Non illudetevi, noi non molliamo!

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di seguito l’intervento di Danilo Toninelli oggi in aula al Senato

Gentile Presidente, onorevoli colleghi

Prima di iniziare il mio intervento vorrei fare una premessa: parlo da questa aula, a nome del M5S, ma guardando fuori, rivolgendomi al Paese, ai cittadini. L’aula del Senato esprimerà oggi il suo primo voto su un provvedimento importante, il decreto Alitalia, che riguarda migliaia di cittadini. Ne avremmo voluti affrontare molti altri di decreti importanti per sostenere famiglie e imprese. E invece ci ritroviamo davanti a una legislatura che nasce già morta. Non ho alcuna intenzione di perdermi in polemiche, credo siano francamente inutili. Credo sia stato detto tutto, credo che ogni singolo italiano abbia perfettamente compreso quel che è accaduto.

Le recenti elezioni del 4 marzo, 11 milioni di persone che hanno sostenuto le proposte programmatiche del M5S, che con fatica, ma senso di responsabilità, ha scelto di sedersi a un tavolo. Mentre l’establishment ci tacciava come una forza eversiva, noi abbiamo aperto un dialogo, ci siamo confrontati con un’altra forza politica e abbiamo proposto la realizzazione di un contratto di governo che contenesse le richieste del popolo italiano.

Che piaccia o meno, abbiamo riaperto un barlume di speranza in questo Paese. Abbiamo ricordato a tutti che la democrazia non è morta, abbiamo ricordato che c’è un’altra via percorribile. Ma soprattutto, abbiamo ricordato che esiste un Paese fatto in carne ed ossa.

Che esistono pensionati colpiti dalla Fornero, 10 milioni di persone che vivono sotto la soglia di povertà, migliaia di imprese affogate dall’altissima pressione fiscale. Abbiamo ricordato che le famiglie italiane non sono né numeri, né matrici. Al contrario di quel che nvece ha detto il commissario europeo al Bilancio Gunther Oettinger: “I mercati insegneranno agli italiani come votare”.

Ma ci rendiamo conto? Oettinger si sbaglia, saranno gli italiani ad insegnare a lui il reale valore della democrazia. Questi sono toni intimidatori, così come lo sono stati anche quelli di alcuni quotidiani internazionali negli ultimi giorni, che ci hanno dato degli “scrocconi”. Periodici che ci hanno preso in giro diffondendo l’immagine di un Bot italiano da 5 euro con la foto epica di Marco Tardelli di Spagna ’82.

Vignette che ritraevano Luigi Di Maio e Matteo Salvini come due malattie che si avventano sul corpo dell’Italia. Quanto possiamo accettare ancora tutto questo? Noi no, non possiamo più accettarlo, ma purtroppo qualcuno lo ha fatto. Com’è infatti possibile che un presidente della Repubblica esprima un giudizio che non riguarda in alcun modo l’adeguatezza, o meno, di un possibile ministro, bensì il suo pensiero e le sue idee?

Sia chiaro, nessuno in questa sede vuole contestare le prerogative, costituzionalmente garantite, del Capo dello Stato. In quest’aula forse nessun’altra forza politica, più del M5S, ha lottato per difendere la Carta Costituzionale.

Ma permettetemi di dire che è inaccettabile porre un veto sulle posizioni, sulle idee di un ministro, le quali, per logica, rappresentano l’indirizzo politico del governo. E che, a loro volta, rappresentano dunque la volontà di più della metà degli italiani che si è espressa il 4 marzo.

Non è che si può pensare di prendere la volontà popolare, metterla da parte e tirare dritti senza porsi minimamente il problema. Anche perché un tale comportamento può determinare un rischio, ossia che i cittadini si allontanino ancora di più dalla vita politica, disertando persino le urne.

L’Italia è tra i primi contribuenti dell’Ue, è tra i Paesi fondatori dell’Ue, abbiamo sempre onorato i nostri impegni e rispettato i parametri comunitari, a differenza di molti altri partner europei che predicavano austerità ai sottoscritti mentre silenziosamente la violavano.

L’Italia è un Paese che merita rispetto. Il suo popolo merita rispetto. E merita di poter incidere, perché lo prevede la Costituzione, nel processo politico esercitando il suo diritto di voto. Tutto questo non è accaduto. Anzi, è accaduto, quando il 4 marzo gli italiani hanno alzato la testa, ma sono stati ignorati.

Allo stesso tempo è stato avallato il principio secondo cui è qualcun altro che decide per noi. Qualcuno che siede in qualche ufficio a Bruxelles, che passe le ore al telefono con Berlino e che oggi elogia la nascita di un governo fantasma, che non esiste! Senza una fiducia, senza un perché, senza un’identità, privo di temi e soluzioni. Cioè, qui è stato fatto fuori un possibile governo con una maggioranza solida, per mettere dentro un altro governo che una maggioranza non ce l’ha! Ma dov’è la logica? Con che faccia si presenterà il nuovo esecutivo di fronte a questo Parlamento se nessuno dei gruppi parlamentari qui presenti ha già annunciato che lo sosterrà?

Noi, oltre al decreto Alitalia, volevamo fare molto altro. Noi volevamo abolire la legge Fornero. Noi volevamo detassare le imprese italiane, per rilanciare la crescita. Noi volevamo introdurre un reddito di cittadinanza che aiutasse chi magari a 50 anni perde lavoro e non riesce a reinserirsi immediatamente.

Noi volevamo introdurre misure a tutela dell’ambiente. Noi volevamo fare una legge sul conflitto di interessi, che la sinistra in 30 anni non ha mai fatto. Noi volevamo fare una legge contro la corruzione, aiutare i disabili, individuare un piano per il Sud. E sì, volevamo anche rivedere i Trattati comunitari che danneggiano la nostra economia e i nostri agricoltori.

Volevamo fare tutto questo e non ce lo hanno permesso. Ma se qualcuno crede che ora ce ne staremo in silenzio si sbaglia. Non illudetevi, il M5S non molla. Anzi. Ci state rafforzando, giorno dopo giorno. Dobbiamo tornare al voto, dobbiamo farlo il primo possibile, e segnare il riscatto di milioni di italiani.

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Fonte Il Blog delle stelle

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