Mercoledì 6 Marzo 2019 – 97ª Seduta pubblica : Comunicato di seduta

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Seduta
Ora inizio: 09:32

L’Assemblea ha ripreso l’esame del ddl n. 1063, conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 8 gennaio 2019, n. 1, recante misure urgenti a sostegno della Banca Carige S.p.a. – Cassa di risparmio di Genova e Imperia, già approvato dalla Camera dei deputati.

Nella seduta di ieri il sen. Bagnai (L-SP), in sostituzione della sen. Bottici (M5S), ha svolto la relazione, ricordando che il decreto è stato adottato dal Governo a fronte del commissariamento della banca disposto dalla BCE dopo che l’assemblea dei soci ha rifiutato l’ipotesi di aumentare il capitale. Il Capo I disciplina la concessione della garanzia dello Stato su specifici strumenti finanziari emessi dalla Banca Carige (articoli 1-8) e sui finanziamenti erogati discrezionalmente alla medesima banca dalla Banca d’Italia per fronteggiare gravi crisi di liquidità (emergency liquidity assistance – ELA, articoli 9-10). La garanzia è concessa dal MEF nel rispetto della disciplina europea in materia di aiuti di Stato, sulla base di una decisione positiva della Commissione europea ed è limitata a quanto strettamente necessario per ripristinare la capacità di finanziamento a medio-lungo termine della Banca. Entro due mesi dalla concessione della garanzia, ove le passività non siano già state rimborsate, la banca è tenuta a presentare un piano di ristrutturazione per confermare la redditività e la capacità di raccolta a lungo termine senza ricorso al sostegno pubblico, da sottoporre alla Commissione europea. Per tutto il tempo in cui beneficia della garanzia la Banca Carige S.p.A. è soggetta a vincoli stringenti con riferimento alle operazioni che riguardano il proprio capitale: non può distribuire dividendi, effettuare pagamenti discrezionali su strumenti di capitale aggiuntivo di classe 1, riacquistare tali strumenti né acquisire nuove partecipazioni. Il Capo II disciplina gli interventi di rafforzamento patrimoniale, che consistono in una ricapitalizzazione precauzionale pubblica; a tale scopo viene autorizzato il Ministero dell’economia e delle finanze a sottoscrivere o acquistare azioni di Banca Carige, previa specifica richiesta dell’istituto. La richiesta di ricapitalizzazione precauzionale deve essere preceduta dalla sottoposizione, all’autorità di vigilanza competente, di un programma di rafforzamento patrimoniale e, ove l’attuazione del programma sia ritenuta insufficiente a conseguire l’obiettivo, è possibile avanzare la richiesta di intervento dello Stato. La banca deve presentare, con la richiesta di aiuti di Stato, un’attestazione con cui assume una serie di obblighi volti a impedire il deflusso di fondi. Il MEF può inoltre condizionare la sottoscrizione del capitale di Banca Carige alla revoca o alla sostituzione dei consiglieri esecutivi o del direttore generale degli istituti interessati alle misure nonché alla limitazione delle retribuzioni degli organi apicali. Il piano di ristrutturazione e le sue eventuali successive variazioni sono notificati alla Commissione europea, ai fini di una decisione sulla compatibilità delle misure con le norme in tema di aiuti di Stato. Ad esito positivo della valutazione della Commissione UE, con provvedimento del Ministro dell’economia e delle finanze sono adottate le seguenti misure: interventi di burden sharing, ovvero di riparto degli oneri del risanamento tra obbligazionisti ed azionisti; aumento di capitale degli istituti interessati e sottoscrizione delle azioni da parte del MEF. Nel corso dell’esame presso la Camera dei deputati è stato inserito il l’articolo 21-bis, ai sensi del quale il Ministro dell’economia e delle finanze trasmette alle Camere una relazione quadrimestrale relativa alle istanze presentate e agli interventi effettuati ai sensi del decreto.

Oggi si è conclusa la discussione generale con gli interventi dei sen. Stefania Pucciarelli (L-SP); Elena Botto, Elvira Evangelista, Lannutti (M5S); Buccarella, Martelli (Misto); Grimani, D’Alfonso (PD); Donatella Conzatti, Damiani (FI); De Bertoldi (FdI). Il PD ha espresso apprezzamento per il decreto che ricalca i provvedimenti già adottati nella precedente legislatura e prevede due strumenti, la garanzia di Stato e la ricapitalizzazione precauzionale, che vanno entrambe verso una soluzione di mercato, escludendo l’ipotesi di una nazionalizzazione della banca. FI ha posto l’accento sul fatto che la maggioranza ha adottato un provvedimento identico ai decreti salva banche tanto criticati nella precedente legislatura. I Gruppi di maggioranza hanno ricordato che le nuove regole europee sulle banche, che premiano il patrimonio a scapito della redditività, hanno determinato la crisi di molte banche italiane. Hanno richiamato inoltre le differenze rispetto al caso Monte dei Paschi di Siena: il Governo in carica ha adottato un provvedimento tempestivo per scongiurare il bail-in, un provvedimento che non fa regali ai banchieri e non riguarda una banca legata da intrecci familiari a Ministri in carica.

In replica il relatore, sen. Bagnai (L-SP), ha evidenziato che, nel caso della banche italiane, gli NPL costituiscono un problema sistemico e non dipendono da cattiva gestione. Ha ricordato che l’Europa è luogo di mediazione di interessi e che, per tutelare l’interesse nazionale, le critiche esterne non andrebbero strumentalizzate a fini politici interni e il conflitto non dovrebbe essere demonizzato ma gestito in modo efficiente. Il Sottosegretario di Stato per l’economia e le finanze Villarosa ha ricordato che le regole europee ammettono sono alcune tipologie di intervento, ma ha evidenziato le differenze rispetto agli interventi della scorsa legislatura a sostegno di Monte dei Paschi, delle quattro banche e delle banche venete che hanno comportato un notevole esborso di risorse pubbliche: il decreto interviene tempestivamente, non azzera i risparmi, prevede una garanzia e non una ricapitalizzazione.

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Fonte senato.it – Comunicati di seduta

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