Orrore a Reggio Emilia: “Nella foto ho riconosciuto gli abiti per mio figlio”

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“Un’assistente sociale” – racconta una madre – mi chiamò dicendo che mio figlio aveva bisogno di un paio di scarpe perché andava a scuola con le scarpe rotte. Così ho sempre portato vestiti, scarpe, pantaloni, giubbotti, camicie e giocattoli. Mi avevano assicurato che i miei giochi erano adeguati e che erano stati tutti consegnati a mio figlio fino a Pasqua. Ma vedendo le foto ho capito che mi dicevano falsità”.

Parole strazianti di una mamma. Una mamma vittima, insieme al figlio, di un meccanismo infernale, che ha strappato i bambini ai loro genitori naturali per poi affidarli, dietro compenso, a persone dalla dubbia moralità, nel migliore dei casi. A veri e propri violenti, nel peggiore. Storie drammatiche come quella raccontata da questa mamma che, attraverso le pagine di un giornale, è arrivata a un doloroso riconoscimento. Ha visto la foto dei regali accatastati in una stanza dei servizi sociali di Bibbiano, provincia di Reggio Emilia (ma potrebbe essere una qualsiasi provincia italiana, perché drammi così, purtroppo, si sono verificati ovunque). Doni che i genitori, secondo quanto hanno ricostruito gli inquirenti nell’inchiesta Angeli e Demoni, avrebbero acquistato per i loro figli e che non sarebbero mai stati consegnati. Giochi, vestiti, astucci incartati per regalare una gioia ai piccoli per il loro compleanno o per Natale, un modo per rinsaldare un legame già flebile. L’ipotesi è che questo sarebbe servito ad “alterare lo stato psicologico ed emotivo dei bambini rispetto ai propri genitori e al rapporto con loro” per poi poterlo dare in affido a pagamento. Se le accuse fossero confermate, ci troveremmo di fronte a un fatto aberrante. Immaginare la gioia di un bambino quando riceve un regalo dai propri genitori e vedere le foto di questi doni ammassati ci lascia dentro rabbia e sconforto.

L’inchiesta che ha scosso l’Italia intera su quelli che sono stati eufemisticamente definiti “affidi irregolari” dei bambini, noi preferiamo chiamarla con il suo vero nome: un’inchiesta su vere e proprie torture su bambini innocenti. Perché la tortura non è solo fisica (e in questi casi c’è stata, anche quella, sotto forma di stupri), è anche psicologica, emotiva. Le storie drammatiche che porta con sé ci lasciano sconvolti. Bambini la cui anima è stata letteralmente venduta a soggetti pericolosi, in cambio di denaro, con la complicità di politici, istituzioni, medici, psicologi, operatori sociali senza scrupoli. Ricordiamolo: ci sono state famiglie rovinate, suicidi, bambini strappati a mamma e papà, stupri, traumi indotti con lavaggi del cervello. Ci sono 27 indagati e sei persone finite agli arresti domiciliari, tra questi il sindaco PD di Bibbiano, Andrea Carletti, che il segretario Zingaretti non ha espulso dal partito ma che, per decenza, almeno si è autosospeso (Zingaretti ha invece pensato bene di assoldare un team di avvocati per difendere gli esponenti PD coinvolti in questa vicenda orribile, da quella che secondo lui è diffamazione online.)

Lo strazio di questa mamma reclama giustizia. Queste atrocità commesse sulla pelle di bambini meritano che venga fuori la verità. Al più presto. Confidiamo nella giustizia, e abbiamo già chiesto l’istituzione immediata di una commissione d’inchiesta per fare luce su questa forma di tortura, che riguarda purtroppo bambini di tutta Italia.

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Fonte Il Blog delle Stelle

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