Il territorio della provincia di Taranto è stato già dichiarato “area ad elevato rischio di crisi ambientale” per cui si impone un’azione strategica che protegga e valorizzi l’area delle isole Cheradi e del Mar Piccolo, soprattutto per la parte marina verso il golfo che è caratterizzata da fondali sabbiosi, detritico e roccia nuda, coralligeno e vaste praterie di zostera, cymodocea e posidonia, oltre alla presenza comprovata di tartarughe caretta caretta e mammiferi come il delfino, la stenella striata, il grampo, la balenottera e il capodoglio o i cavallucci marini nel mar piccolo.
Aree che presentano indubbie peculiarità ecosistemiche e che andrebbero valorizzate sia per la conoscenza delle biodiversità sia per la promozione e del Mar Piccolo e delle attività di pesca e della mitilicoltura tarantina, purtroppo in crisi. Nel 2017, i «turisti green» hanno visto una crescita media del 4 per cento tra parchi e aree protette e anche per questo il grande tema del mare come patrimonio collettivo e delle aree marine protette risulta di grande attualità. Il risanamento ambientale, la riqualificazione di alcuni nostri territori marini, l’importanza di tutelare le specie protette che vi ci abitano sono tutti aspetti che riguardano l’ambiente ma, accanto a questi, è arrivato il momento di evidenziare le grandi potenzialità economiche delle aree marine protette, anche grazie all’avvio di una diversificazione economica basata sul turismo di stampo green.
Fonte Parlamento
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