Più lavoro, meno leggi e nessun aumento Iva: così facciamo ripartire l’Italia

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di Luigi Di Maio, Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico

È iniziata la Terza Repubblica. E sarà quella dei cittadini, degli studenti, dei pensionati, dei lavoratori, degli imprenditori onesti. In questi primi giorni da Ministro sto incontrando molti italiani perbene. Nei bar, negli autogrill, per strada, nelle piazze, sto intercettando una luce nuova. Una speranza condivisa in questo nuovo Esecutivo che ci stimola ancora più a far bene.
Ora tocca a noi. E ve lo dico: dobbiamo prenderci qualche rischio per far ripartire questo Paese. Cominciando dallo snellimento dell’eccessiva burocratizzazione. Io sono convinto che la ricetta per fare decollare le imprese che creano lavoro, sviluppo, nuove tecnologie nella loro crescita sia quella di lasciarle in pace. Bisogna agevolare e semplificare le modalità per accedere anche ad altri programmi, al fondo garanzia, a tutto il sistema degli incentivi, per esempio gli sgravi sull’energia per le imprese. Tante persone hanno i requisiti poi mollano perché c’è troppa certificazione da compilare.

La mia grande preghiera al Parlamento, che si avvia a partire con i suoi lavori presumibilmente entro la prossima settimana, sarà quella di non bombardare i cittadini e gli imprenditori di leggi, ma di alleggerirli perché ce ne sono fin troppe. Occorre semplificare i processi, renderli più smart, trovare la giusta strada nella digitalizzazione, che potrà darci una grande mano.
L’innovazione dovrà essere il nostro faro. E c’è una questione importante che riguarda proprio l’innovazione, quella che riguarda il programma Industria 4.0. Anche questo va semplificato nel suo accesso.

Ma la sburocratizzazione che abbiamo in mente ha vedute molto ampie. Aboliremo tutti gli strumenti come lo spesometro e il redditometro, che hanno reso schiavi quelli che producono valore. Inseriremo l’inversione dell’onere della prova. Perché siete tutti onesti ed è onere dello Stato provare il contrario. Questo non significa che renderemo più blanda la lotta all’evasione. Anzi: il contrario. Incroceremo tutti i dati in possesso della PA per scoprire e punire chi fa il furbo.

Snelliremo anche codice degli appalti. Lavoreremo tantissimo sulle infrastrutture, e chi sta raccontando in giro che questo è il Governo del no alle infrastrutture, sta dicendo una grossa bugia. Vengo da un’area di questo Paese che ha un grande bisogno di infrastrutture, di investimenti e conosco bene anche il valore dell’effetto moltiplicatore che tutto ciò scatena. È bene chiarire subito, però, che quando si fanno investimenti e si stanziano i soldi si deve creare lavoro. E per farlo non abbiamo bisogno di nuove leggi se mai abbiamo bisogno di togliere qualcosa dal codice degli appalti che è diventato così complicato che terrorizza.

Voglio poi far chiarezza su una notizia che sta circolando senza controllo nelle ultime settimane: avete la mia parola, l’Iva non aumenterà e le clausole di salvaguardia saranno disinnescate. E per quanto riguarda le linee europee, è bene che si sappia che noi teniamo alla tenuta dei conti, ma teniamo anche al bene dell’Italia e degli italiani. E se vogliamo portare avanti progetti economici dobbiamo contrattare con Europa le condizioni che l’Italia non può più sostenere, dicendo anche dei no. Non bisogna andare in Europa con la clava a minacciare, ma spiegando che l’Italia pretende di essere rispettata e trattata come gli altri.

Il tempo degli “Yes man” è finito. Ora è iniziato quello degli italiani protagonisti.

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Fonte Il Blog delle stelle

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