Mercoledì 29 Maggio 2019 – 115ª Seduta pubblica : Comunicato di seduta

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Seduta
Ora inizio: 15:03

L’Assemblea ha avviato l’esame del ddl n. 1248, conversione in legge del decreto-legge 18 aprile 2019, n. 32, recante disposizioni urgenti per il rilancio del settore dei contratti pubblici, per l’accelerazione degli interventi infrastrutturali, di rigenerazione urbana e di ricostruzione a seguito di eventi sismici (sblocca cantieri)

Il provvedimento consta di 30 articoli, suddivisi in 3 Capi. Il Capo I (articoli da 1 a 5) reca norme in materia di contratti pubblici, di accelerazione degli interventi infrastrutturali e di rigenerazione urbana. Il Capo II (articoli da 6 a 20) reca disposizioni relative agli eventi sismici della regione Molise e dell’area Etnea. Il Capo III (articoli da 21 a 30) reca disposizioni relative agli eventi sismici dell’Abruzzo nell’anno 2009, del centro Italia negli anni 2016 e 2017 e nei comuni di Casamicciola Terme e Lacco Ameno dell’Isola di Ischia nel 2017. I relatori, sen. Santillo (M5S) e sen. Faggi (L-SP), hanno illustrato il testo che stanzia più di un miliardo di euro nel quinquennio per la ricostruzione dei comuni colpiti da eventi sismici; le Commissioni riunite hanno approvato numerose proposte di modifica volte a introdurre semplificazioni per le imprese e maggiori tutele per i territori.

L’articolo 1 reca numerose modifiche al codice dei contratti pubblici, volte in parte a semplificare le procedure di aggiudicazione e in parte a consentire il superamento della procedura d’infrazione europea n. 2018/2273. Reintroduce il regolamento unico ed elimina numerosi rinvii a successive linee guida dell’ANAC; autorizza le stazioni appaltanti ad affidare sulla base del progetto definitivo, invece che su quello esecutivo, tutti gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria; prevede che per i lavori pubblici sopra soglia il progetto di fattibilità sia sempre preceduto dal documento di fattibilità delle alternative progettuali; modifica la disciplina del calcolo del valore stimato degli appalti aggiudicati per lotti distinti; estende la previsione dell’anticipazione del prezzo da corrispondere all’appaltatore anche ai servizi e alle forniture; modifica la disciplina dei contratti sotto soglia prevedendo che per affidamenti di lavori tra i 40.000 e i 200.000 euro si ricorra alla procedura negoziata (con riduzione da 10 a 3 del numero di operatori da consultare), mentre dai 200.000 euro fino alla soglia si ricorra alla procedura aperta, con esclusione obbligatoria degli offerenti che abbiano presentato offerte anomale; stabilisce tra l’altro che le stazioni appaltanti procedano all’aggiudicazione dei contratti sotto soglia sulla base del criterio del minor prezzo, dovendo invece motivare nel caso in cui vogliano ricorrere al criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa; rende facoltativo per i comuni non capoluogo di provincia il ricorso a centrali di committenza; modifica i requisiti per la partecipazione alle gare da parte dei consorzi; modifica la disciplina dei motivi di esclusione dalla partecipazione alla gara; modifica la disciplina dei criteri di aggiudicazione dell’appalto prevedendo, tra l’altro, che siano aggiudicati esclusivamente sulla base del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa i contratti di servizi e le forniture di importo pari o superiore a 40.000 euro e caratterizzati da notevole contenuto tecnologico o che hanno un carattere innovativo; ridisciplina le modalità per il calcolo della soglia di anomalia; modifica la disciplina del subappalto prevedendo che la stazione appaltante possa decidere nel bando che i lavori subappaltabili raggiungano il 50 per cento dell’importo complessivo di lavori, servizi o forniture.

I relatori di minoranza D’Arienzo (PD) e Ferrazzi (PD), si sono dichiarati contrari al ridimensionamento del ruolo dell’Autorità nazionale anticorruzione, alla moltiplicazione delle stazioni appaltanti, al ritorno del criterio del prezzo più basso, che comporta minore qualità e minori tutele. Hanno evidenziato inoltre che le modifiche del codice degli appalti scontentano tutti, dall’Associazione costruttori a Legambiente.

Respinta la questione pregiudiziale per motivi di costituzionalità, presentata dal sen. Astorre (PD) e sostenuta dalla sen. De Petris (Misto-LeU), è iniziata la discussione generale alla quale hanno partecipato i sen. Sabrina Ricciardi, Gelsomina Vono, Tiziana Drago, Quarto, Coltorti (M5S); Pazzaglini, Simona Pegreffi, Campari, Arrigoni (L-SP); Grasso, Errani (Misto-LeU); Berutti, Perosino (FI); Urso, Ruspandini, Maria Gallone (FdI); Martelli (Misto); Margiotta (PD). I Gruppi di maggioranza, L-SP e M5S, hanno evidenziato che il decreto velocizza le procedure di affidamento e di ricostruzione e contribuisce alla crescita: i cantieri fermi valgono 36 miliardi, che con l’indotto salgono a 125 miliardi pari al 7 per cento del Pil. Mentre FdI e FI considerano il decreto un correttivo troppo debole e chiedono un piano di sviluppo infrastrutturale, PD e LeU ritengono che il decreto smantelli il codice degli appalti e indebolisca i principi di trasparenza e legalità.

I relatori di maggioranza in replica hanno precisato che il decreto non ritorna al criterio del minimo ribasso ma privilegia l’offerta aperta a minor prezzo, senza indebolire le garanzie di sicurezza, e incrementa il subappalto in una misura inferiore a quella prevista in sede europea. I relatori di minoranza hanno ribadito la convinzione che la lentezza dei cantieri non dipenda dal codice degli appalti.

Il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Crimi ha ringraziato le Commissioni riunite per il lavoro svolto in un clima di collaborazione.Ha precisato che le norme sblocca cantieri servono in primo luogo ad accelerare gli interventi di ricostruzione dopo il fallimento del modello di governance adottato per il sisma del centro Italia. Il decreto ne tiene conto, apporta graduali correttivi e adotta per il Molise un modello diverso incentrato sui comuni.

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Fonte senato.it – Comunicati di seduta

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