Parlamento UE segue il MoVimento, più trasparenza e più fondi per le PMI. Basta progetti inutili

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di Marco Valli, EFDD – M5S Europa

Ieri il Parlamento europeo ha scelto di appoggiare le proposte contenute nel nostro rapporto sulla BEI, la Banca Europea per gli Investimenti, ovvero la banca pubblica più grande del mondo. Abbiamo chiesto e ottenuto: d’incrementare i finanziamenti per le piccole e medie imprese; di evitare che la garanzia della BEI finanzi attori che operano tramite i paradisi fiscali; maggiore trasparenza e più controlli sul sistema di appalti e subappalti ed evitare, così, rischi di frode e corruzione. Abbiamo anche sottolineato la necessità per la BEI di promuovere attività più sostenibili dal punto di vista sociale, ambientale e finanziario, riportando al centro l’esigenza delle persone e delle PMI. Nel testo finale il Parlamento europeo prende finalmente atto dei fallimenti di mostruosi progetti come il celeberrimo Piano Juncker – tanto propagandato dalla Commissione e dal Governo italiano – e d’infrastrutture assurde come il TAP e il MOSE. È un testo complesso che riporta molte delle nostre battaglie di questi anni, in cui abbiamo cercato di mettere ordine ed equilibrio tra la necessità d’innovazione e i bisogni dei cittadini. Un report che mette anche a nudo le menzogne della vecchia politica su alcune speculazioni finanziarie fatta negli anni, e in cui si smaschera l’ipocrisia di centrodestra e PD che hanno coperto di fatto Jean-Claude Juncker in questi anni di presidenza della Commissione UE.

PIANO JUNCKER, CRITICHE DURE DAL PARLAMENTO
Abbiamo chiesto di migliorare la trasparenza della procedura di selezione delle operazioni e la divulgazione di tutte le informazioni operative, nonché la rendicontazione delle operazioni. A fine 2016, gli investimenti EFSI (o Piano Juncker) nelle infrastrutture sociali – capitale umano, cultura e salute – sono risultati pari solo al 4% (meno di 900 milioni di Euro). Questo settore riceve il minor sostegno, mentre sulle infrastrutture, l’innovazione e le PMI abbiamo sottolineato come sia necessario aumentarne in misura significativa la percentuale e il volume. È comunque preoccupante il fatto che solo il 20% dei finanziamenti dell’EFSI abbia sostenuto progetti volti a contribuire alla mitigazione dei cambiamenti climatici e all’adattamento agli stessi.

TAP, UN PROGETTO NON FINANZIABILE PER IL PARLAMENTO EUROPEO
Il Parlamento europeo è preoccupato per il prestito del valore di 1,5 miliardi di Euro concesso dalla BEI al progetto di gasdotto transadriatico che non rispetta – in misura diversa nei paesi di transito Albania, Grecia e Italia -, le norme ambientali e sociali minime richieste. Il progetto non è idoneo ad un investimento da parte della BEI, né dovrebbe essere preso in considerazione a fini di finanziamento da qualsiasi banca che aspiri a investimenti responsabili sul piano sociale e ambientale.

MOSE, UNO SCANDALO EUROPEO
Il Parlamento europeo prende atto che le lunghe indagini per corruzione relative allo scandalo del sistema del MOSE si sono concluse il 14 settembre 2017 con una sentenza del tribunale di Venezia che condanna a 4 anni di reclusione e alla confisca di circa 10 milioni di Euro due personalità di spicco direttamente coinvolte nello scandalo. Si rammarica che tra il 2011 e il 2013 la BEI abbia erogato tre prestiti, per un valore di 1,2 miliardi di Euro, per la realizzazione del progetto MOSE, di cui l’ultimo concesso dopo l’apertura di indagini per corruzione da parte delle autorità nazionali. Abbiamo quindi invitato la BEI a garantire che la sua politica di tolleranza zero nei confronti delle frodi sia applicata con il massimo rigore possibile, e a ritirare ogni finanziamento al progetto MOSE, nonché ai progetti ad esso connessi attraverso il sistema di società e beneficiari coinvolti nella realizzazione di progetti nella regione Veneto. In particolare con riferimento al tronco autostradale A4 noto come Passante di Mestre, su cui sono tuttora in corso indagini per frode fiscale, corruzione e infiltrazione della criminalità organizzata, e alla terza corsia dell’autostrada A4 nel tratto Venezia-Trieste.

TRASPARENZA E CONFLITTI D’INTERESSE
Il Parlamento europeo chiede alla BEI di rivedere il proprio codice di condotta al fine di garantire che i suoi vicepresidenti non siano responsabili di operazioni nei propri paesi d’origine, dato che ciò mette a rischio l’indipendenza dell’istituzione; e la necessità di divulgare le informazioni relative al sistema di appalti e subappalti così da evitare eventuali rischi di frode e corruzione.

DIESELGATE, BASTA INSABBIAMENTI
Si prende atto che lo scandalo Dieselgate ha sollevato alcuni interrogativi in merito alla possibilità che la Volkswagen abbia ottenuto prestiti dalla BEI attraverso mezzi fraudolenti e ingannevoli; invitando dunque la BEI a seguire le raccomandazioni dell’OLAF relative all’adozione di provvedimenti concreti nell’attuazione della sua politica antifrode. Si sottolinea anche la segretezza con cui la BEI ha gestito il caso e sollecitandola a rendere pubblica la relazione dell’OLAF sul prestito concesso a Volkswagen e a pubblicarne come minimo una valida sintesi.

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Fonte Il Blog delle stelle

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