Lo strano caso del Tav: è un’opera inutile, dopo 20 anni il Governo lo ammette. Ma si deve fare lo stesso!

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Lo strano caso del Tav: è un’opera inutile, dopo 20 anni il Governo lo ammette. Ma si deve fare lo stesso!

 

Il Tav è un’opera inutile, ma ormai la faremo lo stesso. Si può riassumere così l’incredibile documento dal titolo «Adeguamento dell’asse ferroviario Torino – Lione. Verifica del modello di esercizio per la tratta nazionale lato Italia fase 1 – 2030» pubblicato dalla presidenza del Consiglio dei Ministri. Un documento che ammette ciò che il movimento no-tav sostiene da anni, ovvero la completa inutilità dell’opera, ma ribadisce di voler andare avanti nella sua costruzione.

UN PROGETTO BASATO SU STIME COMPLETAMENTE SBAGLIATE. Il documento (consultabile integralmente a questo link) ammette che «non c’è dubbio che molte previsioni fatte quasi 10 anni fa, in assoluta buona fede, anche appoggiandosi a previsioni ufficiali dell’Unione Europea, siano state smentite dai fatti, soprattutto per effetto della grave crisi economica di questi anni, che ha portato anche a nuovi obiettivi per la società, nei trasporti declinabili nel perseguimento di sicurezza, qualità, efficienza». In parole povere si dice che il Tav è completamente inutile. Ma subito dopo ecco la sorpresa, l’opera ad ogni modo va portata a termine, perché per poter continuare i lavori è necessario liberarsi «dall’obbligo di difendere i contenuti analitici delle valutazioni fatte anni fa». Come riassunto in un articolo pubblicato da Wu Ming 1, il governo quindi non sta dicendo: abbiamo sbagliato, avevate ragione, parliamone. Al contrario, sta dicendo: abbiamo sbagliato ma è ininfluente, perché abbiamo ragione lo stesso e non c’è altro da dire.

LA CRISI ECONOMICA NON C’ENTRA PROPRIO NULLA. Ma di quanto erano sbagliate le previsioni sull’aumento di traffico merci che secondo i tecnici di tutti i governi succedutisi dal 2001 (anno dell’approvazione del primo progetto) ad oggi avrebbero reso necessario la costruzione di una nuova linea ad alta velocità tra Torino e Lione? Nel 1998 il traffico merci sulla linea era di 10,1 milioni di tonnellate, e gli “esperti” stimarono che entro il 2010 sarebbe diventato di 20 milioni di tonnellate, una quantità che avrebbe saturato gli altri valichi. Ebbene nel 2010 si rivelarono invece addirittura di quattro volte inferiori a dodici anni prima, fermandosi a 2,5 milioni di tonnellate. E ovviamente non regge la scusa accampata dal governo Gentiloni nel documento, dove si da tutta la colpa alla “grave crisi economica”. La crisi infatti ebbe inizio nel 2008, anno in cui la diminuzione del traffico merci era già pienamente in corso, come si può vedere dal grafico sottostante. Lo stesso errore è stato ripetuto nella revisione del progetto del 2012 quando, nonostante la crisi fosse ampiamente in corso, i brillanti tecnici del governo arrivarono addirittura a stimare il traffico merci annuo fino al fantascientifico anno 2054, quando secondo loro ogni anno tra Francia e Italia sarà necessario trasportare quasi 60 milioni di tonnellate di merce. Cifre fatte a casaccio per difendere un’opera indifendibile.

A COSA SERVE VERAMENTE IL TAV TORINO-LIONE? Va tra l’altro appuntato che negli ultimi anni pure i francesi hanno ribadito che per loro costruire il Tav non è una priorità, concetto ribadito anche dal nuovo presidente Macron che ha affermato che la Francia si è presa «una pausa di riflessione» sul progetto. Che senso ha quindi l’ostinazione che continuano a mostrare tutti i governi italiani? La verità è che la costruzione di questa inutile grande opera è diventata da tempo una questione non economica ma politica, e più precisamente indirizzata a ribadire il dominio del governo sui territori. Non costruire l’opera significherebbe automaticamente dare ragione al movimento no-tav che da 25 anni resiste contro la sua costruzione, e questo non è ammissibile. Lo disse pochi anni fa senza giri di parole il Pubblico Ministero Marcello Maddalena in uno dei tanti processi celebrati contro i no-tav: «Il danno grave per il paese è il rischio della libera determinazione della pubblica autorità che sarebbe in crisi. Perché lì è il rischio per l’istituto democratico, ed è lì che ovviamente anche se il governo la ritiene inutile c’è una questione più forte, perché significherebbe rinunciare al principio di democrazia e quindi l’opera deve andare avanti a costo di impiegare l’esercito per farla andare avanti».

 

Fonte: http://www.dolcevitaonline.it/il-tav-e-unopera-inutile-dopo-20-anni-il-governo-lo-ammette-ma-vuole-farla-lo-stesso/

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Fonte Il Fastidioso

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