Mercoledì 26 Settembre 2018 – 40ª Seduta pubblica : Comunicato di seduta

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Seduta
Ora inizio: 16:33

La Conferenza dei Capigruppo ha approvato, a maggioranza, modifiche al calendario corrente e il nuovo calendario dei lavori fino al 18 ottobre. Martedì 2 ottobre il Ministro degli affari esteri renderà un’informativa sugli sviluppi della situazione in Libia. Dal 9 all’11 ottobre sarà discussa la Nota di aggiornamento del DEF. Martedì 16 ottobre il Presidente del Consiglio renderà comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 18 ottobre. Sulla remissione in sede referente del ddl sulla legittima difesa, la Conferenza sarà riconvocata. La proposta del sen. Marcucci (PD) di anticipare di una settimana il ddl istitutivo della Commissione d’inchiesta sul femminicidio è stata respinta.

L’Assemblea ha approvato definitivamente i ddl n. 803, Rendiconto generale dell’Amministrazione dello Stato per l’esercizio finanziario 2017, e n. 804, Disposizioni per l’assestamento del bilancio dello Stato per l’anno finanziario 2018, già approvati dalla Camera dei deputati.

Il relatore, sen. Presutto (M5S), ha illustrato il ddl n. 803. La gestione di competenza ha fatto conseguire un miglioramento dei saldi rispetto alle previsioni definitive contenute nell’Assestamento 2017. A raffronto con l’esercizio precedente, invece, i dati di consuntivo evidenziano un peggioramento sia del saldo netto da finanziare sia del ricorso al mercato. In particolare, il saldo netto da finanziare (differenza fra le entrate finali e le spese finali) presenta nel 2017 un valore negativo per 29,1 miliardi di euro (1,7 per cento del PIL), con un peggioramento di circa 18 miliardi rispetto al saldo registrato nel 2016 (-11,1 miliardi), dovuto al sensibile aumento delle spese finali, ed in particolare di quelle in conto capitale (oltre 20 miliardi). Registra, invece, un miglioramento del risparmio pubblico (saldo delle operazioni correnti), il quale passa dai 27,8 miliardi di euro registrati nel 2016 ad un valore di 31,6 miliardi (1,8 per cento del PIL), con un miglioramento di circa 3,8 miliardi rispetto al 2016. Tale situazione si è determinata a causa di una diminuzione delle spese correnti (-0,7 miliardi) rispetto al complesso delle entrate tributarie ed extra-tributarie (+3,0 miliardi). Infine, il dato del ricorso al mercato finanziario (differenza tra le entrate finali e il totale delle spese, incluse quelle relative al rimborso di prestiti) si attesta nel 2017 a 271,2 miliardi (con un’incidenza sul PIL del 15,8 per cento), evidenziando un aumento rispetto al 2016 (207,1 miliardi di euro), dopo una tendenza alla diminuzione registrata negli ultimi anni (era 260,4 miliardi nel 2014, e 257,1 nel 2015). Il valore del saldo netto da finanziare e del ricorso al mercato nel 2017 si mantiene comunque al di sotto del limite massimo fissato dalla legge di bilancio per il 2017 (tetto inizialmente stabilito in -38.601 milioni e in 293.097 milioni, e poi aumentato a -56.186 milioni e a -310.682 milioni a seguito degli effetti peggiorativi dovuti agli interventi di sostegno del sistema bancario). Guardando alle entrate complessive, l’entità degli accertamenti (comprensivi delle entrate per accensione di prestiti) è risultata, nel 2017, pari a 864,6 miliardi di euro, con un forte incremento rispetto al 2016 (+2,2 per cento, pari a +18,6 miliardi), che trae origine soprattutto dalla dinamica degli accertamenti delle entrate del Titolo IV – accensione prestiti. Su tale voce si registra, infatti, l’aumento di 20 miliardi di euro, derivante dall’attuazione delle disposizioni urgenti per la tutela del risparmio nel settore creditizio. L’incidenza sul PIL è pari al 50,4 per cento per gli accertamenti complessivi, in linea con quanto fatto registrare lo scorso anno (50,6 per cento del PIL nel 2016). Dal lato della spesa, rileva un aumento degli impegni finali di spesa nel 2017 (pari a 612,1 miliardi) per un ammontare di 19,6 miliardi: tale risultato è frutto di una lieve contrazione delle spese correnti (-0,7 miliardi), e di un notevole incremento della spesa in conto capitale (+20,4 miliardi) rispetto al 2016, da attribuire prevalentemente alla categoria «acquisizione di attività finanziarie» – per effetto dell’attuazione del decreto-legge n. 237 del 2016 – che consolida il trend positivo iniziato lo scorso anno. Il conto dei residui al 31 dicembre 2017 espone residui attivi per 204.076 milioni e residui passivi per 137.905 milioni (di cui 475 milioni relativi al Titolo III, concernente il rimborso delle passività finanziarie), con una eccedenza attiva di 66.171 milioni di euro. Nel 2017 i residui continuano a rimanere su livelli considerevoli sia dal lato delle entrate sia dal lato delle uscite. Per quanto concerne infine il Conto generale del patrimonio, emerge una eccedenza passiva di circa 1.875 miliardi, con un peggioramento di oltre 77,4 miliardi rispetto alla situazione patrimoniale a fine 2016.

Il relatore, sen. Solina (L-SP), ha illustrato il disegno di legge n. 804. L’articolo 1 dispone l’approvazione delle variazioni alle previsioni del bilancio dello Stato per il 2018 (approvato con la legge n. 205 del 2017). L’articolo 2, comma 1, innalza di due miliardi di euro per il 2018 (da 18 miliardi a 20 miliardi) il limite degli impegni per le garanzie di durata superiore a ventiquattro mesi assumibili dalla SACE S.p.a. (Servizi assicurativi del commercio estero). Il comma 2 novella il comma 5 dell’articolo 3 della legge di bilancio, recante la quantificazione degli importi dei fondi inseriti nel programma «Fondi di riserva e speciali», nell’ambito della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del MEF, per l’anno finanziario 2018. Si propone, in particolare, la riduzione di 300 milioni della dotazione del Fondo di riserva per l’integrazione delle autorizzazioni di cassa (portando a 7 miliardi di euro la dotazione assestata del Fondo per il 2018). Quanto ai risultati finanziari determinati dall’assestamento, si evidenzia, in termini di competenza, un miglioramento del saldo netto da finanziare rispetto alle previsioni iniziali di bilancio, che si attesta ad un valore di -43,8 miliardi rispetto ad una previsione iniziale di -45 miliardi. Il miglioramento di circa 1,2 miliardi di euro è dovuto essenzialmente all’effetto positivo per 2,45 miliardi di euro derivante dalle variazioni proposte con il ddl di assestamento. Il risparmio pubblico (differenza tra entrate correnti e spese correnti al lordo degli interessi) registra un miglioramento rispetto alla previsione iniziale, attestandosi a 3,7 miliardi. I dati relativi al ricorso al mercato (pari alla differenza tra le entrate finali e il totale delle spese, queste ultime date dalla somma delle spese finali e del rimborso prestiti) evidenziano un impatto positivo sul saldo, per complessivi 4,8 miliardi, passando da circa -272,9 miliardi di euro a circa -268,1 miliardi.

Alla discussione congiunta hanno partecipato i sen. Comincini, Manca, Stefano (PD); Ferro, Malan, Pichetto Fratin (FI); Cinzia Leone e Patty L’Abbate (M5S).

Nelle dichiarazioni di voto finale, il sen. Errani (Misto-LeU), annunciando l’astensione; ha osservato che la riduzione dell’indebitamento netto è dovuta al calo degli interessi e ha espresso preoccupazione per alcuni dati: la crescita aumenta le diseguaglianze e rimane inferiore alla media europea, l’evasione fiscale è impressionante (36 miliardi di evasione sull’IVA), gli investimenti sono diminuiti in dieci anni del 27 per cento, il Servizio sanitario nazionale è al collasso. Il sen. Marsilio (FdI), nell’annunciare voto contrario, ha evidenziato che i risultati di gestione della precedente legislatura sono irrisori e dovuti essenzialmente alla politica monetaria della BCE, mentre le variazioni apportate dall’assestamento sono marginali, segnando una continuità con le politiche di bilancio del precedente Governo che contraddice i cambiamenti annunciati. Il sen. Misiani (PD), nell’annunciare voto favorevole al rendiconto e l’astensione sull’assestamento, ha invece elogiato i risultati del precedente Governo che ha ridotto la pressione fiscale, la spesa corrente, l’indebitamento e il saldo netto da finanziare. Ha ricordato, infine, che gli annunci e il caos minano la credibilità del Paese e aumentano il costo del debito. La sen. Erica Rivolta (L-SP), nell’annunciare voto favorevole, ha richiamato i disastrosi interventi bancari del PD, le incongruenze contabili rilevate dalla Corte dei conti rispetto ai documenti dei precedenti esercizi, la pressione fiscale superiore alla media europea a fronte di servizi inferiori. Il sen. Damiani (FI), nell’annunciare voto contrario, si è soffermato su alcuni dati negativi del rendiconto 2017: l’aumento della spesa complessiva rispetto al PIL, l’entità elevata dei residui sul versante delle entrate e delle uscite, il peggioramento del risparmio pubblico, del conto del patrimonio e della situazione debitoria sul medio periodo. Il sen. Pellegrini (M5S), nel dichiarare voto favorevole, ha criticato le politiche di austerità del precedente Governo, che non hanno ridotto il debito, e ha rinviato alla prossima legge di bilancio l’adozione delle misure contenute nel contratto di Governo: reddito di cittadinanza per coloro che vivono al di sotto della soglia di povertà, riduzione della pressione fiscale e semplificazione per artigiani e piccole imprese, intervento sulle pensioni.

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Fonte senato.it – Comunicati di seduta

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