Oggi, dopo due mesi di crisi, il decreto Ristori è ancora fermo al palo e non sembra che Garavaglia abbia fretta: dopo gli annu…

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Oggi, dopo due mesi di crisi, il decreto Ristori è ancora fermo al palo e non sembra che Garavaglia abbia fretta:
dopo gli annunci in pompa magna il neoministro é scomparso dai radar.

È pensare che Renzi, durante la conferenza stampa del 13 gennaio per far dimettere le ministre Bellanova e Bonetti (che è bellamente al suo posto), aveva annunciato che il suo partito avrebbe votato il decreto “Ristori 5” per aiutare le categorie più colpite dalle nuove chiusure.
Ennesima balla, poiché il Governo Conte II, senza una maggioranza, non avrebbe potuto licenziare il Decreto.

Pochi giorni dopo, a Renzi faceva eco Berlusconi su Il Giornale “Fate presto”.
E giù titoli sulle “chiusure che accelerano ma i ristori frenano” (Il Sole 24 Ore), sui “ristori che sono già un pasticcio” (Il Giornale”) e dichiarazioni dei leader politici in mezzo alla crisi:
“Subito ristori e Recovery” (Teresa Bellanova) o
“ristori subito” (Matteo Salvini).

Per non parlare dei titoli e dei commenti dei mesi scorsi sul presunto accentramento di poteri dell’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte:
“Conte uomo solo al comando” (L’Espresso), “troppo potere nelle mani del premier” (Sabino Cassese a La Stampa) fino alle accuse di volere “i pieni poteri” come Matteo Salvini (Matteo Renzi).

Oggi che a Palazzo Chigi Mario Draghi accentra tutto su di sé però tutto tace.

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Fonte Dario Violi on Facebook

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