Ora che non c’è più il governo Conte, l’urgenza per approvare il decreto Ristori da 32 miliardi, tutto d’un colpo non c’è più: i…

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Ora che non c’è più il governo Conte, l’urgenza per approvare il decreto Ristori da 32 miliardi, tutto d’un colpo non c’è più: il provvedimento è slittato di un’altra settimana mentre i tecnici del Tesoro stanno ancora cercando una quadra su fisco, sanità, vaccini e lavoro.

I ristori alle attività valgono circa 5 miliardi ma non arriveranno subito: gli imprenditori dovranno aspettare almeno un mese.

Renzi, dopo aver fatto dimettere le due ministre, aveva dichiarato: “Votiamo subito lo scostamento di Bilancio e il decreto Ristori” (17 gennaio).

Lo scostamento da 32 miliardi è stato approvato il 20 gennaio dal Senato.

Stesse parole della Bellanova: “Approviamo subito Ristori e Recovery”.
Ma il governo era ormai dimissionario (proprio per colpa loro).

Salvini e la Lega bombardavano tutti i giorni: “Conte, sui ristori non prendere per i fondelli gli italiani” diceva il coso verde in un video su Facebook.

Anche Silvio Berlusconi l’11 gennaio sul Giornale chiedeva al governo di “fare presto”: “Mentre ci sono vergognosi giochi di palazzo, il Paese è bloccato”.

E di nuovo dal Governo la Lega era tornata a bomba: “Subito i ristori” annunciavano in coro i ministri del Carroccio, Giancarlo Giorgetti e Massimo Garavaglia.

Il 22 febbraio, poi, Salvini non poteva mancare alla manifestazione #Ioapro dei ristoratori in protesta con la decisione di non riaprire i locali anche la sera e il giorno dopo andava dicendo: “Ristori subito e accelerazione sul piano vaccinale”. Niente da fare.

Anche i giornali per mesi hanno usato fiumi di inchiostro sul blocco dei Ristori mentre oggi che il governo Draghi sta ritardando nell’approvare il decreto, il tema è scomparso.

I collegamenti strappalacrime di Barbara D’Urso con i ristoratori “senza aiuti”, “lasciati soli” e con “solo le mance per pagare le bollette” da Milano a Palermo, da Bari a Trento, sono improvvisamente spariti.

La marcetta su Roma dello chef stellato Gianfranco Vissani con ristoratori al seguito per protestare contro il governo Conte che sta “uccidendo i ristoratori” e le sue “mancette” è solo un lontano ricordo.

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Fonte Dario Violi on Facebook

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