati, il quale ritiene che questi ultimi trarrebbero giovamento dal processo telematico e dalle discussioni da remoto, potendo assumere incarichi nell’intero territorio nazionale senza doversi sobbarcare le spese e le difficoltà di viaggio e domiciliazione sul posto.

Ed alla fine anche questo aspetto si rifletterebbe senza dubbio a favore dei cittadini.

Ridurre gli spostamenti inutili costituisce comunque un interesse pubblico, sotto l’aspetto del contenimento dell’inquinamento, del traffico dei veicoli e dell’affollamento dei mezzi di trasporto, che deve costituire una prerogativa della buona politica.

Inoltre i tempi di durata dei processi – come si è visto nella pregressa fase – certamente ne gioverebbero e perché no, anche i costi ridotti per i Procuratori potrebbero tradursi in una maggiore accessibilità del cittadino alla giustizia. Quest’ultima altra importante scommessa che costituisce una priorità di azione per il Movimento e che il Movimento sta affrontando e ha programmato di affrontare con sempre maggiore impegno e convinzione.

Allora non ci resta che avviarci con coraggio e fiducia sulla strada del futuro, partendo dal presente che stiamo costruendo con senso di responsabilità, seppur sulla spianta del difficile momento che stiamo vivendo e che tutti insieme sono sicura supereremo riuscendo a conservare ciò che di positivo ci ha costretti a realizzare questa drammatica emergenza.

 

L’articolo La pandemia e la giustizia telematica, una sfida vinta anche per il futuro? proviene da Il Blog delle Stelle.

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