La Superlega e le organizzazione olocratiche: perché partire dall’alto non funziona

Tempo di lettura: 2 minuti

Davide Casaleggio è curatore della ricerca “E-commerce in Italia” arrivata nel 2016 al suo decennale. È autore di “I modelli dell’e-business” (Hops) e “Tu Sei Rete” (Casaleggio Associati). È specializzato nella definizione di modelli di business online, nell’impiego aziendale della Teoria delle Reti e dei social network e nel marketing online. Dal 2016 è presidente dell’Associazione Rousseau.


La Superlega è un tipico esempio di organizzazione verticistica nata e imposta dall’alto, e poi fallita.

La visibilità, il prestigio e anche la bravura in alcuni casi mettono alcuni attori nella condizione di poter pensare a nuove organizzazioni partendo dai singoli risultati raggiunti e non dalla necessaria costruzione dalle fondamenta. Ma quegli stessi risultati raggiunti sono stati ottenuti proprio grazie a tutti gli altri attori che hanno permesso loro di emergere.

Lo sport è proprio il contrario del verticismo: è diffuso, chiunque può praticarlo o anche solo appassionarsi senza necessariamente avere nessun tipo di controllo centrale. È sufficiente una chat con una decina di amici per organizzare una partita a calcetto o anche per seguire un derby assieme o ancora per giocare al fantacalcio. È il tipico esempio di organizzazione olocratica, con il potere distribuito in tutta l’organizzazione allargata ai cosiddetti stakeholder (coloro che hanno interesse nell’attività non necessariamente assunti nell’organizzazione), che si contrappone a quella gerarchica o oligarchica che spesso abbiamo conosciuto nello scorso secolo.

Le squadre che non sono arrivate in cima alla classifica sono comunque state determinanti per permettere a chi ha raggiunto lo scudetto di splendere rispetto alle altre. I business miliardari di alcune squadre sono comunque basate sul fatto che l’intero ecosistema della passione per il calcio resista.

A sorprendere di tutta questa operazione è che anche gli stessi tifosi delle squadre che hanno provato a creare il nuovo mini-super-campionato erano contrari. Si può capire come il 95% dei tifosi delle squadre non partecipanti (fonte: Forza Football) fosse contrario, ma che lo fosse anche il 73% di quelli dell’Inter, e il 69% di quelli del Milan avrebbe dovuto far riflettere i dirigenti. E poco importa se i tifosi della Juventus fossero spaccati a metà con il 52% a favore.  

Altra questione è vedere il calcio come pura e semplice industria del divertimento da contrapporre ai nuovi concorrenti che sottraggono tempo ai giovani come “Fortnite” e “Call of Dutycome indica Andrea Agnelli. Anche in questo caso rincorrere i nuovi attori tecnologici si può fare immaginando nuove modalità interattive e di partecipazione, non certo riducendole (a partire dai tifosi delle squadre escluse).

Il fallimento della Superlega era già scritto, era il modello sbagliato.


PER APPROFONDIRE – BIBLIOGRAFIA RAGIONATA

F. Laloux, Reinventare le organizzazioni. Come creare organizzazioni ispirate al prossimo stadio della consapevolezza umana, Guerini Next, Milano 2016. In un’analisi di diversi modelli di collaborazione e di leadership succedutisi nel corso della storia, Laloux esplora un nuovo concetto di organizzazione auto-gestita, che opera attraverso un sistema di relazioni paritarie e privo di scale gerarchiche.

B. Robertson, Holacracy: A Radical New Approach to Management, TEDxGrandRapids, 2015. Video disponibile cliccando QUI. Nel suo discorso al TEDx di Grand Rapids (Michigan, USA) Robertson racconta cos’è l’olocrazia: un sistema per gestire un’organizzazione senza una gerarchia manageriale, definendola una tecnologia sociale.

L’articolo La Superlega e le organizzazione olocratiche: perché partire dall’alto non funziona proviene da Il Blog delle Stelle.

Leggi Tutto

Fonte Il Blog delle Stelle

Commenti da Facebook
(Visited 6 times, 1 visits today)
Vai alla barra degli strumenti