Martedì 19 Marzo 2019 – 99ª Seduta pubblica : Comunicato di seduta

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Seduta
Ora inizio: 15:35

In apertura di seduta, dopo aver ricordato la figura del professor Marco Biagi, ucciso 17 anni fa da un commando affiliato alle nuove BR. il Presidente ha comunicato gli esiti della Conferenza dei Capigruppo, che ha approvato modifiche al calendario corrente: nell’ambito delle comunicazioni odierne in vista del prossimo Consiglio europeo, il Presidente del Consiglio dei Ministri riferirà altresì sul memorandum d’intesa tra il Governo italiano e il Governo cinese nell’ambito del progetto economico “Via della Seta”. La seduta proseguirà con l’esame del documento della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari sulla domanda di autorizzazione a procedere nei confronti del Ministro Salvini, che si concluderà nella giornata di domani. Nel pomeriggio avrà luogo il sindacato ispettivo. Restano confermati per giovedì la discussione delle mozioni di sfiducia nei confronti del ministro Toninelli e il question time.

A conclusione della discussione sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri in vista del Consiglio europeo del 21 e 22 marzo 2019 e sul memorandum d’intesa tra il Governo italiano e il Governo cinese nell’ambito del progetto economico “Via della Seta”, l’Assemblea ha approvato le risoluzioni nn. 1 della maggioranza e 3 della Lega.

La risoluzione della maggioranza, sulle relazioni con la Cina, impegna l’Esecutivo a procedere alla sottoscrizione del memorandum Belt and Road Initiative, mantenendo le tradizionali relazioni transatlantiche. In tal senso il Governo dovrà assumere le opportune iniziative per evitare che i nuovi rapporti instaurati con la Repubblica Popolare cinese siano interpretati all’estero come un principio di distacco dell’Italia dall’Alleanza atlantica. Tra gli impegni della risoluzione n. 3, in vista del prossimo Consiglio europeo, il Governo dovrà adoperarsi: nel contrastare la delocalizzazione fiscale delle imprese; nella lotta alla disoccupazione giovanile; nel rilanciare gli investimenti strutturali; nel sostenere la transizione verso un’economia innovativa e digitalizzata; nel sollecitare gli Stati membri verso obiettivi di contrasto ai cambiamenti climatici attraverso una nuova politica industriale che miri alla decarbonizzazione.

In premessa, in risposta agli interventi delle sen. Pinotti (PD) e De Petris (LeU) sul caso della ong Mare Jonio, il Presidente Conte ha rivendicato la volontà di affrontare la questione immigrazione in modo strutturale e non emergenziale. Ha quindi evidenziato che, in vista dell’avvicendamento del Parlamento e della Commissione europea con le elezioni di fine maggio, il Consiglio europeo dovrà giocare un ruolo ancora più centrale e incisivo nel tenere coesa l’Unione europea. Solo attraverso un approccio europeo unico, infatti, l’Ue sarà forte e competitiva, in grado di affacciarsi sulla scena internazionale quale attore di respiro globale. Il Consiglio affronterà quali temi principali l’epilogo della Brexit, il tema delle tecnologie e dell’innovazione, i cambiamenti climatici, i rapporti con la Cina. Servono anzitutto maggiori investimenti in ricerca e innovazione e una politica commerciale più ambiziosa anche attraverso la tutela di imprese e mercati europei da strategie aggressive di Paesi terzi e contro le pratiche scorrette. L’obiettivo primario del Governo italiano è il sostegno alla crescita, all’occupazione e all’inclusione sociale. Alla sfida dei cambiamenti climatici l’Ue deve dedicare il meglio della sua capacità di adattamento ai mutamenti globali. Accelerare la transizione verso un’Europa decarbonizzata attraverso un grande piano di investimenti pubblici garantirebbe altresì una crescita eco-compatibile dell’intero Continente. In relazione al budget dell’Eurozona in via di definizione, per l’Italia è prioritario che sia uno strumento di vero supporto a investimenti e riforme, con funzioni anticicliche e di stabilizzazione. Con riferimento ai rapporti con la Cina, il memorandum d’intesa con Pechino non è un accordo internazionale né giuridicamente vincolante, ma un grande progetto di connettività infrastrutturale euro-asiatica che permetterà di potenziare l’export italiano verso un mercato di dimensioni enormi. Si tratta di un documento di carattere esclusivamente economico-commerciale che non mette minimamente in discussione la nostra collocazione euro-atlantica. Sul fronte Brexit, il Consiglio europeo sarà probabilmente chiamato a discutere la possibile proroga della data di uscita: un differimento funzionale con l’obiettivo di garantire un recesso senza strappi e ordinato. Un breve paragrafo delle conclusioni verrà infine dedicato ad azioni di contrasto alla disinformazione, avvertita a livello europeo come una minaccia alla democrazia.

Nella discussione hanno preso la parola i sen. Casini (Aut), Lucidi, Rosa Silvana Abate, Barbara Floridia, Felicia Gaudiano (M5S), Monti (Misto), Alfieri, Ferrazzi (PD), Marzia Casolati, Bagnai Simone Bossi (L-SP), Stefania Craxi, Elena Testor (FI-BP), Errani (LeU) e Urso (FdI). Secondo Aut le dichiarazioni del Presidente Conte lasciano sperare in una revisione critica della politica europea da parte del Governo. Sulla stessa linea il sen. Monti (Misto), che ha parlato di sollievo dopo le picconate dei Vice Premier, che non possono rappresentare la posizione del Governo italiano. Anche ad avviso di FI gli obiettivi dichiarati sono condivisibili ma finora si è assistito a generiche dichiarazioni di un cambiamento che non c’è stato. Il PD si è detto preoccupato in relazione all’accordo con la Cina: è la costruzione di una nuova visione geopolitica, che non è stata definita in una cornice europea con i nostri partner storici. Parimenti, FdI ha invitato a riflettere sull’accordo con Pechino: il memorandum, frutto di trattative oscure, non ha nulla di commerciale. M5S si è concentrato sulle conseguenze del riscaldamento globale e sulle politiche per l’occupazione auspicando l’introduzione di un’assicurazione europea contro la disoccupazione e di un salario minimo europeo. Secondo L-SP la tutela del made in Italy e politiche in grado di stimolare la domanda interna devono rappresentare obiettivi prioritari in sede europea. In tema di lotta alla disinformazione, poi, il popolo italiano non ha bisogno di tutele esterne per vivere una democrazia compiuta.

In replica, il Presidente Conte, relativamente alla Brexit, ha rilevato che il Governo ha già predisposto uno schema di decreto che entrerà in vigore in caso di no deal per tutelare le imprese e i cittadini italiani. Il Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico Geraci ha quindi accolto le risoluzioni n.1 della maggioranza e n. 3 della Lega e ha respinto tutte le altre.

Nelle dichiarazioni di voto sono intervenuti i sen. Loredana De Petris (LeU), Fazzolari (FdI), Pittella (PD), Anna Cinzia Bonfrisco (L-SP), Gasparri (FI-BP) e Di Nicola (M5S).

L’Assemblea ha quindi avviato la discussione del doc. IV-bis, n. 1, Relazione della Giunta delle elezioni e delle Immunità Parlamentari sulla domanda di autorizzazione a procedere in giudizio ai sensi dell’articolo 96 della Costituzione nei confronti del senatore Matteo Salvini, nella sua qualità di Ministro dell’interno pro tempore.

Il relatore, sen. Gasparri (FI-BP), ha illustrato le conclusioni della Giunta, che ha deliberato a maggioranza di proporre all’Assemblea il diniego della richiesta di autorizzazione a procedere in quanto sussiste nel caso di specie l’esimente del perseguimentodi un preminente interesse pubblico nell’esercizio della funzione di Governo, di cui alla legge costituzionale n. 1 del 1989, congiuntamente al preliminare accertamento circa la natura ministeriale del reato, su cui peraltro concordano pubblico ministero e Tribunale dei Ministri. Non vi è invece concordanza sull’imputazione, atteso che il pubblico ministero di Catania ha chiesto l’archiviazione per infondatezza della notitia criminis, mentre il Tribunale dei Ministri non ha accolto tale richiesta e ha formulato un’imputazione coatta. Secondo la Giunta, una lesione irreversibile dei diritti (la morte di una persona o altri effetti non più recuperabili) non avrebbe potuto consentire di applicare l’esimente. Nel caso di specie, si evidenzia, tuttavia, che nessuna lesione irreversibile può configurarsi rispetto a diritti fondamentali: non sono noti specifici danni subiti dagli immigrati a causa dell’attesa a bordo della nave, considerata la costante assistenza loro riservata a bordo e l’intervenuta autorizzazione allo sbarco per minori non accompagnati e soggetti in precarie condizioni fisiche. La relazione segnala altresì la “valenza governativa” delle scelte effettuate dal Ministro Salvini: come emerso dall’informativa all’Assemblea del Senato del Presidente del Consiglio sulla vicenda della nave Diciotti, i noti fatti erano parte di un tentativo strategico dell’Esecutivo di risolvere in maniera strutturale il problema dell’immigrazione irregolare attraverso un confronto con le istituzioni europee. Sono quindi intervenuti i relatori di minoranza. Secondo il sen. Grasso (LeU), la relazione di maggioranza presenta errori di valutazione e costituisce un precedente non auspicabile. Anche ammettendo la tesi della controversia internazionale per giustificare la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante, l’Italia, quale titolare dell’evento SAR, doveva portare a compimento le operazioni con l’indicazione del posto sicuro e il conseguente sbarco. Il diniego del rilascio del POS (e il conseguente divieto di sbarco) non si può configurare, pertanto, come atto politico in senso stretto, ma piuttosto come una omissione che interrompe una procedura amministrativa, posta in essere dal Ministro Salvini sulla scorta di valutazioni e finalità politiche. Soprattutto, non si può giustificare che, per un fine politico, un membro del Governo possa privare qualcuno della propria libertà personale, o della libertà di circolazione, per un tempo apprezzabile anche se non in maniera irreversibile, senza affrontare un processo. Secondo il relatore, sen. De Falco (Misto), la relazione di maggioranza assimila l’interesse pubblico ad un “interesse governativo”, ovvero di parte. La responsabilità collegiale del Governo nella vicenda affermata dal Presidente del Consiglio Conte, dal Vice Premier Di Maio e dal Ministro Toninelli è chiaramente una minaccia politica per far sentire i senatori che dovessero ritenere di votare per l’autorizzazione a procedere responsabili della tenuta del Governo. L’obbligo di salvare vite umane in mare è un preciso dovere che grava su tutti gli Stati e prevale su qualsiasi altra norma, avendo l’Italia aderito alle convenzioni internazionali che regolano la materia, che, tra l’altro, entrano nel nostro ordinamento attraverso norme costituzionali.

Alla conseguente discussione, che proseguirà nella seduta di domani, a partire dalle ore 9, hanno preso parte i sen. Marcucci, Monica Cirinnà, Paola Boldrini, Laura Garavini, Teresa Bellanova, Comincini, D’Alfonso, D’Arienzo, Valeria Fedeli, Richetti, Simona Malpezzi, Nadia Ginetti, Grimani, Messina Assuntela, Misiani, Parrini, Rampi, Tatiana Rojc, Daniela Sbrollini, Valeria Valente, Verducci (PD), Emma Bonino, Nencini (Misto), Perosino, Fiammetta Modena (FI-BP) e Pillon (L-SP).

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Fonte senato.it – Comunicati di seduta

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