Trovo francamente inopportuno che la AEB, che a seguito della contestata operazione societaria, è una società controllata da un soggetto quotato in Borsa e quindi privato, scriva ai sindaci dei comuni soci di intervenire in giudizio a sostegno delle posizioni di Aeb e A2A. La sentenza del TAR è molto chiara e sostiene che si doveva individuare il soggetto privato tramite gara pubblica. Questo è un punto orami assodato su cui i comuni dovrebbero riflettere. Dovrebbero ammettere l’errore e procedere di conseguenza. Altrimenti se il fine giustifica i mezzi lo Stato di diritto diventa un ricordo e la democrazia diventa una dittatura. Quindi la posta in gioco è molto più alta della mera operazione societaria e attiene al concetto più alto di politica: gestire la cosa pubblica in modo conforme a legge. I sindaci devono fare un esame di coscienza e limitarsi se proprio ritengono di intervenire a impugnare solo i motivi legati all’esigenza di una gara pubblica senza contestare la legittimazione ad agire in via processuale. Se la difesa sarà quella della contestazione della legittimazione attiva è pacifico che i Comuni godono di una sovranità limitata e che obbediscono a ordini che arrivano da soggetti che difendono interessi privati e che come tale si pongono in contrasto con l’interesse pubblico. Qui c’è in gioco la democrazia. E non è il caso di scherzare.
(Feed generated with FetchRSS)
Fonte Marco Fumagalli M5S Lombardia on Facebook