Le idee dietro Rousseau X, l’app Open Source di Rousseau

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Ingegnere informatico italiano, Emanuel Mazzilli lavora in Silicon Valley dall’età di 25 anni. Per Rousseau ha coordinato la riscrittura della piattaforma. Ma non si è fermato qui. Forte della sua esperienza maturata in aziende come Twitter e Facebook, dove ha sviluppato app usate da oltre un miliardo di utenti, ha coordinato lo sviluppo della nuova app Open Source Rousseau X.


IL DIGITALE COME REPLICA DEL REALE

Nei quasi tre anni in cui ho lavorato per Facebook, una delle cose che mi è rimasta più impressa è stata questo discorso del Chief Product Officer (Chris Cox). Nel descrivere gli albori di Facebook parla della prima versione del profilo utente rivelando un particolare illuminante. La prima sezione del profilo voleva essere la replica dei primi cinque minuti di una conversazione tipica ad una festa con una persona che non conosci. Come ti chiami. Cosa fai. Di dove sei. Sei fidanzato/a. La seconda sezione invece cercava di replicare i seguenti 5 minuti di conversazione. Cosa ti interessa. Che squadra tifi. Se abbiamo amici in comune.

La cosa che mi aveva particolarmente colpito di questo aneddoto era la rottura delle nuove aziende della Silicon Valley con l’industria tradizionale. Da un’industria che cercava di proporre dall’esterno nuovi prodotti ai consumatori ad un’industria che cercava di replicare nel digitale la realtà. Ed è proprio cercando di imitare la realtà, che questa realtà l’ha cambiata profondamente.

L’app di Rousseau parte proprio da questo principio. Spostare nel digitale la vita politica del mondo reale. Da questa idea è nata la tab eventi che consente agli utenti di partecipare ad eventi online o fisicamente (quando sarà possibile). Questo concetto è anche alla base delle delle future “sedi digitali” tematiche e territoriali che Rousseau tra progettando insieme a portavoce ed attivisti attraverso il tour “La Base incontra Rousseau”.

SVILUPPARE EMPATIA

Per poter replicare la realtà è necessario prima di tutto capirla, in particolare capire gli attori principali: le persone. Un amico ingegnere che lavorava per un altro social network mi parlava di come il suo team stava provando a migliorare il flusso di iscrizione per i nuovi utenti che provenivano principalmente dai mercati emergenti. Hanno provato tantissime soluzioni, ma nessuna di queste riusciva ad avere un impatto. L’ultimo tentativo fu quello di trasferire tutto il team in India per due settimane per parlare direttamente con i nuovi utenti. Nei colloqui il team proponeva domande molto articolate agli utenti, finchè una signora rispose “io non so cos’è una password”. In quel momento capirono che il loro punto di vista era il punto di vista di giovani occidentali abituati alla tecnologia, con un cellulare di ultima generazione ed una connessione veloce. I loro utenti invece avevano una sensibilità totalmente dissonante con la loro.

Rousseau X è stato sviluppato senza pensare a come lo avremmo usato noi, ma a come lo avrebbero usato i nostri attivisti. In prossimità del lancio della versione beta abbiamo pensato ad aggiungere una tab “eletti”. L’idea era di mostrare agli utenti i profili di chi ricopriva una carica istituzionale. Abbiamo avuto diverse discussioni su come svilupparla. Alla fine abbiamo preso la scelta coraggiosa di lasciarla vuota e chiedere agli utenti che avrebbero scaricato l’app in anteprima di dirci come svilupparla. Già dalla presentazione abbiamo capito che non c’era interesse nel visualizzare i profili degli eletti, già presenti altrove, ma piuttosto di cercare i profili degli attivisti vicino a loro. Abbiamo catalogato tutti feedback che ci sono arrivati tramite l’app ed abbiamo scoperto che la funzione più richiesta era appunto la ricerca degli attivisti vicini. Così abbiamo cambiato radicalmente la nostra idea di “tab eletti” per implementare invece la “tab attivisti”. Questa funzione ha sbloccato l’accesso ad una rete di migliaia di attivisti a cui non avevamo pensato in quei termini.

Per questo motivo la possibilità di inviare feedback tramite l’app, inizialmente pensata per la fase di test, rimarrà nell’app per sempre.

SEMPLIFICARE VUOL DIRE INCLUDERE

Quando si prova a rappresentare una realtà molto complessa c’è il rischio di banalizzarla o di renderla difficile da capire. Noi abbiamo sempre pensato che tanto più saremmo riusciti a semplificare in un’app concetti complessi tanto più saremmo riusciti ad includere tutti. 

Una delle feature che più ha colpito i nostri utenti è stata la velocità di caricamento degli articoli. Dietro una funzionalità che potrebbe sembrare banale, quasi ludica, si cela uno studio approfondito degli standard web, dagli Instant Article di Facebook alle Accelerated Mobile Pages di Google che ci ha portato ad implementare la nostra versione per gli articoli del Blog Delle Stelle. Rendere l’accesso agli articoli più veloce, più immediato e più intuitivo non è un mero esercizio stilistico, ma vuol dire permettere a più persone di accedere a più informazioni.

PROGETTARE IL FUTURO

È stato sorprendente vedere come l’idea di un’app semplice per votare sia diventata una porta su decine di migliaia di attivisti con la possibilità di accedere alle informazioni in tempo reale. Questo è stato possibile perchè ogni funzionalità che abbiamo implementato non è mai stata vista come un punto di arrivo, ma sempre come un punto di partenza per la funzionalità successiva. Questo è lo spirito che ci accompagna e ci accompagnerà. Il video citato all’inizio si conclude con una frase molto emblematica “<le cose che abbiamo creato tramite un browser> saranno la base per risolvere i problemi futuri come comunità, quando la maggior parte delle persone non saprà nemmeno cos’è un browser”. Questa frase ci ricorda sempre di non essere troppo affezionati ai prodotti sviluppati ed alle tecnologie usate, perchè entrambi evolveranno, quanto alla nostra missione: creare una politica che sia l’espressione dei molti.


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