Ora più che mai il salario minimo rappresenta una misura improrogabile in Italia: il nostro Mario Furore spiega perché in quest’…

Tempo di lettura: 2 minuti

Ora più che mai il salario minimo rappresenta una misura improrogabile in Italia: il nostro Mario Furore spiega perché in quest’intervista a Europa Today.

Link all’originale: https://bit.ly/3nh5ffN

Dopo l’approvazione della direttiva Ue sul salario minimo, anche l’Italia si deve adeguare in tempi brevi e approvarlo “entro la fine della legislatura”, soprattutto perché la crisi e l’inflazione galoppante potrebbero creare “un’emergenza sociale”. Lo sostiene Mario Furore, eurodeputato del Movimento 5 Stelle, che difende anche il reddito di cittadinanza dagli attacchi che sta subendo nel nostro Paese, ritenendolo uno “strumento fondamentale nella lotta alla povertà”.

🟢 Dopo lunghissime trattative è stato finalmente trovato un accordo sul salario minimo in Europa, come valuta l’intesa raggiunta?
Considerata la forte opposizione dei partiti conservatori e di molti governi l’intesa è sicuramente la migliore possibile. Il governo italiano ha sostenuto con convinzione il provvedimento e noi siamo molto soddisfatti che non abbia seguito le sirene di chi in Forza Italia e nella Lega non ritenga una priorità combattere il fenomeno dei lavoratori-poveri che colpisce oltre 3,5 milioni di italiani. La nostra posizione è chiara: aumentare i salari è l’unico modo per far recuperare un po’ di potere di acquisto ai lavoratori. L’inflazione alle stelle rischia di aumentare la povertà relativa e assoluta nel nostro Paese e quindi bisogna intervenire subito, prima che questo problema diventi una vera e propria emergenza sociale.

🟢 Il Consiglio nazionale del M5S ha chiesto di intervenire con urgenza, ma ci son ancora differenze di vedute nella maggioranza, le crede si possa trovare un accordo in tempi brevi?
Il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha annunciato di volere convocare le parti sociali a luglio per iniziare una discussione sul tema e questo è sicuramente un primo passo nella giusta direzione. Auspico che si trovi nella maggioranza un accordo entro la fine della legislatura. Il Paese non può aspettare.

🟢 Quale sarebbe a suo avviso la soluzione ideale per il nostro Paese?
Il taglio del cuneo fiscale può certamente contribuire ad affrontare il problema, ma guai a ridimensionare il fenomeno dei salari da fame con un problema fiscale perché non è così. In Belgio, per esempio, dove la tassazione è superiore a quella italiana, il salario minimo è presente e tutela i lavoratori con adeguamenti automatici al tasso di inflazione. Inoltre, la direttiva interviene sulla contrattazione collettiva che in Italia è ad un binario morto. Negli ultimi 10 anni i contratti collettivi nazionali sono quasi raddoppiati passando da 551 a 992 e di questi oltre 622 sono scaduti e circa 300 sono considerati contratti pirata in quanto sono sottoscritti da organizzazioni che non fanno parte del Cnel e non sono quindi rappresentative del mondo del lavoro. L’Italia dunque supera la soglia dell’80% dei lavoratori coperti dalla contrattazione collettiva, così come richiesto dalla direttiva, ma solo sulla carta. Nella realtà proliferano contratti scaduti e contratti civetta che non possono essere considerati in linea con i principi della direttiva semplicemente perché non rispettano i criteri di adeguatezza dei salari.

(Feed generated with FetchRSS)

Leggi Tutto

Fonte MoVimento 5 Stelle Europa on Facebook

Commenti da Facebook
(Visited 6 times, 1 visits today)
Vai alla barra degli strumenti