Quanto possiamo chiedere alla Terra?

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di Gunter Pauli – Non chiediamo alla Terra di produrre di più, facciamo di più con quanto la Terra già produce.

Penso che non ci sia nessun problema a nutrire 10 o anche 12 miliardi di persone con cibo gustoso e sano, solo che dobbiamo farlo in altro modo. Perché con i metodi e processi di oggi, per nutrire gli abitanti attuali (circa 9 miliardi) stiamo massacrando il pianeta. E non è per dire banalità, ma vorrei ricordare a tutti, anche a chi ci guadagna da tutto questo, che su questo pianeta ci abitano anche loro.

Dobbiamo quindi cambiare il nostro modello di riferimento. Facciamo un esempio.

I pesci. I pesci non sono solo un alimento nutriente, ma sono un tassello fondamentale del nostro eco-sistema. Lo sfruttamento delle risorse ittiche è oggi arrivato a livelli incredibili. E’ un grande problema in tutto il mondo e sta per tramutarsi in una catastrofe. Infatti stiamo spingendo verso l’estinzione di tutti i tipi di pesce.

Da una parte i governi varano restrizioni e regolamenti, dall’altra la domanda aumenta sempre di più. Questo ha promosso progetti industriali che non stanno in piedi, non sostenibili e malsani. Progetti dove i salmoni vengono nutriti con la soia perché non ci sono abbastanza acciughe o aringhe, anch’esse decimate dalla pesca eccessiva. Il risultato è che ci sono sempre meno salmoni e che quelli rimasti, nutriti con la soia, non sono neanche ricchi di omega 3 (sono i pesci pelagici ricchi di omega 3 a fornire ai salmoni gran parte del nutrimento).

Gli allevamenti si sono così trasformati in aree inquinate dagli escrementi e pidocchi di mare, servono cosi sostanza ad hoc per combatterli oltre ai già abbondanti ormoni, coloranti, aromatizzanti e agli antibiotici.

Ma tutto questo sistema almeno ci darà tutto il pesce di cui abbiamo bisogno? Forse fornirà dei buoni pasti ad una piccolissima frazione della popolazione mondiale, ma per tutti gli altri? Per i poveri? Cosa dobbiamo fare allora?

Il problema non è la pesca in sé. Il problema è che catturiamo le femmine con le uova (che oltretutto amiamo mangiare) e questo causa un grave danno. Immaginate se gli allevamenti di bestiame portassero al macello le mucche qualche settimana prima del parto. Sarebbe considerato un atto veramente barbaro, ma anche molto stupido, soprattutto dal punto di vista del business.

Eppure i pescherecci, con le loro reti, non fanno distinzioni tra maschi e femmine. Sapere che l’80% del pescato muore ancor prima di essere tirato sulla barca? L’uccisione delle femmine e dei loro piccoli è il vero problema del mercato ittico.

Ci serve una strategia migliore, perché la vera minaccia alla società moderna è che praticamente tutto il sistema economico agisce contro natura. Le nostre società e i nostri sistemi si oppongono alle leggi del nostro pianeta.

Adam Smith, il padre dell’economia di mercato, sarebbe lieto di sapere che l’Argentina produce moltissima soia, a prezzi imbattibili e con tempi incredibili. Un paese di 40 milioni di abitanti produce cibo per sfamarne 400, ma il 25% della sua popolazione non ha abbastanza cibo per vivere.
Nel 2017 un’intera provincia non ha coltivato la soia perché lo strato superficiale del suolo è completamente esaurito all’uso delle sostanze chimiche.

La natura non ricicla mai un prodotto direttamente dallo stesso prodotto. Nessun albero ricicla le sue foglie, conservandole per poi riattaccarle in primavera. L’albero le lascia invece cadere, a terra lombrichi, formiche, foglie, funghi e altri 1000 microrganismi le trasformano in humus. La pioggia e poi gli escrementi degli uccelli, renderanno quell’humus nutrimento per l’albero.

Tornando ai pescherecci, oggi si è costruito un prototipo di barca ispirato alle balene. Le balene pescano formando delle bolle d’aria nell’acqua che le circonda e quando incontrano un banco di pesci, li risucchiano verso di sé. Sulla base di questa tecnica è stato costruito un catamarano che può creare un sistema d’aspirazione simile per portare i pesci in superficie e da lì pescatori possono tirarli in barca senza ucciderli. Dopo vengono immersi in acqua a 4°C.  In acqua così fredda, i pesci iniziano a ibernare e cosi è facile riconoscere i maschi dalle femmine incinta e dividerli.

Siamo ancora lontani dalla perfezione, ma dobbiamo almeno iniziare ad avvicinarci.

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Fonte Il Blog di Beppe Grillo

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