Martedì 28 Giugno 2022 – 445ª Seduta pubblica : Comunicato di seduta

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Seduta
Ora inizio: 16:30

Con 180 voti favorevoli, 33 contrari e 7 astensioni, l’Assemblea ha rinnovato la fiducia al Governo, approvando definitivamente il ddl n. 2653, conversione in legge del decreto-legge 4 maggio 2022, n. 41, recante disposizioni urgenti per lo svolgimento contestuale delle elezioni amministrative e dei referendum previsti dall’articolo 75 della Costituzione da tenersi nell’anno 2022, nonché per l’applicazione di modalità operative, precauzionali e di sicurezza ai fini della raccolta del voto.

Il testo, all’articolo 2, prevede l’abbinamento delle votazioni per i referendum abrogativi, che si sono tenuti il 12 giugno scorso, con il primo turno delle elezioni amministrative. La Camera ha introdotto l’articolo 6-bis che, per le prime elezioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica successive alla data di entrata in vigore della legge di conversione, estende l’applicazione dell’esonero dalla raccolta delle firme per la presentazione delle liste “ai partiti o gruppi politici costituiti in Gruppo parlamentare in almeno una delle due Camere al 31 dicembre 2021, o che abbiano presentato candidature con proprio contrassegno alle ultime elezioni della Camera dei deputati o alle ultime elezioni dei membri del Parlamento europeo spettanti all’Italia in almeno due terzi delle circoscrizioni e abbiano ottenuto almeno un seggio assegnato in ragione proporzionale o abbiano concorso alla determinazione della cifra elettorale nazionale di coalizione avendo conseguito, sul piano nazionale, un numero di voti validi superiore all’1 per cento del totale”.

Dopo gli interventi in discussione generale dei sen. De Vecchis (Misto) e Pagano (FIBP) che hanno criticato l’articolo introdotto dall’altro ramo del Parlamento e hanno rilevato come l’abbinamento dei due appuntamenti elettorali non sia servito a contrastare l’astensionismo crescente, il Governo ha posto la questione di fiducia sull’approvazione del testo licenziato dalla Camera.

Nelle dichiarazioni di voto finale hanno accordato la fiducia i sen. Elvira Evangelista (IV-PSI), Manca (PD), Loredana De Petris (Misto-LeU), che ha però considerato una forzatura la posizione della fiducia e ha auspicato una revisione razionale ed equa delle norme sulla presentazione delle liste; il sen. Vitali (FIBP) ha giudicato la posizione della questione di fiducia una mancanza di stile e di rispetto per la stessa maggioranza. Il sen. Augussori (L-SP) ha espresso imbarazzo per la conversione di un decreto-legge che ha già dispiegato i suoi effetti; ha rivolto inoltre critiche al Ministro dell’interno, in particolare alla decisione di restringere il voto alla giornata di domenica. Anche il sen. Toninelli (M5S) ha lamentato il ricorso alla fiducia, ha però evidenziato alcuni aspetti positivi del decreto, fra cui il risparmio conseguente all’accorpamento delle elezioni, e ha sollecitato infine l’introduzione del voto digitale. Il sen. Quagliarello (Misto), in questa occasione, ha annunciato l’astensione, reputando incostituzionale l’articolo 6-bis.

Hanno negato la fiducia il sen. Dessì (CAL), che ha definito vergognoso il ricorso alla fiducia e ha sollecitato un trattamento paritario per i Gruppi di opposizione; il sen. Malan (FdI) ha sottolineato che gli interventi normativi di urgenza in materia elettorale richiedono cautela, in questa occasione invece, quasi con ostentato disprezzo per la correttezza costituzionale, è stata introdotta nel decreto una norma estranea che privilegia alcune forze politiche. Il sen. Paragone (Misto) ha evidenziato che l’articolo 6-bis favorisce formazioni centriste che non disturbano il sistema.

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Fonte senato.it – Comunicati di seduta

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