Raccomandazioni, favori ad amici e conflitti di interessi: ecco le prove di come Juncker amministra (male) l’UE

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di Eleonora Evi, Efdd – Movimento 5 Stelle Europa

Scarsa trasparenza dei processi decisionali, attività lobbistiche senza un vero controllo, porte girevoli, organi di garanzia e codici etici debolissimi e permeati da influenze politiche e del settore privato. Questi sono solo alcuni dei problemi di questa Europa denunciati dal Mediatore europeo, quella figura che si occupa di monitorare che le istituzioni europee non inciampino nella cosiddetta “cattiva amministrazione”.



E infatti, puntuale come un orologio, il report annuale dell’attività del Mediatore europeo elenca le numerose gravi criticità che segnano il lavoro delle istituzioni europee e fotografa un’Europa che sembra allontanarsi sempre di più da ciò che doveva essere, la casa comune di tutti i cittadini europei.



La Commissione Petizioni è l’unica commissione del Parlamento europeo che ha il compito di analizzare il report del Mediatore e commentarlo. Quest’anno il compito è stato affidato al gruppo Efdd – Movimento 5 Stelle e, in quanto relatrice, ho cercato di dare ampio supporto all’importante e apprezzabile lavoro di indagine svolto nel 2017 dal Mediatore. Ecco il link al report. Abbiamo sottolineato alcune tra le problematiche più gravi che continuano a gravare sulle istituzioni europee: la scarsa trasparenza dei processi decisionali, le gravissime problematiche etiche che hanno coinvolto anche Commissari europei in carica, l’ex Presidente della Commissione Europea e l’attuale Presidente della BCE. Poi, il quadro giuridico fortemente lacunoso nel prevenire e sanzionare la violazione del dovere di integrità, discrezione e piena indipendenza dall’influenza lobbistica posto in capo ai rappresentanti delle Istituzioni UE. Infine, il diniego di accesso ai documenti delle Istituzioni UE opposto ai cittadini, impedendo loro di esercitare appieno i propri diritti democratici.



Su questi temi il Mediatore, al termine delle sue indagini, ha spesso avanzato rilievi critici e raccomandazioni costruttive alle istituzioni europee coinvolte, ma, purtroppo, le risposte sono state troppo spesso insoddisfacenti quando non deprecabili. Tutto questo proprio in un momento in cui l’UE continua a precipitare in un abisso di discredito e sfiducia agli occhi dei propri cittadini, incapace di cambiare registro sul piano etico, economico e nel complesso politico.



IL CASO SELMAYR
Il caso Selmayr è emblematico di come funziona male questa Europa. Questo super burocrate tedesco è stato voluto da Jean-Claude Juncker col metodo che ormai conosciamo, tanto caro alla Commissione europea: l’imposizione. Nessuna regola è stata rispettata e il Mediatore Europeo lo ammette sconfessando di fatto la linea morbida del Parlamento europeo. Noi eravamo stati gli unici con un emendamento a chiedere il tedesco Selmayr mettesse nero su bianco le sue dimissioni con effetto immediato. Questo per garantire alla successiva Commissione europea la possibilità di sostituire il segretario generale secondo una procedura legale e più trasparente.

IL CONFLITTO DI INTERESSI DI BARROSO
Eloquente è il “caso Barroso”: al termine del suo mandato decennale di Presidente della Commissione europea, viene nominato Presidente non-esecutivo ed Advisor della Banca d’Affari, Goldman Sachs, tra le più implicate nello scoppio della crisi economica del 2008. La Mediatrice riscontrava all’epoca “cattiva amministrazione” da parte della Commissione Europea sulla gestione del caso. Il Comitato Etico, interno alla Commissione, – evidentemente gravato da un deficit di indipendenza dal livello politico – concluse che non vi fossero elementi sufficienti per individuare una violazione di obblighi giuridici da parte di Barroso, tenendo semplicemente conto di una dichiarazione scritta di Barroso stesso nella quale affermava che non era stato ingaggiato da Goldman Sachs per svolgere attività di lobbying.



Il 25 Settembre 2017 si scopre, invece, che si è svolto un incontro tra Barroso e l’attuale Vice-Presidente della Commissione Europea, Katainen, registrato come incontro ufficiale con Goldman Sachs, la cui esatta natura, come indicato dalla stessa Mediatrice nella sua indagine, non è apparsa per nulla chiara, sottolineando le comprensibili preoccupazioni circa il fatto che l’ex Presidente Barroso utilizzi il suo precedente status ed i suoi contatti per esercitare la propria influenza ed ottenere informazioni, ovvero per svolgere attività di lobbying a vantaggio di Goldman Sachs.



IL MONITO A DRAGHI
Altro caso emblematico del 2017 è quello del Presidente della Banca Centrale Europea (BCE) e la sua adesione al cosiddetto “Gruppo dei 30”, un’organizzazione privata che annovera tra i membri i rappresentanti di banche sottoposte alla vigilanza diretta o indiretta della BCE. La Mediatrice in merito ha raccomandato al Presidente della BCE di sospendere la propria adesione al Gruppo dei 30 ma a tale richiesta le viene ancora oggi opposto un netto rifiuto a pregiudizio ulteriore dell’immagine di un’Istituzione, quale la BCE, che dovrebbe non solo essere ma anche apparire integralmente indipendente da interessi finanziari privati.



I TRILOGHI SONO ‘CATTIVA AMMINISTRAZIONE’
Sul fronte del processo decisionale a livello UE, permane il grave deficit di trasparenza riscontrabile nei “triloghi”, ancora completamente inaccessibili al pubblico, nonché nelle procedure seguite in Consiglio, presso il quale continuano a non registrarsi le posizioni assunte dagli Stati Membri sui file legislativi e si oppongono ripetuti rifiuti ai cittadini nell’accesso ai documenti. La Mediatrice nel 2017 non ha mancato di qualificare esplicitamente tali condotte da parte del Consiglio come espressione di “cattiva amministrazione”, cui ha fatto seguito nel 2018 la sua Relazione speciale focalizzata sui complessivi problemi di trasparenza del processo legislativo del Consiglio.

Lo status quo contrasta, peraltro, con l’orientamento giurisprudenziale della Corte di Giustizia UE giunta a ribadire, in ultimo nella sentenza De Capitani che i principi di pubblicità e trasparenza sono inerenti alle procedure legislative dell’Unione. La Corte ha asserito, inoltre, che la mancanza di informazioni e di dibattito in merito al processo legislativo, oltre a rappresentare una chiara violazione dei diritti democratici dei cittadini, ne accresce la loro sfiducia.

E’ inaccettabile che ancora oggi non venga adottato un Registro di trasparenza obbligatorio e giuridicamente vincolante per il settore privato e per tutte le Istituzioni ed Agenzie dell’UE per garantire piena trasparenza delle attività di lobbying effettuate.



BASTA PORTE GIREVOLI
E’ inammissibile che non sussista ancora piena trasparenza sulle informazioni relative ai casi di “porte girevoli”, impedendo di conoscere tempestivamente i nomi di funzionari UE che all’improvviso lasciano le Istituzioni e vengono assunti in ruoli apicali in realtà influenti del settore privato. 

E’ censurabile che non sussista piena trasparenza e piena indipendenza dal settore privato nella raccolta e valutazione delle prove scientifiche che tanto sdegno hanno suscitato tra i cittadini europei quando si è giunti in sede UE ad autorizzare e rinnovare l’uso di glifosato, OGM e pesticidi. Su quest’ultimo aspetto, ho richiesto espressamente che la Mediatrice proceda all’avvio di una specifica indagine strategica”.

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Fonte Il Blog delle stelle

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