Martedì 23 Luglio 2019 – 136ª Seduta pubblica : Comunicato di seduta

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Seduta
Ora inizio: 16:34

Su richiesta del Presidente della 7a Commissione, sen. Pittoni (L-SP), è stata rinviato a domani l’esame del ddl n. 1347, conversione in legge del decreto-legge 28 giugno 2019, n. 59, recante misure urgenti in materia di personale delle fondazioni lirico sinfoniche.

Dopo che il Presidente di turno Calderoli ha disposto un’inversione dell’ordine del giorno, l’Assemblea ha discusso e approvato i ddl n. 1387, Rendiconto generale dell’Amministrazione dello Stato per l’esercizio finanziario 2018, e n. 1388, Disposizioni per l’assestamento del bilancio dello Stato per l’anno finanziario 2019. I testi passano alla Camera.

Le relatrici hanno evidenziato il miglioramento dei saldi di finanza pubblica e la riduzione del debito. La sen. Ferrero (L-SP) ha riferito sul rendiconto generale dello Stato: la gestione di competenza ha fatto conseguire nel 2018 un miglioramento dei saldi rispetto alle previsioni contenute nell’Assestamento 2018. Le operazioni complessive di bilancio hanno dato luogo a 840.677 milioni di accertamenti di entrate e 816.702 milioni di impegni di spesa, generando un avanzo complessivo di 23.975 milioni, pari a 26.036 milioni al netto delle regolazioni contabili. Rispetto al saldo dello scorso anno (10.441 milioni) si rileva un aumento di 15.595 milioni; alla formazione di tale risultato ha concorso la maggiore diminuzione delle spese, diminuite di 37.441 milioni (4,6 per cento) rispetto ai 854.143 milioni del 2017, mentre le entrate sono diminuite di 23.906 milioni rispetto agli 864.583 del 2017 (+2,8 per cento). Il differenziale delle operazioni finali presenta un saldo netto da finanziare di -19.986 milioni, attestandosi entro il limite fissato dall’articolo 1 della legge di bilancio per il 2018, con un miglioramento di 23.932 milioni (+119,7 per cento) rispetto alle previsioni definitive. Tale saldo, rispetto al 2017, presenta un miglioramento di 9.110 milioni. Al netto delle regolazioni contabili esso risulta pari a 17.925 milioni con un miglioramento di 23.685 milioni rispetto alle corrispondenti previsioni definitive. L’avanzo primario di bilancio (saldo netto da finanziare al netto della spesa per interessi) è risultato di 49.199 milioni, pari al 2,8 per cento del Pil (51.260 milioni al netto delle regolazioni contabili), superiore di 7.715 milioni rispetto a quello del 2017, con un miglioramento del 15,7 per cento. Infine, il ricorso al mercato finanziario, saldo contabile tra le entrate finali e le spese complessive, si attesta a -225.090 milioni, con un miglioramento di 44.769 milioni (20 per cento) rispetto alle previsioni definitive, nel rispetto del limite massimo fissato dall’articolo 1 della legge di bilancio per il 2018. Il saldo netto da finanziare si è attestato nel 2018 a -45.932 milioni, pari al 2,6 per cento del Pil (-43.971 milioni al netto delle regolazioni contabili); tale esito è da riferire al risultato combinato della gestione di competenza e di quella dei residui, che presentano rispettivamente un saldo negativo in termini di competenza di 40.201 milioni e di 5.731 milioni in termini di residui. Nel ciclo del bilancio 2018, con riferimento al triennio di programmazione 2018-2020, è stato integrato per la prima volta il processo di revisione della spesa, nell’ottica di un rafforzamento della programmazione finanziaria e con l’obiettivo di conseguire un maggior grado di sistematicità del processo di revisione della spesa. Le proposte di risparmio dei Ministeri sono confluite nella legge di bilancio, attraverso specifiche disposizioni normative, con le quali sono stati rivisti i parametri che determinano la spesa e, in più ampia misura, tramite azioni di razionalizzazione delle strutture e dei processi.

La relatrice sen. Pirro (M5S) ha illustrato l’assestamento, che ha lo scopo di aggiornare a metà esercizio le previsioni di bilancio formulate a legislazione vigente, anche sulla scorta della consistenza dei residui attivi e passivi accertata in sede di rendiconto. L’articolo 1 dispone l’approvazione delle variazioni alle previsioni del bilancio dello Stato per il 2019, indicate nelle annesse tabelle, riferite allo stato di previsione dell’entrata, agli stati di previsione della spesa dei Ministeri e ai bilanci delle Amministrazioni autonome. L’articolo 2 dispone la riduzione degli importi del Fondo di riserva per le spese obbligatorie, il cui importo viene ridotto di 130 milioni di euro; dei Fondi speciali per la reiscrizione in bilancio di residui passivi perenti delle spese correnti e in conto capitale, ridotti di 50 milioni di euro; del Fondo di riserva per le spese impreviste, ridotto di 150 milioni; del Fondo di riserva per le autorizzazioni di cassa, ridotto di 500 milioni. Le variazioni proposte con il ddl determinano un miglioramento del saldo netto da finanziare (corrispondente alla differenza tra entrate finali e spese finali) pari a 1.919 milioni di euro in termini di competenza e 3.393 milioni in termini di cassa. Conseguentemente, il saldo netto da finanziare si attesta su un valore di -58,9 miliardi rispetto ad una previsione iniziale di -59,4 miliardi. Anche gli altri saldi evidenziano un andamento positivo: il risparmio pubblico (dato dalla differenza tra entrate correnti e spese correnti al lordo degli interessi) registra un miglioramento di 364 milioni rispetto alla previsione iniziale. I dati relativi al ricorso al mercato (pari alla differenza tra le entrate finali e il totale delle spese, queste ultime date dalla somma delle spese finali e del rimborso prestiti) evidenziano un impatto positivo pari a circa 5,3 miliardi. Le variazioni proposte con il ddl di assestamento risultano coerenti con i livelli programmatici fissati con la legge di bilancio e, nel complesso, riflettono in larga parte l’adeguamento degli stanziamenti di bilancio alle stime formulate con il Documento di economia e finanza 2019. Il miglioramento del saldo netto da finanziare in termini di competenza è dovuto essenzialmente ad un decremento delle spese finali per 668 milioni di euro (che passano da 637.991 a 637.323 milioni di euro), parzialmente compensato da una riduzione delle entrate finali di 232 milioni di euro (che scendono da 578.638 a 578.406 milioni di euro). Le variazioni proposte con il ddl di assestamento sono volte ad ottenere un miglioramento dell’indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni di circa 5,6 miliardi, in linea con quanto convenuto dal Governo italiano nell’ambito della negoziazione avviata con la Commissione europea. In termini di cassa, il ddl di assestamento per il 2019 determina complessivamente un miglioramento del saldo netto da finanziare di 1.929 milioni di euro, derivante da una riduzione delle entrate finali per 232 milioni e da una variazione in diminuzione delle spese finali per 2.160 milioni. Migliorano anche gli altri saldi: il saldo primario di 158 milioni di euro, il risparmio pubblico di 2.055 milioni e il ricorso al mercato di 6.586 milioni.

Alla discussione generale hanno partecipato i sen. Ferro, Fantetti (FI), Manca (PD), Tosato (L-SP), De Bertoldi (FdI) e Pesco (M5S). Respinti gli emendamenti, si sono svolte le dichiarazioni di voto: il sen. Unterwalder (Aut), annunciando l’astensione, ha apprezzato il miglioramento dei saldi, ma ha lamentato il maggiore aumento della spesa corrente rispetto alla spesa in conto capitale e ha invitato il Governo a snellire la burocrazia e a sbloccare i cantieri. Il sen. Errani (Misto-LeU), nell’annunciare voto contrario, ha ricordato che il Paese è in stagnazione (quest’anno si registra una riduzione di un miliardo di ore lavorate), ha salutato positivamente gli investimenti per i comuni ma ha lamentato l’inerzia di Investitalia, ha suggerito infine l’introduzione di un sistema di garanzia per il credito alle piccole imprese e un piano green per le infrastrutture e la riconversione ecologica dell’economia. Il sen. Calandrini (FdI) ha annunciato un voto contrario, pur riconoscendo il miglioramento dell’indebitamento netto e del saldo netto da finanziare; ha mosso critiche alle voci assestate, ha evidenziato la necessità di cambiare i rapporti con l’Europa, ha sollevato interrogativi sulla prossima manovra di bilancio che dovrà sterilizzare le clausole IVA. Il sen. Misiani (PD), nell’annunciare voto contrario, ha ricordato che le maggiori entrate sono conseguenza della fatturazione elettronica introdotta dal precedente Governo e che la crescita è ferma; il fondo per lo sviluppo è stato tagliato e nella prossima manovra un Governo, che è diviso sulle principali questioni e ha rinunciato a contrastare l’evasione fiscale, dovrà reperire 28 miliardi per sterilizzare le clausole IVA. La sen. Rivolta (L-SP) ha annunciato voto favorevole a documenti che mostrano il sostanziale equilibrio della politica economica del Governo che ha mantenuto gli impegni assunti salvaguardando i conti pubblici; ha ricordato in particolare lo stanziamento di 300 milioni per i comuni, le misure per le partire Iva, le politiche di sostegno alle famiglie. Il sen. Pichetto Fratin (FI), nell’annunciare voto contrario, ha posto l’accento sulle inefficienze e i ritardi della macchina burocratica: l’assestamento di 7,5 miliardi e il calo dell’indebitamento netto dal 2,4 al 2,1 per cento potrebbero dipendere da un’incapacità di spesa, come suggerisce l’andamento dei residui passivi, e non pongono fine alla sorveglianza europea. Il sen. Marco Pellegrini (M5S), nell’annunciare voto favorevole, ha evidenziato i successi del Governo che ha tenuto insieme equità sociale ed equilibrio dei conti e, utilizzando risparmi di spesa e maggiori dividendi di Banca d’Italia e di Cassa depositi, ha evitato la procedura d’infrazione e ha confermato un rapporto deficit/Pil al 2,04 per cento. La situazione italiana dal giungo 2018 ad oggi è migliorata: la disoccupazione è scesa sotto il 10 per cento, i contratti a tempo determinato sono aumentati, lo spread è sceso a 196 punti base, i titoli del debito si collocano facilmente a tassi decrescenti.

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Fonte senato.it – Comunicati di seduta

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